Sacrificio (III)

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Quando quella sera rientrarono al dormitorio, incluso Hajoon che per qualche motivo non era uscito con i sunbae-nim come suo solito, erano tutti alquanto abbattuti. Il coreografo si era lamentato perché non erano abbastanza coordinati e aveva minacciato di nuovo di semplificare la coreografia dato che né Jisang né Chanwook riuscivano ad eseguire in modo abbastanza fluido uno dei passaggi del ritornello. E poi Hajoon continuava a saltare troppo in alto, Yongsun rubava la scena anche quando non era al centro e Wonbin quella sera aveva fatto un errore dopo l'altro perché era palesemente distratto.

«Non sembrate neanche un team!» aveva sbottato infine l'insegnante congedandoli dieci minuti prima della fine.

Jisang non riusciva a prendere sonno, preoccupato che se qualcuno avesse scoperto che il maknae aveva rubato i test dal server della scuola, il debutto sarebbe sfumato. Erano così vicini ormai, e il ragazzo non era sicuro di poter sopportare altri mesi di sacrifici e incertezze. Gettò lo sguardo nel letto di fronte al suo e si stupì che Chanwook non si fosse ancora coricato. Era tornato a casa con loro, invece che trascorrere la notte nello studio di registrazione come spesso faceva, perché ormai non era più possibile modificare i brani. A giorni avrebbero filmato il music video e gli album sarebbero andati in stampa. Non aveva idea di quanti fossero i pre-ordini, ma manager Lee aveva detto loro che i numeri erano incoraggianti. Jisang si chiese se Chanwook fosse ormai talmente abituato a dormire alla scrivania che considerasse il proprio letto scomodo. Si alzò in punta di piedi per andare in bagno e quando trovò la porta chiusa a chiave capì che fine avesse fatto il compagno.

Bussò piano, chiamando sottovoce Chanwook, finché non lo senti trascinare i piedi fino all'uscio. Il primo pensiero di Jisang fu che il ragazzo stesse male, che si fosse infortunato alle prove o che il ttaekbokki che avevano mangiato per cena gli avesse scombussolato lo stomaco. Solo quando incrociò il suo sguardo comprese che si trattava di una crisi di nervi, non fisica. «Che succede?» domandò spingendolo di nuovo nel bagno per paura di svegliare gli altri trainee.

«Nulla, davvero, hyung. Solo un po' di stress...»

«Per quello che ci ha detto oggi il coreografo? Ci è andato un po' pesante, lo so.» Mentre parlava, Jisang aveva involontariamente stretto l'avambraccio dell'altro ragazzo per confortarlo, ma il grido soffocato di Chanwook gli fece ritirare la mano.

I due ragazzi si guardarono per un lungo istante negli occhi. Chanwook sembrava perso, così Jisang gli prese di nuovo il braccio e sollevò delicatamente la maglia.

«Ti sei fatto male ballando?»

«Sì» rispose l'altro, ma lo disse con così poca convinzione che Jisang si preoccupò ancora di più.

«Fammi vedere, tira su la manica.»

Dato che Chanwook non accennava a farlo, Jisang si avvicinò per controllare lui stesso. La reazione dell'altro ragazzo lo spiazzò però del tutto: Chanwook fece un balzò indietro e lo supplicò di non avvicinarsi. Park Jisang non si era mai trovato in una situazione simile: sembrava la reazione a un'aggressione, ma non aveva alcun senso dato che gli aveva solo chiesto di poter controllare meglio il livido.

«Chanwook-a, voglio solo assicurarmi che tu stia bene. Se non vuoi farmi vedere, OK, ma ti prego fatti accompagnare al pronto soccorso...»

L'altro ragazzo parve tornare in sé e scosse il capo impercettibilmente. Poi, molto lentamente, si sbottonò la maglia e rimase in canottiera. Jisang spalancò la bocca mentre lo sguardo si spostava sui lividi che l'altro aveva sulle braccia e sulle spalle.

«Questo non è colpa della danza. Lo so perché anche io mi faccio male in continuazione ballando. Cosa è successo, Chanwook-a? Chi è stato?»

«Manager Gu» dirlo a voce alta per la prima volta fu talmente liberatorio che Chanwook scoppiò in una risata. Una risata colma di dolore, rabbia e vergogna.

IDOL: Nightmare Bloom [completata]Where stories live. Discover now