16.Under the influence

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Due modi ci sono per non soffrire.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed
esige attenzione e apprendimento
continui: cercare e saper riconoscere
chi e che cosa, in mezzo all'inferno,
non è inferno, e farlo durare,
e dargli spazio.

ITALO CALVINO



Da quando ero ritornata a casa, pensavo alle parole che il ragazzo sconosciuto aveva pronunciato e al contenuto del bigliettino. Due iniziali, che però non riconducevano ad alcuna spiegazione logica. Stanotte ero crollata senza nemmeno rendermene conto, ora era mattina e fortunatamente iniziavo le lezioni più tardi rispetto al solito. Sbuffai, accendendo il computer. Avevo bisogno di capire. Digitai le parole sconnesse che rimembravo della frase e con sorpresa mi accorsi del fatto di esserci riuscita.

Era un passo del Vangelo di Tommaso. Lo lessi e lo rilessi finché le lettere non iniziarono ad incrociarsi fra di loro. Cosa significava questo? Cos'è che dovevo sapere e cos'è che mi veniva nascosto?

Tutte queste domande senza alcuna risposta mi snervavano. Io ero solita volere delle spiegazioni nell'immediato, la mia curiosità però, questa volta, era mista ad una sensazione di disagio. Ero inquieta e in parte costernata da ciò che era successo. C'era una parte di me, forse proprio il famoso sesto senso di cui tutti parlavano, che mi metteva in guardia. Forse avrei dovuto parlarne con il comandante Dave, ma se fosse stato solamente uno stupido scherzo avrei allarmato la polizia per nulla.

Negli ultimi giorni era capitato che ricevessi anche delle telefonate anonime, ma in fondo era molto plausibile che fossero semplicemente dei ragazzini alla ricerca di divertimento. L'avevo fatto anche io quando ero più piccola e non credevo che fosse diventata un abitudine in disuso.

Chiusi di scatto il pc, quando ascoltai la voce di mia madre chiamarmi, proveniente dalla cucina. Segnai ciò che avevo scoperto su un quadernino, per poi nasconderlo fra i vari libri di cui disponevo.

La raggiunsi, e non appena entrai mi imbattei proprio nel comandante, che era seduto su uno degli sgabelli posizionati accanto al nostro bancone in cucina. Immediatamente ebbi le palpitazioni, c'era un motivo alla sua presenza qui e mi chiedevo quale mai potesse essere.
Che mi stessero spiando il cellulare? Oppure era collegato al furto che avevamo subito qualche giorno prima?
Mi facevo mille domande diverse, provando ad immaginare cosa l'avesse spinto a farci visita e dentro di me speravo che portasse buone notizie.

Diffidente, mi avvicinai guardando lui che in realtà sembrava essere a suo agio. Non mi stava mettendo sotto pressione con i suoi occhi, tuttavia potei chiaramente notare che mi stesse studiando. Forse per captare le mie reazioni.

«C'è qualcosa che dovrei sapere?» Chiesi, incrociando le braccia al petto e alternando lo sguardo da lui a mia madre. Nello stesso istante in cui lei fece per aprire bocca però, il campanello suonò.

«Vado io» decretai. Avevo bisogno di un momento per rimettere in ordine le idee senza essere tenuta sotto osservazione.
Aprii la porta ritrovandomi di fronte British che sorrideva con un sacchetto di carta fra le mani.

«Ti ho portato la brioches alla crema di pistacchio» sorrise, mostrandomi fiero ciò che aveva, con tanto affetto, comprato per me.

«Grazie» sorrisi stampandogli un bacio sulla guancia, prima di invitarlo ad entrare.

«Mio padre è già qui?» Chiese, mentre io arrestai l'avanzata in mezzo al corridoio strabuzzando gli occhi. Suo padre?
Il mio cervello iniziò a pensare fino a collegare il loro legame. Dave Grey...Grey, il cognome di British. Ecco chi era il famoso figlio della mia età del quale ci aveva parlato rare volte.

FORBIDDEN SECRETS [The deadly sins series]Where stories live. Discover now