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"Ragazze, io devo assolutamente essere tra quei dieci" affermò decisa Anita.
Sedute sul divano di fronte a lei, Tania e Marisol si scambiarono un'occhiata interdetta. Intanto, sullo schermo del televisore, i calciatori del Barcellona e quelli dell'Elche si riscaldavano in vista della partita che sarebbe iniziata nel giro di pochi minuti.
"Voi non potete capire, io ci devo andare. Devo andare a Barcellona, da lui, o almeno provarci" continuò imperterrita la ragazza, nonostante le amiche le stessero lanciando sguardi di pura disapprovazione.
Marisol scosse la testa.
"Anita, tu non sei mai stata una delle migliori, a scuola" disse, sfoggiando tutta la sua onestà.
"Già: l'anno scorso per poco non venivi rimandata in storia e quest'anno hai cominciato con sei insufficienze" aggiunse Tania.
"Beh, però di verifiche ne abbiamo fatte sette e l'ultima non è andata poi così male" cercò di controbattere Anita.
"Sì, certo, il tuo nove in matematica non te lo leva nessuno, ma pensa a tutto il resto" esclamò Marisol. "Come fai a distinguerti dagli altri se dedichi il tuo impegno solamente all'unica materia che ti piace e in cui riesci a eccellere senza studiare?"
Tania si trovava in completo accordo con la compagna, e ad Anita non restò nulla da fare se non prendere in mano il telecomando e alzare il volume. Il commentatore stava giusto annunciando le formazioni di partenza delle due squadre, e il nome Gavi, di un bel colore blaugrana, campeggiava a centrocampo.
"Come mai siete così convinte del mio fallimento?" chiese la ragazza alle due amiche, senza staccare gli occhi dallo schermo.
"Qui non stiamo parlando di fallimenti. Il punto, Anita, è che tu vorresti fare tutto questo solo per vivere per un mese nella stessa città in cui pare alloggi un calciatore che ti ha intravisto per un attimo una sera, durante una festa alla quale non aveva voglia di andare, e che probabilmente si è completamente dimenticato di te" rispose schietta Tania.
"Già" rincarò Marisol. "E poi, anche se ti trovassi a Barcellona non è detto che riusciresti a parlargli. Là è peggio che qui a Saragozza: sia il centro che la periferia sono giganteschi ed è praticamente impossibile che tu lo incontri per caso."
"Io non lascerei niente al caso" ribatté Anita, corrucciata.
"Sì, ma anche così facendo non risolveresti nulla" troncarono il discorso le amiche. "Lascia perdere e comincia a studiare, che l'anno prossimo vogliamo ancora essere in classe con te."
La ragazza non aggiunse altro, ma dentro di sé era ancora più determinata di prima: sarebbe andata a Barcellona a costo di rovinarsi la vista a forza di leggere e rileggere i libri di scuola. Avrebbe dimostrato a Tania e Marisol che nemmeno il loro intervento, al pari di quello di chiunque altro, sarebbe stato in grado di dissuaderla dal suo obiettivo.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora