Capitolo 26

2.3K 115 11
                                    


DANTE

"Se non torni per il giorno delle nozze, a pagare sarà uno di loro".

Sto continuando a leggere lo stesso messaggio da circa un quarto d'ora. Come se questo potesse risolvere l'ennesimo problema che si è aggiunto alla lunga lista di una guerra che non sembra avere fine.
L'istinto di protezione verso Eden, si è intensificato, lo tengo ben nascosto per non dover dare spiegazioni sul mio pessimo temperamento e comportamento. Sono già andato fuori di testa vedendo Cole provarci con lei, non so che cosa potrei fare davanti a Darrell sapendo dei segni che le ha lasciato addosso e nel profondo. Quel pezzo di merda merita una punizione esemplare.
Ho fatto un cazzo di casino. E adesso? Adesso è andato tutto a puttane. Tra di noi non è che un enorme disastro. È paradiso in un inferno senza via d'uscita.
I pensieri razionali, ancora una volta, sfuggono dalla mia mente.
«Stiamo solo facendo il punto della situazione, non scaldarti, Terry».
La voce dei miei uomini mi strappa via da ogni riflessione, riportandomi al presente.
«Abbiamo portato Eden in un posto sicuro, ma non abbiamo ancora trovato una soluzione che possa in qualche modo non condurci alla distruzione», riflette ad alta voce Nigel, preoccupato dalla piega che sta prendendo questa situazione e che il suo matrimonio in qualche modo possa saltare. «Sono anche del parere che dovremmo sloggiare anche noi da qui. Siamo sotto il mirino dei Rose. Quanto tempo passerà prima che la talpa indichi a quel pazzo di Darrell la nostra posizione e lui agisca?»
Terrence, dall'altra parte della stanza, se ne sta con lo sguardo assente, rivolto alla finestra e una penna che picchietta sulla sua scrivania senza neanche rendersene conto.
So che si sente in parte responsabile sulla sicurezza di Eden e su quello che è accaduto. Ma non tutto dipende da noi, ci sono cose che sfuggono al nostro controllo nonostante i piani.
Gira con la sedia nella nostra direzione e non mi sfugge l'ombra del suo passato affiorata intorno ai suoi occhi. Ha paura che possa succedere di nuovo. Che Eden finisca ammazzata come sua sorella.
Non posso rassicurarlo, dirgli che non accadrà o che staremo tutti bene.
Da amico, posso solo tirarlo fuori da quel buco silenzioso.
«Terrence?», lo richiamo, vedendolo perso in quel labirinto fatto di dolore.
Si riscuote agitandosi. Risponde in automatico: «Eden ha posto molte domande sull'improvviso spostamento. Anche se ha capito che lo stiamo facendo per il suo bene, ancora una volta la stiamo allontanando da tutto, tagliandola fuori dalla sua stessa vita. A mio avviso dovremmo invece renderla partecipe di quello che succede, di chi siamo. In questo modo proverà a fidarsi e non tenterà di scappare o fare mosse azzardate che potrebbero far saltare il nostro piano. Ci abbiamo lavorato per un bel pezzo, non possiamo permetterci altri errori, specie adesso che potrebbe esserci una svolta».
Nigel sospira appoggiandosi con la schiena alla parete. Massaggia la fronte, sfinito prima di lasciarsi ricadere sul divano in pelle nera. «Non ne verremo a capo. Mi sembra ovvio che Darrell stia giocando con noi usando uno dei nostri. Ha capito che Eden non tornerà facilmente da lui e sta mirando ai suoi punti deboli. Potremmo sempre chiederle di aiutarci a farlo abboccare. Catturarlo e farci dare le risposte di cui abbiamo bisogno», propone.
«Non useremo Eden», sbotta Terrence prima che possa farlo io, alzandosi così in fretta da fare cadere la sedia con un tonfo. «Non le lascerò fare da esca solo perché non riusciamo a prendere quel figlio di puttana!», continua arrabbiato. «Che venga pure, che provi a farci fuori uno a uno. Io sono pronto e non intendo scappare, trasferirmi di nuovo o fingere che sia tutto a posto. Perché non lo è più. Siamo in guerra. E certe guerre si risolvono solo in un modo».
«Dobbiamo trovare un altro punto debole su cui fare leva. Ma Eden sembra l'unica persona di cui gli importa», tenta di farlo ragionare, Nigel. «Ci serve il suo aiuto».
«Come? La piazziamo dentro un'altra villa e le mettiamo un segnale luminoso sopra la testa? Sai che non è la soluzione migliore. Ad Andrea non le faresti mai fare niente di simile».
Fisso il tetto. «Magari dovete riflettere sul perché vuole così tanto lei», ragiono ad alta voce, interrompendo di proposito l'alterco, prima che possa degenerare a seguito delle parole di Terrence.
Sento un principio di mal di testa.
Non mi piace quando iniziano a bisticciare, distraendosi dai loro compiti.
Intorno cala il silenzio e nessuno dei due osa fiatare. Li guardo, prima uno poi l'altro. «Che c'è? Ho pensato che cerca di tenerla con sé per qualche altra ragione, oltre al fatto che pensa di poterla trattare come una sua proprietà a causa del patto stipulato con Rose. Cosa di cui si pentirà quando saremo faccia a faccia, ma questo è un altro discorso. Non avete trovato nient'altro di utile sul padre o sui fratelli da poter usare?»
Controllano i documenti come degli scolari colti alla sprovvista nel ricevere una domanda complicata da parte del loro professore.
«Giusta intuizione. Quando non fai il gradasso sei un genio. E per la cronaca ti apprezzo di più così», si complimenta raggiungendoci Nigel, mollandomi una pacca sul braccio mentre i suoi occhi curiosi scorrono sui fascicoli sparsi sul lungo tavolo e altre superfici della stanza.
«Ah ah, divertente», lo guardo storto. «A quanto pare sono l'unico che fa lavorare il cervello anche quando fa il gradasso o si trova sotto pressione».
La mia stoccata non ferisce nessuno tra i presenti. Ormai ci conosciamo e sono abituati al mio egocentrismo e alla mia sicurezza.
Notandoli entrambi alla deriva e di nuovo sul punto di riprendere la discussione da dove si era interrotta, intervengo: «Spostati un momento», indico a Terrence lo schermo. Seppur riluttante, mi cede il posto.
Smanetto per qualche istante, cercando quello che mi serve. Ringrazio la mia memoria fotografica e le poche volte in cui l'ho ascoltato mentre tentava di insegnarmi nozioni utili.
«Se non mi sbaglio, e succede raramente, ecco di cosa ha bisogno Darrell».
I due si sporgono. Leggono il fascicolo che appare sullo schermo. «Cos'è?»
«Sembra una lista di tutti i possedimenti dei Rose», gli fa eco Terrence. «Ma a cosa servono? Li abbiamo studiati a fondo prima di iniziare questa missione».
«Eden è solo un vantaggioso affare per Darrell», stringo i denti nel pronunciare tale risposta. «Sposando lei, riuscirà a mettere le sue sudice mani sul patrimonio dei Rose e...»
«E potrà salire a capo come successore. In quanto a lei, quando suo padre sarà fuori dai giochi o morto, così come i suoi fratelli... non si sa che fine farà», conclude Terrence sempre più preoccupato per Eden; adesso animato da una nuova consapevolezza.
Strofina il palmo sulla bocca. «Vuole sposarla per questo quel figlio di puttana? Non faremo nient'altro per tenerla al sicuro, vero? Cazzo, le abbiamo dato la nostra parola. L'abbiamo trascinata in un posto dove rischia di impazzire e per cosa?»
«Calmiamoci. Abbiamo bisogno di raccogliere altre informazioni. Dobbiamo riuscire ad anticipare la prossima mossa di quel figlio di puttana. Essere più scaltri di lui. Ecco perché l'abbiamo fatta trasferire. Ecco perché non voglio che nessuno sappia dove l'ho portata. E per nessuno intendo proprio nessuno».
«Da quanto lo sapevi?»
«Non ferirò il tuo ego», ribatto brevemente a Nigel, il quale inizia a mostrare i primi segni di sconfitta per non essere arrivato subito alle risposte. Gli piace essere il primo della classe.
«Terrence, hai capito come ha fatto a trovarvi?»
Storce il naso. «Ci sto ancora lavorando. Eravamo in pochi a sapere che l'avrei condotta al poligono, che sarebbe stata con me. Dalle videocamere ho scoperto ben poco a parte una targa falsa e che il tizio ha detto la verità».
Tamburello con l'indice sulla superficie in onice del tavolo ovale. «Continua a cercare. Se ricordi qualche dettaglio, non esitare a parlarne. Inviami la registrazione della chiamata, ascolterò parola per parola per capire se ci è sfuggito qualcosa», li guardo entrambi. «Vi voglio attenti e ognuno alla propria postazione quando serve. Per la cronaca, non voglio che si sappia dove ho portato Eden perché è un vantaggio per noi», batto le mani per incitarli come un coach prima di una partita di football.
«Faron si sentirà escluso. Tuo padre dissentirà e Jo farà impazzire tutti».
«Li terrò impegnati con la questione di Cole».
«Credi che basterà?»
«Non ne sono convinto».
«Che altro farai?»
«Devo parlare con lei. Trovare quello che ci è sfuggito. Era spaventata, ma c'era dell'altro. La conosco abbastanza da sapere quando omette qualcosa».
Terrence mi lancia uno sguardo carico di scetticismo e apprensione. «Pensi che ne parlerà con te dopo il modo in cui l'hai trattata? È scappata da te, Di».
Per quanto vorrei che lo facesse, so già di non essere la persona con la quale parlerà volentieri. Ho avuto modo di vedere cosa le ho causato. La sua stanza messa sottosopra dalla furia. Il suo corpo stremato e rannicchiato sul pavimento. Non ho avuto il coraggio di prenderla tra le braccia e sistemarla sul letto dopo averle chiesto scusa. Le ho adagiato una coperta e me ne sono andato prima che potesse svegliarsi e riprendere da dove aveva lasciato.
«Ecco perché entrerai in gioco».
Terrence scuote subito la testa. «Scordalo, cazzo! Io non la manipolerò. Chiedimi qualsiasi cosa, ma non quella. Mi sento già in colpa per aver tramato alle sue spalle sin dall'inizio».
«Sai che devi eseguire i miei ordini e che non puoi provarci con lei», ringhio. «Non negarlo. Non farlo».
Alza gli occhi al cielo. «E tu sai che dovrai tenertelo nei pantaloni per le prossime ventiquattr'ore, vero?», usa il mio stesso tono. «Non negarlo. Non negare di essere attratto e geloso. Non negare che è riuscita a farti a pezzi e non lo accetti».
Nigel, l'ago della bilancia tra noi, corruga la fronte. «State ragionando come due ragazzini. Adesso statemi a sentire, uno di voi deve parlare con lei. Dante, tu sei il capo e spetta a te affrontarla. Ma ci sarà Terrence a fare da cuscinetto anti-urto qualora tu fossi, come dire, un tantino indelicato con lei», alza la mano prima che possa ribattere. «Lo sei. Non negarlo. Non puoi neanche lamentarti se lei preferisce avere Terrence intorno», si concede una mezza vittoria.
L'espressione con cui lo sto minacciando subito dopo lo fa esitare. «Non guardarmi così. Sai che il mio è un buon compromesso», replica serafico.
«E tu sai che non ho mai esitato a sparare o a reagire».
Arrossisce lievemente. Nigel è un libro aperto. Lo conosco così bene da poter anticipare ogni sua mossa. «Ci fidiamo di te e io so che farai del tuo meglio per proteggerla. Ma non possiamo trovare un altro posto in breve tempo, quindi continua a tenerla al sicuro e per favore, prova a fare pace con lei».
Non dice apertamente che sa che lo farò proprio perché provo qualcosa.
Sta usando i miei sentimenti per piegarmi al suo volere. Che stronzo!
Ma ha ragione. La proteggerò. Soprattutto adesso. «È fuori discussione che io cerchi un altro alloggio per entrambi», facendogli l'occhiolino provo ad allontanarmi.
«Aspetta».
Mi volto appena.
«Sai chi è la talpa», la sua non è una domanda.

Cruel - Come incisione sul cuore Where stories live. Discover now