Capitolo Extra

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EDEN

Una folata di vento quando la porta sbatte contro la parete e la pelle d'oca mi ricopre il corpo.
È così che prevedo il suo arrivo. Insieme all'odore inconfondibile della sua colonia al cedro, al sandalo, con una lieve nota di nicotina che si diffonde intorno scaldandomi le ossa; riportandomi a casa.
Intenzionata a capire il suo umore e la ragione di tanto impeto, mi volto spostando dal viso la ciocca di capelli sfuggita dallo chignon disordinato.
Se ne sta con una spalla contro lo stipite della porta, le caviglie incrociate. Sta sfoggiando il suo tipico sguardo da stronzo, anche se sappiamo entrambi che in realtà è solo lui: il mio meraviglioso Dante.
«Sei bella».
Seduta sullo sgabello della toeletta liscio quasi agitata il tessuto del lungo vestito di seta verde smeraldo che ho indossato, su sua insistenza, prima della meravigliosa sorpresa nel salone della nostra villa ancora in fase di ristrutturazione e della notizia che sarebbero arrivate le nostre famiglie per festeggiare insieme a noi.
Dopo i saluti, i ringraziamenti e qualche lunga chiacchierata in cui ho dovuto rispondere a parecchie domande, sono salita un momento per calmarmi e darmi una rinfrescata. Mi trovo a piedi nudi e agito le dita quando sento scorrere ancora quegli occhi verdi su ogni singola parte del mio corpo.
L'agitazione si diffonde accumulandosi in particolare su un punto. La pressione mi spinge a stringere le gambe, sentendo la zona al centro sempre più umida.
Dante si stacca dallo stipite facendosi sempre più vicino. Riporta in ordine la spallina sottile dell'abito che era scesa a causa del mio gesto maldestro, prima però abbassandosi mi bacia la spalla. Un gesto tenero. Lontano dai suoi soliti modi rudi.
Chiudo gli occhi godendomene ogni singolo istante. Forse mi lascio sfuggire persino un verso. «Anche tu», sussurro deglutendo a fatica.
«Desideri un altro bacio, Eden?»
La sua voce diventa velluto per i miei miei sensi. È inevitabile. Mi sciolgo. Non posso neanche mentire perché non ci riesco e non voglio farlo.
«Sì», sento la mia stessa voce uscire roca.
Dante indossa uno smoking, i suoi capelli sono in ordine ed è l'incarnazione del figlio di una divinità. Potenza, forza, astuzia. Tutto concentrato su un corpo solido, sempre più scolpito dalle ore intense di palestra.
Le mie dita smaniano e come se avesse compreso, mi afferra il palmo premendoselo al petto. «Puoi toccarmi quando vuoi, lo sai. Inoltre la mia proposta di fare palestra insieme è sempre valida», ribadisce sollevando entrambe le sopracciglia prima di strizzarmi l'occhio, nel tentativo di convincermi ad andare insieme a lui.
Non ho ancora accettato perché mi piace la mia nuova routine fatta di lavoro, famiglia e vita. E per non distrarmi finendo sicuramente in uno degli spogliatoi a fare sesso con lui.
Arrossisco sempre più tentata dal suo calore, dalla stretta delle sue dita sul mio polso. Dal battito del suo cuore.
In piedi, facendo un passo avanti, tengo il palmo sul suo petto. Sollevandomi poi sulle punte sfido la sua bocca. Lui approfitta del mio slancio per rubarmi un bacio.
«Anche adesso che sei entrato qui dentro come una furia, posso?», bisbiglio.
Mi fissa complice, avvolgendomi le braccia intorno alla schiena. Indietreggia fino alla porta chiudendola a chiave con un unico gesto sicuro.
«Adesso», conferma a corto di fiato perché le mie dita stanno continuando a toccarlo insinuandosi sotto la camicia.
«Non giochi lealmente, Di», soffoco un gemito, mentre i miei fianchi si scontrano contro di lui, trovando l'ennesimo contatto che regala a entrambi una scossa. Tolgo il primo bottone dall'asola mettendolo ulteriormente alla prova e non batte ciglio.
«Bisogna usare le proprie munizioni per non perdere, specie se il premio vale qualsiasi scorrettezza, non credi?», mi impedisce di muovermi. «Perché non lo dici. Perché non ammetti la sconfitta e mi supplichi chiedendomi quello che desideri avere».
Vorrei protestare. Lottare e farlo smaniare, ma la voglia è forte e io ho il cuore debole, soprattutto dopo quello che sta facendo per me. Non lo credevo capace di amare così profondamente. Mi sbagliavo. Dante ama. Lo fa in modo viscerale, abbattendo qualsiasi difesa.
Lui mi fissa. Divertito. In attesa. Sa di avere vinto. Non mi rende le cose facili perché ha bisogno di una risposta. «Ti odio», sbuffo.
Ridacchia. «Bugiarda».
Arrossisco provando a spingerlo ma lui mi avvicina ancora di più a sé. «Sei l'unico, Di. L'unico a farmi stare bene», gli sussurro.
Il suo bacio è esigente. Il mondo sparisce mentre il desiderio sempre più soverchiante si insinua dentro quando sento la sua mano premere sulla mia schiena e mi infila le dita dell'altra tra le gambe, sotto lo spacco del vestito, trovando quello che cerca.
Emette un verso carico di soddisfazione, io invece tutto ciò a cui penso e voglio è solo potermi fondere a lui.
«Sei già bagnata, uccellino?»
Da tempo ormai portiamo avanti questo gioco. Rispondo sempre alle sue domande, persino quando sono ovvie e superflue. Lui mi sta aiutando ad acquisire maggiore sicurezza. Mi piace il suo modo diretto, privo di inibizioni. Anche se non tutte le volte mi risulta facile e l'imbarazzo si fa strada tradendomi. Lui però è paziente e non smette mai di farmi sentire l'unica a meritare le sue attenzioni, il suo amore.
Con una sorta di piroetta mi ritrovo contro la parete. «E tu, sei duro per me?», controllo guidando le dita sul cavallo dei suoi pantaloni, trovandolo pronto.
Mi lecco le labbra e gli sfugge un fremito. «Duro e pronto a entrarti dentro», con le dita prende a giocare con le pieghe della mia intimità dopo avere scostato le mie mutandine. «Non avresti dovuto metterle», borbotta contrariato.
So che c'è qualcosa che lo preoccupa. Credo riguardi il fratello, pertanto cerco di fargli scaricare un po' di tensione. Faccio lo stesso per smettere di pensare che stasera succederà qualcosa di brutto.
«Non avresti sopportato il pensiero di me senza».
Annuisce stringendo le labbra per nascondere quel sorriso vizioso. «Hai ragione», riflette appena, poi mi ritrovo sollevata, costretta ad allacciargli le gambe intorno ai fianchi.
Vibro dal desiderio e dal piacere prima che abbassi la testa e prema le labbra sulla mia gola che metto in mostra, in attesa di sentire i fuochi d'artificio dentro quando la sua bocca si aprirà e mi graffierà la pelle con i denti. Quando succede, ho un lungo brivido. Lui se ne accorge ma non smette. Intensifica il piacere che mi provoca con ogni suo movimento sicuro, consumandomi lentamente poi velocemente neanche fossi carta a contatto con la fiamma.
Mi sta baciando mentre con la mano armeggia tirando giù la zip dei pantaloni. Abbassa poi i boxer e la sua asta svetta tra le mie cosce sbattendo sulla mia carne palpitante e umida. Ne sento la punta fredda quando impugna il membro strofinandolo con più durezza. Il liquido pre-eiaculatorio si spalma sulla mia pelle.
«Sei così tenera e bagnata, cazzo», ansima, con le dita che continuano a giocare in cerchio per poi spingersi dentro. Il ritmo del mio respiro cambia insieme al battito del mio povero cuore messo a dura prova, sotto la pressione del suo tocco.
È così giusto. Così... giusto.
«Dante!», piagnucolo.
«Cosa?», continua a stuzzicarmi. Gli occhi accesi di passione. «Vuoi che smetta?»
«NO!», più che una risposta strillo e lui annuisce soddisfatto.
«Chiedimi per favore», mi ordina in un sussurro basso all'orecchio prima di spostarsi sulla pelle e baciarla, leccarla, morderla.
Gemo piano. Strizzo gli occhi e deglutisco a fatica inarcandomi.
Mi morde la spalla e sotto l'orecchio mentre tira indietro i fianchi e torna per penetrarmi con un'unica spinta decisa. Con la mano libera mi tappa la bocca uscendo dal mio canale per poi rientrare con affanno e a un ritmo incalzante.
Allargo le cosce e spinge l'intera asta fino alla base. Gemo in preda all'estasi, affondando le dita tra i suoi capelli. Lui me lo lascia fare. Sono solo pochi secondi prima che mi blocchi il polso sulla testa e mi sbatta contro la parete emettendo un verso talmente virile da farmi tremare.
«Cazzo, devo averti! Non a metà. Tutta! Voglio la tua pelle sulla mia. Il tuo profumo addosso!»
Cerco la sua bocca. «Dante, portami a letto!», strillo sempre più vicina alla distruzione.
Indietreggia fino a sedersi sul bordo del letto, posizionandomi a cavalcioni su di lui lo stringo in un abbraccio e mentre mi cala sulla sua asta, spinge in su il bacino seguendo lo stesso ritmo veloce di prima; martellandomi e tirandomi a sé a suo piacimento.
Mordo il suo labbro e si inarca fermandosi un momento per godere del mio primo spasmo. Mi afferra per la nuca e mentre fisso i nostri corpi unirsi lui aggiunge la sua mano in mezzo alle mie cosce. Con il pollice preme forte sul clitoride e urlo con le pareti a stringersi sulla sua asta sempre più spessa.
Dante mi preme al petto e stringe i denti, tira indietro la testa esponendo la gola mentre continua a farmi impazzire.
Qualcuno bussa alla porta.
«'Fanculo», impreca.
«Di, abbiamo un problema».
Sto per venire, mordo forte il labbro per non annunciare a Terrence quello che stiamo facendo.
Dante mi tira sotto il suo peso, come se quel qualcuno potesse vedermi e lui mi stesse proteggendo. «Per i prossimi venti minuti dovrete cavarvela senza di me», gli ordina. «Al momento sono occupato». Non attende risposta, mi flette e solleva le ginocchia arricciando il vestito sulla mia vita, abbassa le spalline in modo da fare uscire il mio seno fuori dalle coppe morbide e mi scopa selvaggiamente mordendomi forte la curva del collo, i seni, intrecciando le nostre dita sulla mia testa mentre il primo fiotto caldo seguito da un verso roco e dal mio urlo mi fanno venire.
Dante chiude gli occhi, inspira e sentendo il modo in cui lo sto avvolgendo e strizzando, mi si svuota dentro con un ruggito. Lo fa tenendomi le cosce aperte, continuando a pompare fino a esaurirsi del tutto.
Quando siamo l'una tra le braccia dell'altro, cerca di aiutarmi a rimettermi in ordine. Abbiamo bisogno di una velocissima doccia per essere presentabili.
«Di quale problema si tratta?»
«Faron».
«Non era in sala?»
«Ero venuto a cercarlo perché è sparito», ammette guardandomi poi con malizia.
Mi avvicino. «E sei rimasto».
«E sono rimasto».

Cruel - Come incisione sul cuore Donde viven las historias. Descúbrelo ahora