Capitolo 33

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Doppio Pov.

Pov Wine

Ho ancora la febbre e ho un terribile mal di testa.
Pom se ne è andato da un'ora. A dire il vero, l'ho obbligato ad andarsene perché lui voleva rimanere, ma non me la sentivo di trattenerlo anche questa notte.
È stato gentile ad occuparsi di me, ma non mi piace dipendere dagli altri. Ho sempre fatto così. Anche quando ero piccolo mi arrangiavo a fare tutto da solo.
Per me è insolito avere qualcuno che si prenda cura di me.

Sono così stanco.

Non avrei dovuto rimanere sotto la pioggia per tutto quel tempo...

Mi giro e rigiro nel letto da un po'. 
Stare da solo mi obbliga a pensare. Ultimamente ho riflettuto su tante cose, ma la mia mente immancabilmente si ferma su Minute e il nostro rapporto.

Ormai ci ho fatto talmente l’abitudine che non me ne sorprendo più. Tra poche settimane me ne andrò e sarà tutto finito. 
Mi manca il respiro mentre prendo atto della situazione.
Sono scappato per Drew e ora sto scappando per Minute.

Chissà come starà.

Sospiro di nuovo.

Voglio vederlo? Sì. No. Non c’era una risposta giusta. Se fossi onesto con me stesso, la risposta sarebbe sicuramente sì. La risposta sarebbe sempre sì. 
Voglio vederlo sempre.

Mi manca. 
Una parte di me ne sente sempre la mancanza, tanto che il mio cervello non mi da il permesso di dimenticare i momenti in cui mi è sembrato di vivere una favola. 
Sì.
Una favola felice dove c'eravamo solo io e lui.

Ma l'altra parte del mio cervello pensa a mio padre, a suo padre e alla sua vita che sarà sicuramente migliore senza di me.

Guardo l'orologio sul telefono, ormai è l'una di notte. Mi sento ancora caldo e ho i brividi. Chiudo gli occhi cercando di dormire, ma improvvisamente sento qualcuno bussare alla porta.

Mi chiedo chi sarà a quest'ora, ma sicuramente è Ai Pom che è tornato indietro. 
Mi alzo barcollando e mi avvicino alla porta. Non guardo nemmeno chi è, nessuno a parte lui viene a bussare alla mia stanza. 
Apro la porta e, invece, mi ritrovo Minute davanti a me.

"Lo so che sei malato, ma ho bisogno di parlarti."

La sua voce. 
I suoi occhi. 
Il suo viso. 
Il mio cuore si ferma per un istante.

"Va bene. Entra."

Mi sposto e lo lascio entrare.

Chiudo per un attimo gli occhi quando mi passa vicino. 
D'istinto vorrei prenderlo e abbracciarlo, ma non posso.

Va verso il centro della stanza si ferma ed è girato ancora di spalle. Mi avvicino e mi metto dietro di lui. Sembra nervoso o forse sono io quello che è nervoso. 
Mi gira leggermente la testa e barcollo finendo per appoggiarmi alla sedia della scrivania. Proprio in quel momento, Minute si gira e mi vede.

"Ehi. Ti senti male?"

"Scusa. Ho solo avuto un giramento di testa."

"Aspetta." Si avvicina e mi aiuta a sedermi sul letto. "Siediti." Annuisco senza dire altro. "Hai ancora la febbre?"

"Sì." Mi sto chiedendo come lui possa sapere che io stavo male. "Non ti preoccupare. Dimmi,  di cosa volevi parlare?"

"Hai preso le medicine?"

Risponde alle mie domande con altre domande.

"Devo prenderla."

"Dov'è?" mi chiede.

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