20.2.Skin to skin, breathe me in

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Bisogna amarsi, e poi
bisogna dirselo, e poi
bisogna scriverselo, e poi
bisogna baciarsi sulla bocca,
sugli occhi, e ovunque.

VICTOR HUGO

Grace's pov

"Toccati Alis, fammi vedere come godi per me."

Le sue parole mi rimbombavano all'interno della testa. Dal momento in cui era entrato nella stanza, la mia sanità mentale era andata a farsi benedire.

Volevo giocare e credevo di vincere, ma non avevo tenuto conto dell'effetto che la sua presenza riusciva a scatenarmi. Mi guardava, dall'alto del suo metro e novanta, e quasi mi pentii di aver provocato il demone più oscuro dell'inferno.

«Sei venuto fin qui per vedermi infilare le dita dentro la fica, Hayden?» sfacciata, pronunciai queste parole, avvicinandomi con la testa al suo volto finché non gli sfiorai le labbra carnose e invitanti.

Lui aveva ancora la mano avvolta attorno al mio collo. La stretta era virile e possente, ma non soffocante in modo fastidioso. Mi piaceva.

«Non era quello che desideravi, Grace?» rispose di rimando, mentre con l'altra mano afferrò il lembo della maglia, tirandolo lentamente su finchè non arrivò al fianco, per poi arpionarlo nella sua stretta.

A causa di questo gesto, la sua gamba si premette proprio su quel punto magico che da poco avevo scoperto potesse catapultarmi in un altro universo.
In risposta, allacciai una gamba attorno alla sua vita, attirandolo ancora di più a me. Ebbi un fremito quando le nostre intimità si scontrarono. Un minimo contatto era sufficiente per contaminare la mia latente razionalità.

Mi ero spinta oltre i miei limiti, e ora non sapevo cosa fare o come comportarmi. In quel preciso istante, iniziai ad interfacciarmi con le conseguenze del mio gesto avventato e impulsivo.

«Alis, Alis, alis...» cantilenò, scivolando con lo sguardo sulle mie labbra. «Mi sembra di averti ripetuto molteplici volte di smetterla di giocare con il fuoco, ma tu continui a farlo» scosse di poco la testa, per poi riportare i suoi occhi chiari nei miei.

«Non ti piace quando lo faccio?» Chiesi, deglutendo, in imbarazzo. Mi sentivo una stupida.

«Mi piacerebbe di più, se prendessi il coraggio di affrontarle le fiamme. Per giocare devi essere disposta al rischio di perdere qualcosa.» Chiarì, stimolando ogni mio senso grazie alla sua voce baritonale e ipnotizzante.

«Perché non mi insegni?» Ero completamente circondata dalla sua essenza, e ciò mi conduceva inevitabilmente verso il pericolo dell'ignoto.
Mi piaceva l'idea di rischiare, ma non avevo mai avuto il coraggio effettivo per farlo.

Lui sembrò rifletterci su per qualche secondo, e poi mi afferrò una mano, mentre io lo guardai confusa. Quando la guidò verso il mio seno, riuscii a comprendere le sue intenzioni, e rilasciando un respiro profondo lo lasciai continuare.
Con il palmo poggiato contro le mie dita, mi spinse a stringermi il seno. Riuscii a percepire il capezzolo tendersi, eccitato dalle attenzioni che entrambi gli stavamo concedendo, eppure non era abbastanza.

Prendendo iniziativa, lo pizzicai tra due dita, sospirando grazie alla scarica elettrica che questa azione direzionò al mio basso ventre. Una volta notato che avessi preso famigliarità con il gesto, Hayden mi lasciò procedere in autonomia, prima di affermare l'altra mano.

FORBIDDEN SECRETS [The deadly sins series]Where stories live. Discover now