4.Attracted to trouble

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Ma tu chi sei,
che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?

SHAKESPEARE

<<Grace, so che sei ancora arrabbiata. Non mi rivolgi uno sguardo da due giorni, non credi che dovremmo parlarne?>> mia madre ruppe il silenzio in cucina mentre ero intenta a fare colazione.

Sospirai lasciando cadere il cucchiaio dentro la tazzina. Incrociai le braccia al petto rivolgendole la mia attenzione.

<<Ne avevamo già parlato, e le cose non sono cambiate mamma. Tu mi hai spinta a chiedere aiuto anni fa, perché non riesci a farlo anche con te stessa?>> sbottai mentre lei prese posto al mio fianco, poggiando gli avambracci sul tavolo.

<<Non trattarmi come se fossi un'alcolizzata Grace>> si offese corrucciando lo sguardo <<ci sono dei giorni in cui loro mi mancano davvero molto, ma io vivo per te e non permetterò a niente al mondo di rovinare il nostro legame.>> mi afferrò una mano rinchiudendola fra le sue, aveva le lacrime agli occhi e questo fece male al mio cuore.

Mia madre non era il tipo di persona che amava mostrarsi debole di fronte ad altri, anche quando si trattava di me.
Le accarezzai il dorso della mano, decidendo di credere alle sue parole questa volta. La sua non era una condizione grave, sarei riuscita ad aiutarla io stessa, non l'avrei lasciata cadere in quel burrone buio dal quale era poi difficile uscire.

Lei mi tirò verso di se, vincolandomi in un abbraccio caloroso. Presi posto sulle sue gambe, stringendola a mia volta. Le lasciai un bacio sulla guancia asciugandole le lacrime. Mia madre era tutto per me, l'unica persona che mi era rimasta e che contava più di tutte al mondo. Sarei morta per lei.

Si riprese in fretta distendendo le labbra in un sorriso che amavo vedere sul suo volto.
<<Non sei più andata da Jane>> mi ricordò mentre io sospirai.

<<Con tutte le pratiche per l'università, il lavoro e poi l'inizio delle lezioni non ho avuto tempo, oggi le farò una chiamata>> dissi poggiando la testa sulla sua spalla, mentre lei iniziò ad accarezzarmi i capelli.

<<Quel Karl è uno sfruttatore, non smetterò mai di dirlo>> scosse la testa contrariata. Effettivamente la paga rispetto alle ore e alla mole di lavoro svolta era misera, ma perlomeno era meglio di nulla.

<<Mamma, non ricominciare!>> le puntai un dito contro mentre lei alzo le mani in segno di resa.

<<Forza pulce corri a prepararti o farai tardi a lezione>> mi ricordò mentre io spalancai gli occhi guardando l'orario.

<<Dannazione!>> dissi alzandomi in fretta e furia, sarei dovuta essere alla fermata fra tre minuti.

<<Grace Miller, non imprecare!>> mi richiamò quando stavo per chiudermi la porta di casa alle spalle.

<<Scusa mamma>> urlai iniziando a correre a perdifiato, per una volta in cui potevo essere in perfetto orario sono finita comunque in ritardo.

Il clacson di una macchina mi fece sobbalzare, mi portai una mano sul petto a causa dello spavento, per poi notare Avril alla guida.

Strabuzzai gli occhi sorpresa, da quando aveva una macchina?

<<Salta su nina!>> non me lo feci ripetere due volte e presi posto sulla decappottabile bianca, che profumava ancora di nuovo.

<<E questa da dove salta fuori?>> chiesi allacciandomi la cinta mentre lei partì senza rispettare i limiti di velocità imposti su quella strada. A quanto pare era un vizio di famiglia.

FORBIDDEN SECRETS [The deadly sins series]Where stories live. Discover now