XXVII

104 7 0
                                    

Anche oggi una noia mortale, letteralmente.
L'unica differenza è che sia Damon che Stefan si sono ricordati di avere una casa e passarci del tempo, ciò ha comportano un risveglio abbastanza brusco dato da dei rumori particolari...non voglio sapere niente.
Parlando di loro, ieri hanno deciso di fare una gita a New York per cercare Elena e Rebekah, già proprio lei, mi ha alquanto infastidita questa cosa, ma avrò tempo per tornarci su.
Morale di New York? Elena ha minacciato quei due di uccidere delle persone se non la lasceranno stare.
Dolce Elena, lascia che tu sia da sola e ti farò rimpiangere l'aiuto dei miei fratelli.
Nessun rancore.
A.S

Una volta scesa, la scena che mi si presenta davanti è divertente ma al tempo stesso molto strana, ecco spiegati i rumori.
<<Quanti sono? 8, 9 giorni?>> domanda Damon a Stefan mentre gli passa la palla, non sapevo che il salotto avesse un duplice uso.
<<Si 8 o 9 giorni, non lo so ho perso il conto>>
<<Buongiorno, oggi ci siamo svegliati sportivi?>> saluto appoggiando il diario nel tavolino e prendendo una sacca di sangue.
<<ahah, buongiorno anche a te>> risponde ironico Damon mentre Stefan mi rivolge un sorriso caloroso.
<<Perdiamo il conto dei giorni consecutivi in cui Elena Gilbert non ha ucciso nessuno, stiamo facendo progressi>> continua la conversazione interrotta il primo, mentre mi limito a osservarli curiosa.
<< E noi che facciamo? Giochiamo a football per altri 150 anni finché Elena non ritroverà la sua umanità? Non male come idea>> risponde sarcastico Stefan.
<<Lei non vuole la cura. Ricomincerà a uccidere delle persone se sa che la state ancora cercando>> dico guardando i due.
<<Sai sorellina è così bello il modo in cui ti escludi dall'argoameto Elena>> commenta Damon sarcastico ma sia io che Stefan lo ignoriamo.
<<Potremmo sempre fare in modo che la voglia>>
<<Si? Come puoi far volere qualcosa a un vampiro senza emozioni?>> domando appoggiandomi al tavolo da pranzo guardandolo.
<<Riattivando l'interruttore dell'umanità>> risponde ovvio, al che aggrotto le sopracciglia.
<<Quindi cosa farai? Vuoi bombardarla di emozioni finche non gliene resta una dentro?>> chiede il mio gemello stoppando la palla da football.
<<Si e se questo non funziona attiviamo il piano B, la rinchiudiamo e la teniamo calma finche non ci inventiamo un piano C>>
<<Io avrei delle proposte per il piano C>> sorrido sghemba raccogliendo il mio diario e la penna.
<< Divertente, e cosa accadrà quando le torneranno le emozioni che ha represso dalla morte di Jeremy?>>
<<Beh, a quel punto amico mio tu resterai al suo fianco pronto per aiutarla>> soffoco una risata al commento di Stefan guardando Damon appoggiare le braccia al divano.
<<Giusto, perche tu non vuoi rivivere certi ricordi e quando sarà tutto finito uscirai per sempre dalla sua vita>> dice con fare ovvio.
<<Bingo>>
<<Bene, come facciamo?>> domanda Damon guardando sia me che lui.
Entrare nelle faccende altrui senza che lo si voglia: fatto.

Solo le persone superficiali impiegano anni per liberarsi da un'emozione

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


Solo le persone superficiali impiegano anni per liberarsi da un'emozione.
Chi sia padrone di sé può porre termine a una sofferenza con la stessa facilità con cui inventa un piacere.
Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle.

Il ritratto di Dorian Gray.
Uno dei miei libri preferiti, considerato il manifesto dell'Estetismo.
Ricordo ancora quando uscì: era il 1890, i redattori censurarono alcune parti per via di vari contenuti "inappropriati" di quel tempo.
La mia lettura viene interrotta dallo sbattere della porta d'ingresso, sussulto presa alla sprovvista alzando la testa verso il trambusto.
Mi si forma un sorriso sulla faccia osservando la doppelgänger svenuta tra le braccia di Stefan.
<<Potrei emozionarmi>> chiudo il libro, un'altra volta signor Wilde.
<<Zitta e aiutaci a portarla di sotto>> commenta scocciato Damon mentre mi lascia in mano un cuscino e una coperta vecchia.
In religioso silenzio faccio strada verso lo scantinato, con l'aiuto del più simpatico della famiglia apro la prima cella sulla sinistra dove appoggio il cuscino e la coperta in modo tale che Stefan possa poggiare Elena.
<<Adesso no, ma domattina sentirà parecchio dolore>> commenta Damon fissandola. Suppongo che il piano e il ballo non siano andati bene.
<<Qual'è il piano?>> domanda Stefan.
<<Quando Bonnie l'ha aggredita, stasera, l'ho visto nei suoi occhi. Elena credeva di morire, aveva paura>>
<<Paura>> sussurra quasi Stefan mentre mi tornano in mente i momenti in cui ho provato questa emozione.

L'unica cosa che dobbiamo temere è la paura stessa.

<< Se ricordo bene è una di quelle fastidiose emozioni umane>> dice Damon con disgusto.
<< Perciò il piano C è renderle la vita un inferno>> commento trattenendo la mia felicità che però é interrotta dallo squillo del mio telefono: Klaus.
<<Scusate>> dico correndo di sopra lasciando i miei fratelli a fare mente locale.
<<Ho bisogno che tu venga qui urgentemente, non dirlo a nessuno>>

From Dusk Till DawnWhere stories live. Discover now