Capitolo 12

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Ahimè quanto può essere crudele a volte il destino! Se solo Pirenea fosse arrivata alla torre dello stregone poche ore prima, avrebbe forse incrociato il cammino del suo amato. Però, quando giunse a casa di Cleopas, regnava un sinistro silenzio.
Pirenea provò a bussare alla porta ma non ci fu risposta dall'interno; dunque, si permise di entrare senza un invito. La torre era una grande stanza circolare, con delle scale a spirale che si avvitavano lungo i muri di pietra fino in cima. L'entrata era una grande sala al cui centro c'era un immenso tavolo ricoperto da una caotica varietà di calderoni, radici, piante, ingredienti che Pirenea non conosceva e lucertole morte dentro barattoli chiusi ermeticamente.
D'un tratto, Pirenea sentì qualcuno gridare dai piani sotterranei:
"C'è qualcuno? Aiutatemi ve ne prego" la guerriera scese le scale con circospezione e vide un misterioso uomo che indossava una tunica ben troppo larga per lui, rinchiuso in una prigione.
"Chi siete voi?" gli chiese.
"Sono Cleopas, il proprietario di questa dimora" disse l'uomo, con impazienza "liberatemi, ve ne prego."
"Come avete fatto a rinchiudervi nella vostra stessa cella?" chiese la guerriera.
"Un prigioniero, credo abbia messo dei funghi allucinogeni nel mio pasto e poi ne ha approfittato per derubarmi e scappare" Pirenea si accigliò.
"Come ha fatto un vostro prigioniero a entrare in contatto con un vostro pasto?" Cleopas arrossì nervosamente a quella domanda, ma rispose:
"Mi sono semplicemente innamorato di lui" Pirenea pensò che l'uomo dovesse ancora essere sotto l'effetto dei funghi.
"Potreste ripetere?"
"È una lunga storia, ma riassumendo ho rubato un bracciale alla popolazione nana dei Pigmei, che quando viene indossato apre il vostro cuore all'amore. Quando vidi quest'uomo in difficoltà nella foresta me ne innamorai, lo salvai, ma un lume di ragione mi era rimasto, così decisi di chiuderlo in una cella. Lui, furbo, approfittò della mia vulnerabilità e mi invitò a mangiare. Così mi drogò e mi rubò il bracciale" Pirenea non seppe proprio come rispondere, dunque Cleopas continuò "vi prego, fatemi la cortesia di liberarmi, i miei poteri sono ancora molto deboli."
Finalmente la donna si scosse da quella cascata di informazioni e decise di girare la situazione a su vantaggio.
"Bene, signore, se siete davvero voi il rinomato ladro conosciuto in tutta la foresta, avrei bisogno del vostro aiuto e se me lo concedete, io in cambio vi libererò."
"L'esperienza mi dice di non scendere mai a patti con una donna; quindi, penso che piuttosto aspetterò di riprendermi del tutto dall'effetto di quella droga e mi libererò da solo."
"Come volete" commentò Pirenea voltandogli le spalle "mi chiedo soltanto cosa faranno di voi i nani quando la troveranno solo e indifeso chiuso in una cella."
"I nani?" domandò lo stregone, preoccupato.
"Sì, sono sulle vostre tracce, immagino stiano cercando il bracciale che avete rubato loro, non dovrebbero tardare ad arrivare, ho incrociato il loro cammino alcuni giorni fa."
Cleopas sembrò riflettere alcuni istanti, poi disse:
"Va bene, ditemi quello di cui avete bisogno" Pirenea sorrise, compiaciuta della sua astuzia, poi si girò nuovamente verso lo stregone e gli rispose:
"Sto cercando anch'io qualcosa, o meglio, qualcuno. Una persona a cui sono molto affezionata e di cui ho smarrito le tracce qui nella foresta."
"Quindi volete che vi aiuti a ritrovare questa persona, tutto qui?" chiese lo stregone, sorpreso "non volete nient'altro? Sono abituato a richieste ben peggiori, una volta una coppia di contadini mi chiese di portare loro una gallina dalle uova d'oro, allora dovetti fare un complesso incantesimo ad uno dei loro polli. Alla fine, la coppia fu assassinata e la gallina rubata e io non negherò di aver dato il mio contributo a quest'ultima parte della storia."
"Sì, non m'interessano le vostre storie da farabutto, piuttosto ditemi come fare a trovare quello che sto cercando."
Cleopas commissionò a Pirenea di andare a prendere una fiaschetta riempita di un liquido blu come la notte, che teneva in un cassetto al piano di sopra. La guerriera obbedì e nel giro di pochi minuti tornò nelle segrete con la fiaschetta in mano.
"E adesso?" chiese.
Lo stregone allungò la mano attraverso le sbarre e se la fece consegnare. Stappò la fiaschetta con un colpo del pollice e bevve un lungo sorso di liquido blu. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Poi, con un fulmineo gesto della mano, fece scattare la serratura della cella e uscì. Pirenea estrasse la spada e lo minacciò puntandogli la lama alla gola.
"Provate a fare un solo movimento sospetto e vi taglio la gola" lo minacciò.
"Anche volendo non ci riuscireste" rispose tranquillamente lo stregone, allontanando la lama con un dito "ma voi mi avete liberato e io sono un uomo di parola... a volte" le fece cenno di seguirlo e insieme salirono le scale delle segrete.
Cleopas cominciò ad armeggiare con strumenti, calderoni e ingredienti, poi, una decina di minuti dopo, si rivolse a Pirenea:
"Mi serve qualcosa che appartiene a questa persona che state cercando" subito la guerriera si sentì morire dentro, lei non possedeva nessun oggetto di questo tipo. Lo stregone sembrò comprendere il turbamento della ragazza e le chiese:
"Quanto tenete a questo individuo?" Pirenea arrossì, era la prima volta che le facevano una domanda del genere, ma cercò di reprimere l'imbarazzo e di darsi un tono.
"Io ne sono innamorata."
"Allora dovrò rubarvi un pezzo del vostro cuore" concluse lo stregone, alzando una mano, pronto a fare una delle sue stregonerie. Pirenea reagì più in fretta e prima che lui potesse pronunciare una sola parola, gli puntò la spada al cuore.
"Provate anche solo a sfiorare il mio cuore e io trapasserò il vostro."
Cleopas non si scompose e le spiegò che, dato che l'unico legame che la donna aveva con la persona che aveva perduto, era un legame sentimentale, doveva per forza estrarre questo sentimento dal suo cuore per aggiungerlo alla pozione.
"Non c'è nessun rischio?" chiese Pirenea, poco convinta.
"Nessuno, ve lo assicuro" rispose lo stregone, altrettanto poco convinto.
La guerriera valutò le opzioni che aveva, poi abbassò la spada e gli disse:
"Va bene facciamolo" Cleopas sorrise compiaciuto, poi alzò la mano e pronunciò un lungo monologo in greco antico.
Man mano che le parole uscivano dalla bocca dello stregone, Pirenea si sentì pervasa da un calore sempre crescente. Inizialmente, la sensazione era piacevole, come quando si entra in una sorgente d'acqua riscaldata da un vulcano in una fredda giornata invernale. Poi però il calore cominciò a diventare sempre maggiore, lacrime di sudore le scendevano dalla fronte e iniziò ad ansimare, alla ricerca di boccate d'aria fresca. Infine, il calore divenne bruciore e Pirenea urlò con tutte le sue forze, mentre un lungo filamento dal materiale inconsistente, del colore del sangue, le usciva dal petto e si riversava nella pozione su cui Cleopas aveva lavorato poco prima.
Proprio com'era iniziato, il dolore sparì gradualmente, una volta che Cleopas finì il suo incomprensibile monologo. Pirenea cadde a terra, esausta e coperta di sudore, con un sentimento di nausea nello stomaco. La spada le era caduta a terra e lo stregone la raccolse. La guardò intensamente, poi l'appoggiò sul piano di lavoro e, con un mestolo, versò la pozione sulla lama.
La guerriera non gli chiese nemmeno cosa stesse facendo, era debolmente accovacciata a terra, ma sentiva le forze tornarle piano piano. Quando Cleopas finì di versare la pozione sulla lama, essa l'assorbì al suo interno e l'elsa della spada si impregnò di un cupo rossore. Lo stregone sorrise soddisfatto e, alzandola delicatamente, la riconsegnò a Pirenea dicendole:
"Abbiatene cura, questa spada è ora l'unica bussola che potrà condurvi dalla persona che amate. Ogni volta che ve ne servirete, Eros, Dio dell'amore, indicherà nel vostro cuore il cammino che dovete intraprendere per ritrovare colui che amate" Pirenea, afferrò la spada e la usò come stampella per reggersi in piedi.
"Io sento solo che sto per vomitare" Borbottò.
Ma, al contrario della ragazza, Cleopas qualcosa aveva sentito, un rumore di passi che si avvicinavano. Lo stregone corse alla finestra e vide una squadra di nani marciare verso la torre.
"Barsabas" mormorò Cleopas, amaramente "dobbiamo andare" Disse poi, a voce più alta, rivolto a Pirenea.
La guerriera fece per uscire dalla porta da dove era entrata ma Cleopas la fermò.
"Da questa parte" le disse, indicandole una piccola porticina all'altro lato della stanza. La guerriera andò in quella direzione, usando la spada e i tavoli che aveva attorno a sé per reggersi in piedi.
"Che cosa succede?" chiese debolmente allo stregone.
Nessuna risposta. Pirenea alzò lo sguardo per vedere dove fosse Cleopas, ma lui non c'era, era sparito.
"Cleopas?" chiamò, ma non ci fu nessuna risposta. La guerriera sentì allora delle voci entrare dalla finestra a cui pochi istanti prima si era affacciato lo stregone e le sembrò di riconoscere quella di alcuni nani di poche notti fa. Probabilmente erano venuti per reclamare il bracciale che lo stregone aveva rubato. Pirenea capì che non poteva rimanere lì e farsi trovare dai nani, così uscì dalla porta sul retro e proprio mentre se la stava richiudendo alle spalle, sentì che i nani stavano entrando nella torre dall'altra parte.
Pirenea attraversò un piccolo giardino recintato al limitar della foresta. Usò le poche forze che le erano rimaste per raggiungere il fitto bosco e nascondersi dietro un albero, poi guardò in direzione della torre. Vide chiaramente un uomo a galoppo di un cavallo nero sparire nella fitta foresta. Cleopas. Poi, sentì qualcuno all'interno della torre gridare:
"Andiamo via di qui, subito!" pochi istanti dopo, l'intera torre esplose con un baccano assordante, costringendo Pirenea a rifugiarsi dietro l'albero che aveva usato come nascondiglio.
Frammenti di legno e di mattoni ricaddero attorno a lei, che si coprì la testa con le mani per ripararsi. Sentì un'onda di calore colpirla violentemente e vide una nuvola di fuoco divampare in tutte le direzioni. Cleopas doveva aver teso una trappola ai nani e Pirenea non poté fare a meno di chiedersi se avesse fatto bene a fidarsi di lui o se anche lei fosse una vittima delle malvagità dello stregone.

La lira di ApolloWhere stories live. Discover now