CAPITOLO 45

2.5K 145 62
                                    

Dedicato a mia nonna Concetta L.
Spero tu sia orgogliosa della donna che sto diventando.

VICTORIA

Non era mai semplice esporsi agli occhi degli altri. Parlare era un qualcosa di davvero difficile per me, non amavo trasmettere alle persone come mi sentissi e cosa stessi provando.

Il mio carattere era sicuramente stato influenzato anche dal rapporto con i miei genitori. In quelle poche volte che mi capitava di parlare, loro erano capaci di ignorarmi, non darmi alcun ascolto, portandomi a chiudere in me stessa. Ero convinta che a nessuno sarebbe mai interessato cosa avessi realmente da dire, così evitavo proprio di iniziare una qualsiasi conversazione. Preferivo tenere ogni pensiero solo per me.

A breve avrei avuto un'altra seduta dal dottor Lopez. Ero già dentro il suo studio ma lui non era ancora arrivato. Mentre lo attendevo seduta sul solito divanetto di pelle scura, lasciavo che il ticchettio dell'orologio mi tenesse compagnia. Nell'ultimo periodo ero stata sicuramente meglio. Di fatto, la presenza definitiva di Richard nella mia vita, aveva contribuito in positivo sul mio stato mentale.

I miei occhi puntarono il dottor Lopez entrare dentro il suo studio. Reggeva tra le mani alcuni fascicoli. Si avvicinò alla scrivania e li poggiò sopra con cautela. «Buongiorno Victoria» fece un giro, si abbassò ed estrasse da uno dei cassetti il solito portablocco che usava durante le nostre sedute «Come stai?»

Si sedette di fronte a me e tolse gli occhiali da vista dal taschino per indossarli. «Molto meglio, dottor Lopez» risposi con sincerità «Dopo l'ultima seduta, sono successe alcune cose che mi hanno portata a vivere un periodo un po' particolare. Ho lasciato New York per alcuni giorni perché sentivo la necessità di distaccarmi da questa città e dalle persone, a me vicine, che ci vivono. Sono riuscita nella mia solitudine a prendermi cura di me stessa, affrontando alcune mie paure. Ho anche ascoltato un suo consiglio...» mi fermai, aprendo la borsa e prendendo un quadernino verde «Nei momenti in cui sono stata sola, mi sono messa a scrivere molto. Ho dato modo alle mie riflessioni di concretizzarsi tra queste pagine. Non pensavo di riuscirci ma qui dentro ci sono davvero io. Tutto questo, mi ha permesso di alleggerire la mente da ogni tipo di pensiero che fosse sia negativo che positivo.»

Ruotai il quaderno tra le mani, non smettendo di fissarlo.

«Sei stata tu a comprarlo?» mi chiese, mentre aggrondavo il viso titubante. Effettivamente era una domanda strana ma sapevo che il dottor Lopez avesse deciso di porgermela per un motivo ben preciso. Ogni gesto o parola, per lui aveva una grande importanza.

«Sì.»

Scrisse qualcosa. «C'erano altri colori o solo questo?»

Pensai. Ero entrata in quella cartoleria, avevo chiesto alla commessa un quaderno di piccole dimensioni e lei mi aveva mostrato alcuni di questi con una varietà di colori differenti. «Anche altri, però alla fine ho comprato quello verde perché è un colore che mi è sempre piaciuto.»

«Ogni colore ha un significato, Victoria. Possiamo intenderla come una sorta di teoria secondo la quale anche i colori possiedono un significato. A livello psicologico, ogni colore viene ricollegato a emozioni e momenti personali. Permettono, infatti, di determinare gli stati d'animi delle singole persone» mi descrisse «In questo caso, cosa rappresenta per te il verde

«Alla speranza» dichiarai «Alla speranza di riuscire a vivere quella vita che abbiamo sempre desiderato. Mi viene anche di considerarlo come sinonimo di equilibrio. Quindi, concretamente il verde è speranza ed equilibrio. Sono due parole che ho sempre ricercato nella mia vita ma che difficilmente ho avuto modo di trovare tra le righe del passato. Questo colore mi ha sempre trasmesso calma e serenità.»

Anima di GhiaccioWhere stories live. Discover now