-Non lasciarmi...-

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Prima che leggiate questo capitolo vorrei chiedervi di commentare la mia storia. Vorrei avere dei vostri pareri su quest'ultima e se volete potete anche consigliarmi come mandarla avanti, anche se ho già in mente la sua conclusione ma dettagli;)
Detto questo.
Buona lettura!
AVVERTENZA
In questo capitolo ci saranno atti di violenza, autolesionismo e infine pensieri suicidi.

Il corpo di Izuku venne leggermente scosso da un tocco delicato, delicato come il volo di una piuma.
"Izuku... Tesoro..... È ora di cena" Disse Inko facendo svegliare definitivamente il verde "Arrivo" Rispose secco alzandosi dalla sua sedia in legno che fece qualche scricchiolio.
La madre scese prima di lui, Izuku controllò inutilmente il suo telefono per vedere se vi era qualche notifica, ma non c'era nulla.
Scese anche lui le scale e si sedette a tavola aspettando il pasto. Suo padre stava ancora guardando la TV in soggiorno così Inko andò a chiamarlo.
Dopo che i piatti furono serviti e tutti si erano seduti a tavola un grande silenzio calò, un silenzio che era pieno di perchè, un silenzio imbarazzante che doveva essere interrotto. "Ho p-" Cercò di dire Izuku ma un bicchiere di acqua in viso lo interruppe " Sta zitto, non fiatare" Disse Hisashi aggressivamente.
Il verde con ancora qualche gocciolina d'acqua che scendeva dal suo mento abbassò il viso e riprese a mangiare. Mangiare..... Non stava veramente mangiando, stava solo rigirando il cibo come se quello potesse ucciderlo. Prese un pezzo di quello che era del pollo e se lo portò vicino alla sottile bocca. Le mani presero a tremare e i suoi occhi stavano diventando sempre più appannati ' È solo un pezzo' Si ripeteva il verde mentre cercava di trattenere le lacrime, aprì leggermente la bocca e infilò quel pezzettino di carne. Lo masticò chiudendo gli occhi e prese a percepirne il gusto, la carne era morbida, quasi si scoglieva in bocca, la temperatura era leggermente calda ma niente di particolare, si sentivano le spezie che vi erano state aggiunte sopra, era buono ,molto buono. Quel pasto che però sembrava stesse andando per il meglio finì con il peggio.
"Fa schifo" Disse Hisashi rigirando la carne con la forchetta, ad Inko prese subito il panico "Mi di-ispiace t-tesoro... Ti preparo q-qualcos'altro" Disse ella balbettando "Mi fa schifo la tua cucina!" Gridò Hisashi alzandosi violentamente e prendendo il piatto che subito dopo venne lanciato addosso ad Inko. Inko cadde a terra ed iniziò a tremare sussurrando mi dispiace in continuazione "Sta zitta donna! Non sai fare nemmeno i tuoi compiti! È colpa tua se ho un figlio fallito sai?!" Gridò mentre tirò un forte calcio addosso ad Inko "Papà smettila!" Interruppe Izuku prendendo il padre per un braccio "Tu vai di sopra hai capito?!" Ed uno spintone lo fece cadere a terra "Izuku... N-non ti p-preoccupare vai.." Disse Inko facendo un sorriso rassicurante, che però nascondeva dolore. Izuku non aveva intenzione di lasciarla, non voleva andarsene, non voleva abbandonarla, ma sembrava quasi che gl'occhi di sua madre lo implorassero di andarsene....

"Mi fai schifo.." Sussurrò il verde abbassando lo sguardo e stringendo i pugni "che cosa hai detto?!" Scandì Hisashi togliendo tutta la sua attenzione da Inko "Ho detto che mi fai schifo, lurido bastardo!" Gridò Izuku preso dalla rabbia.

Silenzio.

Non era più il silenzio di prima, quello era un silenzio colmo di rabbia. Izuku alzò lo sguardo, e per la prima volta ebbe il coraggio di guardare quella persona che chiamava 'Papà' negl'occhi. Aveva paura? Sì moltissima, ma non si sarebbe arreso, non stavolta, non ne poteva più, era stanco, forse era tempo di dire addio, di arrendersi, ma lui non aveva nemmeno la piccola intenzione di arrendersi .
Un pugno forte come mai aveva ricevuto arrivò sul suo volto che lo fece scaraventare a terra.
"Prova a ripeterlo un'altra volta bastardo!" Urlò Hisahi mentre prese per il colletto Izuku, dopo di chè lo lanciò alla parete e un dolore atroce si propagò per il corpo di Izuku che iniziò a tremare.
Si alzò in fretta e furia e scappò in camera sua chiudendo la porta, poteva sentire come suo padre bussasse alla porta e gridasse a quest'ultima, ma a lui non importava, aveva avuto la forza di affrontarlo come mai aveva fatto.
Si lasciò cadere piano piano a terra sempre con la schiena appoggiata alla porta, che finalmente non veniva più bussata. Era nato altro silenzio. Le lacrime non uscivano più. Izuku guardava semplicemente il vuoto come se ci fosse la soluzione di tutto. Continuava a sussurrare frasi senza senso, o per lo meno alle persone che lo avrebbero visto dall'esterno avrebbero pensato che non avessero un senso, ma per il verde avevano senso, molto senso "mi dispiace......."
"Sono un fallimento..."
"Dovrei morire..."
"Perchè sono nato...
"Basta...."
"Fermati...."
"Te l'ho sto chiesto gentilmente..."
"Perchè me...."
Izuku si tirò uno schiaffo.
"Perchè...."
"Perchè me..."
Un altro schiaffo
"Non dovevo nascere.."
E un altro
"Voglio morire"
Sussurrò prendendo il taglierino che si trovava nel cassetto della scrivania affianco a lui, alzò la manica e aprì l'arma, lo posò sul suo braccio destro che era ancora pulito, e premette, premette, premette come mai aveva fatto mentre il suo sangue sporcava il pavimento ma a lui non importava , in quel momento non si preoccupava del dolore che si stava auto-infliggendo, l'unico dolore che sentiva era quello del suo cuore.
Era stanco. Era stanco di vivere. Voleva morire.
"Voglio morire " Sussurrò lasciando che il sangue continuasse ad uscire dal suo polso, la testa iniziava a girare ed Izuku avvicinò la sua mano sinistra a quel braccio ormai rosso e premette, premette la ferita fino a stringere gli occhi per il dolore.
Prese una maglia e la passò sul suo braccio pulendo piano piano il sangue, la maglia si tinse di rosso e ad un certo puntò sentì le sue guancie bagnate, le toccò macchiandole di rosso e solo in quel momento si accorse che stava piangendo, le lacrime erano calde e salate, li sembrava quasi di star toccando il mare, chiuse gli occhi e immaginò. Immaginò una vita che non era la sua, una vita perfetta, una vita con solo sua madre, una vita dov'era ancora amico di Katsuki. Una vita che non era la sua.

Si alzò e prese le bende da sotto il suo letto, avvolse il suo sottile polso con esse e si sdraiò sul letto addormentandosi.
La mattina seguente si preparò ed uscì ancora prima che i suoi genitori si svegliassero, anche se a giudicare dalle urla che aveva sentito la sera prima, erano andati avanti fino a tarda notte quindi si sarebbero Svegliati tardi.
Prese il treno ma non trovò Uraraka che come suo solito lo aspettava così fece tutto il viaggio solo, l'unica cosa che li teneva compagnia era il pianto di alcuni bambini e la sua amata musica che usciva dalle sue cuffiette.

•~~~~•

Arrivò davanti alla scuola ed entrò, prese posto e sistemò i suoi libri per la lezione che avrebbe avuto dopo.
La classe si riempiva piano piano ed Izuku si appoggiò al banco chiudendo gli occhi, proprio in quel momento entrò Akio che non appena dentro lanciò un'occhiata al verde, che però aveva gli occhi chiusi.
Prese posto anche lui lanciando degli sguardi ad Izuku, aveva notato una guancia più rossa dell'altra e si stava preoccupando ma il suo orgoglio gli diceva di non andare da lui e di non preoccuparsi così distolse lo sguardo e prese il telefono.
Izuku si 'risvegliò' e le lezioni iniziarono.
"Bene ricordatevi che a fine mese ci saranno gli esami, mi raccomando studiate, arrivederci" Disse il professore facendo un inchino e uscendo dalla classe, un'altra giornata di scuola era finita ed Izuku si stava preparando per tornare a casa.
Stava mettendo un libro dentro lo zaino quando una mano sbattuta sul suo banco lo interruppe "Ehy secchione, quei due di ieri... Erano tuoi amici?" Disse Murakami "No....." Rispose il verde abbassando lo sguardo, ma prima che quei tre potessero aggiungere qualcosa, Izuku chiuse la cerniera del suo zaino e scappò letteralmente fuori dalla classe. Corse e corse, aveva paura che quei tre lo seguissero. Superò un ragazzo con i capelli rossi e continuò a correre fino ad arrivare a casa.
Quando arrivò a casa posò il suo zaino e cercò il suo portafoglio nella tasca leggermente aperta dove era sicuro di averlo messo , ma non lo trovava. Li prese il panico.
"Dove diamine L'ho messo?!" Disse stringendo le mani tra i suoi capelli, provò a ricordare tutti gli avvenimenti che aveva vissuto prima. La corsa. Aveva corso come un dannato e la tasca era leggermente aperta, era caduto per forza per quel motivo.
'Cazzo' pensò sedendosi sul letto, per sua fortuna però, non aveva lasciato dentro la carta d'identità ma solo qualche soldo.
Prese i libri ed iniziò a studiare.

Un'ora prima(quando Izuku stava correndo)

Il rosso stava camminando tranquillamente quando un ragazzo con I capelli verdi non lo sorpassò "ma che diam-" s'interruppe quando notò che quel ragazzo era lo stesso del giorno prima che stava venendo picchiato, lo guardò allontanarsi quando notò una cosa nera cadere dal suo zaino. Si avvicinò e la prese "Un portafoglio " Disse Kirishima rigirando l'oggetto "Forse dovrei ridarglielo.... Ma come faccio ormai se n'è andato.... Ho un'idea!" Esultò prendendo il telefono e digitando il numero del suo migliore amico.
~In telefonata~
"Ehy bakubro!"
"Che vuoi capelli di merda"
"Ciao anche a te, ecco vedi"
"Sono di fretta muoviti!"
"Ricordi il ragazzo di ieri, vedi L'ho riscontrato e ha perso il portafoglio, visto che eravate amici sono sicuro che tu sappia dove abita, domani andiamo a ridarglielo insieme"
Il biondo si mutò dall'altra parte e fece un grosso respiro.
"Va bene" Disse infine chiudendo la chiamata. Avrebbe rincontrato Deku, e chissà, magari sarebbe riuscito a farsi perdonare.

'Me lo merito?'
'No...'
'Allora perchè?'
'Non lo so..'
'Rispondi '
'L'ho fatto..'
'Kacchan'
'Ti prego...'
'Non lasciarmi...'

-ANGOLO AUTRICE-
Piaciuto questo capitolo? Spero di sì visto che ci ho messo tutto il cuore.

Al prossimo capitolo;)

༄𝑻𝒐𝒓𝒏𝒂 𝒂𝒅 𝒂𝒎𝒂𝒓𝒎𝒊 - ᵇᵃᵏᵘᵈᵉᵏᵘWhere stories live. Discover now