23.Your soul

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Tu sei il ritratto della quiete,
che la mia anima in tempesta
brama.

HAYDEN MAHONE

GRACE

Capitava in modo fin troppo frequente ultimamente, che mi risvegliassi al mattino con atroci dolori alle tempie e poca memoria degli accaduti notturni. Quando aprii gli occhi, tutto ciò che riuscii ad identificare si riduceva ad un soffitto bianco, per niente famigliare al palco della mia stanza.

Girai di poco la testa verso la luce fastidiosa che penetrava attraverso una parete vetrata.
Poi il profumo speziato che avevo addosso e che permeava le lenzuola, mi permise di connettere con la realtà e capire che mi trovassi nel covo del tormento. Ricordi parcellizzati, risalenti a poche ora prima, mi attraversarono la mente nelle vesti di un imbarazzante cortometraggio.
Che figura di merda.

Mi tirai su, studiando brevemente ciò che avevo indosso. Una maglietta oversize, le cui maniche corte mi arrivavano in realtà fino al gomito e un paio di boxer. I capelli, morbidi e puliti ricadevano pettinati sulla schiena. Hayden si era impegnato. Feci un piccolo sorriso a quel pensiero, rimembrando anche il momento in cui, con pazienza, mi aveva asciugata e vestita dopo la doccia. Non ero fiera della mia sconsideratezza, o delle condizioni pietose in cui mi ero ridotta, e immaginai che non fossi l'unica a crederlo.

L'idea di affrontare Hayden dopo stanotte mi rendeva irrequieta. Avevamo vissuto un bel momento, seppur lui avesse chiarito le intenzioni poco serie che nutriva nei miei confronti...E poi si era ritrovato a dover subire le mie sessioni di vomito, gli sproloqui e la doccia paragonabile a quella di una bambina di due anni con annessa provocazione sessuale assolutamente incresciosa. Mi vergognai ancora, rammentando lo stato pietoso in cui mi aveva vista, e immaginai che non fosse quello il modo di catturare l'attenzione di un ragazzo che mi piaceva.

Ammetterlo in modo cristallino a me stessa, fu spaventoso e liberatorio al contempo. Hayden Mahone, il tormento, il cappellaio matto, mi piaceva più di quanto avrei creduto possibile per una come me.
Sospirando profondamente, decisi che fosse arrivato il momento di affrontare le conseguenze alle mie azioni, pertanto abbandonai il calore del letto nero king size che occupava metà della stanza, guardandomi intorno.

L'ambiente era distino rispetto alla camera di Villa Mahone; questo rispecchiava la sua versione adulta, matura e più cupa. Le dimensioni erano decisamente più ridotte, ma questa mancanza di spazio la rendeva più accogliente e confortevole per i miei gusti. Non amavo le grandi case, seppure potessero risultare di gran lunga più comode per garantire una convivenza alla base della privacy.
Forse perché mi ero abituata al ceto sociale a cui appartenevo e che non permetteva un simile lusso.
Forse perché mi ricordavano ciò che in realtà avevo, prima di distruggere tutto quanto a causa della mia ingiustificabile irresponsabilità.

Sfiorai con le dita il libro poggiato sul comodino, un'edizione dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij. Il segnalibro era posizionato a più di metà, pertanto immaginai che avrebbe terminato la lettura di lì a breve. Ero affascinata dal nuovo dettaglio che avevo scoperto.
Hayden leggeva, e soprattutto era dedito a titolo ed autori importanti oltre che complessi, proprio come lui.

Feci un piccolo sorriso, a cui seguì un altro sospiro, quando compresi che quello fosse il mio modo di rimandare l'inevitabile.
Armata di coraggio e anche un po' di verecondia, abbandonai la stanza, avventura sono nel corridoio che mi avrebbe condotta al salotto. Tuttavia non terminai il percorso, poichè attirata del profumo del caffe, individuai la cucina.

FORBIDDEN SECRETS [The deadly sins series]Where stories live. Discover now