dieciseis

3.3K 76 0
                                    

"Anita, ti presento mio padre, Carlos. Papà, lei è Anita."
La ragazza sorrise e strinse la mano al distinto signore che l'amica le dava l'occasione di conoscere.
Come ci si sarebbe potuti aspettare dando un'occhiata a sua figlia, il padre di Lisa era abbastanza alto e mediamente robusto; il suo largo sorriso era incorniciato da un volto ovale e sovrastato da occhi castani e capelli del medesimo colore, immancabilmente raccolti in un elegante cucù.
Anita aveva temuto che l'uomo l'avesse mal giudicata a causa delle parole di Lisa riguardo suo ingiustificato interesse per Pablo Gavi; invece, Carlos si rivelò comprensivo e accondiscendente: anche a lui, da giovane, era capitato di innamorarsi di ballerine o cheerleader delle quali non aveva intravisto altro che la forma del corpo, per cui non trovava bizzarri i sentimenti della ragazza.
"Dunque, tu vorresti entrare negli spogliatoi del Barcellona" ruppe il ghiaccio l'uomo.
"Ecco, sì, mi piacerebbe" confermò Anita, un poco a disagio.
"Sta mentendo!" esclamò Lisa divertita dall'imbarazzo dell'amica. "Muore dalla voglia di andarci, probabilmente sarebbe disposta a vendere uno dei suoi reni, o anche tutti e due, se potesse servire a qualcosa."
"Oppure potrei staccarne uno a te e arricchirmi grazie a quello" ribatté ironicamente la ragazza.
"Ok, ho capito" affermò Carlos con un sorriso. "La prossima partita al Camp Nou è fra cinque giorni, e per la precisione stiamo parlando di giovedì 20 ottobre, contro il Villarreal. Non manca molto tempo."
"Oh, non c'è problema" assicurò Anita buttandola sul ridere. "Aspetterò con pazienza."
"Con pazienza... e con trepidazione" aggiunse la sua amica, maliziosa più che mai.
"Lisa, sei proprio una piccola vipera, lo sai?" commentò suo padre scuotendo bonariamente la testa.
Avvicinando la bocca all'orecchio di Anita, lei sussurrò: "È solo grazie a questa piccola vipera che potresti concludere l'affare della tua vita, sappilo."
"Hey, sai benissimo che è maleducazione escludere il proprio papà dalle conversazioni" la ammonì Carlos, sempre scherzando. "Dai, vi lascio sole. È stato un piacere, Anita" concluse poi, chiudendosi alle spalle la porta della camera.
Lisa aspettò che il padre si fosse allontanato lungo il corridoio, poi mise fine al silenzio che era calato nella stanza.
"Hai visto?" chiese. "È andato tutto perfettamente."
"Già" rispose l'amica. "Anche troppo perfettamente. Sono certa che mi succederà qualcosa di spiacevole, qualcosa che mi impedisca all'ultimo momento di accompagnare tuo padre allo stadio."
"Ma... e perché dovrebbe?" rise la padrona di casa, lasciandosi cadere in una morbida poltroncina verde. "Ogni tanto è giusto che la nostra vita assomigli un po' a un film americano, non trovi?"
"Uno di quelli in cui va sempre tutto liscio, intendi? Dove la protagonista non fa in tempo a mettere piede nella nuova scuola che il capitano della squadra di football inciampa cadendole addosso?" domandò Anita.
"Sì, e poi alla fine vanno insieme al ballo e vengono pure eletti re e regina della festa" completò l'amica. "Non ti sto dicendo che sarà tutto così facile, questo è impossibile, però non stai partendo da zero, ecco. Sfrutta al meglio questa occasione, perché non so quante altre te ne possano capitare."

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora