treinta y uno

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"Avevi detto che saresti tornata per cena" disse Pilar, senza nemmeno voltarsi verso la porta dalla quale era appena sbucata Anita.
"Mh, scusami, non credevo di aver fatto così tardi" si giustificò la ragazza.
"Con chi eri?" le domandò la donna, asciugandosi le mani nel tovagliolo.
"Con Lisa. Noi... avevamo un lavoro da finire... per la scuola" mentì spudoratamente Anita.
"Secondo me invece c'è di mezzo un ragazzo" insinuò Esmeralda, sventolando la forchetta per aria.
"Sono d'accordo" esclamò Raul. "Non so se anche voi avete notato come le brillano gli occhi in questi giorni."
"Sì, infatti Anita, perché non ci parli di un certo... non vorrei sbagliarmi eh... Manolo?" ridacchiò Amalia, che, appartenendo alla stessa classe, aveva avuto modo di accorgersi del particolare comportamento di lui, il quale d'altronde era tenuto sotto osservazione da quasi tutta la scuola.
La ragazza abbassò gli occhi, fingendo di arrossire, ma in realtà era sollevata: aveva temuto che qualcuno fosse venuto a conoscenza delle sue uscite clandestine con Pablo.
"Beh, sì, quel Manolo esiste, ma io oggi mi sono vista con Lisa, e se non mi credete potete benissimo chiedere a lei" affermò decisa la ragazza.
"Ma sì, tranquilla, ci fidiamo di te" la rassicurò Pilar scoppiando a ridere. "Dai, siediti con noi, vi ho preparato i gamberi al vapore."
Anita eseguì l'ordine e cominciò a mangiare come se quel pomeriggio nulla che non avesse ancora raccontato fosse accaduto. Invece, non poche cose erano successe, già a partire dal giorno precedente. Pablo, infatti, si era pentito di quel reprensibile attacco di rabbia che tanto aveva fatto infuriare la ragazza, e aveva deciso di farsi perdonare mostrandosi premuroso, disponibile e, soprattutto, presente.
Aveva aspettato Anita fuori scuola, fortunatamente senza che nessuno lo riconoscesse, perché proprio non aveva voglia di doversi intrattenere con altra gente. Così, lui e la ragazza avevano potuto trascorrere, senza alcun preavviso, un intero pomeriggio assieme e, per la prima volta, il calciatore si era veramente reso conto di quanto "l'amica" (entrambi erano consapevoli del fatto che tra loro stesse nascendo qualcosa di più) fosse divertente, solare, ricca di senso dell'umorismo, molto più di quanto avesse potuto immaginare. In poche parole, Anita gli piaceva un sacco.
"Grazie per essere venuto" aveva detto lei, una volta giunta l'ora di salutarsi. "Non l'avrei mai pensato..."
"Verrò anche domani, non ti preoccupare" le aveva assicurato Pablo, sorridendo. "E poi anche dopodomani, e il giorno dopo, e quello dopo ancora."
"E gli allenamenti?" aveva chiesto la ragazza.
"Che si fottano, gli allenamenti" aveva risposto lui, prendendola tra le braccia.
Il pomeriggio successivo, ovvero quello che Anita, seduta di fronte al suo piatto di gamberi al vapore, stava ancora assaporando, la ragazza non aveva avuto bisogno che Lisa la spingesse in direzione del calciatore, perché già sapeva dove l'avrebbe trovato, dove sarebbero andati, i sorrisi che si sarebbero scambiati e... la ragazza chinò il capo per non mostrare agli altri commensali il gioioso luccichio che le animava gli occhi, lo sguardo, o addirittura, pensava, tutto il viso.

Todo lo que quiero - Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora