14. Why am I watching?

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E lasciarmi alla malinconia,
e lasciarmi a me stesso
che sono il mio
spietatissimo carnefice.

GIACOMO LEOPARDI

Hayden's pov

Qualcosa non mi tornava, erano trascorsi svariati giorni da quel pomeriggio in casa di Grace. Stavo riflettendo sulla situazione e più lo facevo, più mi rendevo conto del fatto che mancassero dei pezzi per completare il quadro della situazione. Mio padre era intelligente ma aveva commesso l'errore che prima o poi tutti commettevamo, sentirsi infallibile. Lui credeva che non ci fosse pericolo, mentre io ne sentivo l'odore, era sempre più vicino e speravo di scoprire la direzione dalla quale proveniva, prima che fosse troppo tardi.

«Fai più in fretta cazzo!» Me la presi con Ethan che stava smanettando da parecchio tempo con tutti i tasti di cui disponeva nella sua postazione di elettronica.

«Ci sto provando», rispose lui esasperato a causa della mia insistenza.

«Principessina, non abbiamo tutta la cazzo di giornata», lo riprese Felix, impegnato a realizzare una canna. Non aveva mai perso l'abitudine. Quando eravamo in addestramento dovevo sempre coprirgli le spalle per far in modo che nessuno lo sorprendesse.

«Perché non vai a farti un giro invece di scassare le palle, Loyal?» si intromise Jaxon, accendendosi una sigaretta. Era ancora molto diffidente nei confronti del mio ex compagno. Lo tollerava solamente perché consapevole del fatto che mi avesse salvato la vita.

«Perché scassare le palle mi diverte di più», gli fece l'occhiolino quest'ultimo, mentre io con un'occhiata consigliai a Jaxon di lasciar stare. Non avevo voglia di gestire la loro azzuffata. Lui mi comprese e alzando gli occhi al cielo ignorò le parole di Felix.

Riportai l'attenzione agli schermi di Ethan che erano pieni di codici a me incomprensibili. Avevamo allestito un bel posto che ci permetteva di avere la giusta privacy e sicurezza, mentre portavamo avanti le nostre indagini. Le nostre azioni erano perfettamente illegali, tuttavia nessuno dei quattro sembrava preoccuparsene. Le regole in fondo, erano state create per essere infrante.

«Ci sono», esclamò all'improvviso Ethan facendo scattare tutti sull'attenti. Io guardai il display del computer principale, stringendo i bordi della scrivania finchè le nocche non assunsero un colorito pallido.

«Eccolo, il figlio di puttana», confermò la sua identità Loyal, mentre io riuscivo a sentire il battito cardiaco rimbombarmi nelle orecchie. Tutto sembrò offuscarsi mentre la mente si staccò dal corpo, intraprendendo un pericoloso viaggio nel passato.

Flashback

Avevo le mani che tremavano mentre fotografavo tutti i fascicoli che avevo trovato, scannerizzandoli per poi metterli in una cartella che li avrebbe spediti immediatamente a chi di dovere quando ne avrei avuto bisogno. Il processo tuttavia era lungo e io non disponevo del tempo necessario.

«Muoviti cazzo!» Felix si affacciò alla porta, preoccupato quanto me che stavo cercando di fare il più in fretta possibile. Quando sentii i passi di Javier avvicinarsi all'ufficio, compresi che non ne sarei uscito questa volta, ma avevo ideato un piano insieme a Felix, che ci avrebbe permesso in qualsiasi circostanza di continuare con la missione.

Proprio in quell'istante i file finirono di caricarsi, e io nascosi il cellulare all'interno del dossier blu che conteneva le schede anagrafiche di ognuno degli arruolati. Felix, sapeva che lo avrebbe trovato lì. Pochi secondi dopo il passo pesante causato dagli stivali di Javier si fermò proprio dirimpetto alla porta. Feci un respiro profondo, tentando di tranquillizzarmi. Sapevo a cosa andavo incontro, era giusto così, non mi sarei mai tirato indietro. Mai. La maniglia in acciaio si abbassò, e la serratura scattò, causando un cigolio inquietante quando la lastra di legno iniziò ad aprirsi.

FORBIDDEN SECRETS [The deadly sins series]Where stories live. Discover now