Trainee (III)

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Lee Chanwook si fermò a prendere un caffé prima di rientrare all'agenzia. Fortunatamente a Seul c'era sempre qualche alimentari aperto 24h su 24h e la ragazza che copriva il turno notturno ormai lo conosceva.

Una volta alla SoundGalaxy attraversò i corridoi deserti fino a raggiungere lo studio di registrazione. Posò il suo americano zuccherato sul tavolo, si sfilò la giacca e indossò le pantofole che aveva lasciato sotto la scrivania. Quel cubicolo di neanche due metri quadrati era diventato il suo regno e l'unico posto dove il ragazzo si sentiva al sicuro.

Aveva cominciato a lavorare da appena dieci minuti che la porta si aprì di colpo e Chanwook sobbalzò sulla sedia.

«Ah, ci sei tu» L'uomo che aveva parlato indossava una tuta sbiadita e puzzava terribilmente di alcol.

Qualche ora prima Lee Chanwook aveva tirato un sospiro di sollievo quando aveva visto che manager Gu, quello era il nome dell'uomo che in quel momento lo fissava con astio, non era presente alla cena, perché si sentiva particolarmente a disagio intorno a lui. Fortunatamente non era parte dello staff che si occupava direttamente dei Nightmare Bloom, però di tanto in tanto sostituiva il loro manager principale, e più di una volta Chanwook si era dato malato pur di non avere a che fare con lui.

«Su, alzati, mi serve un posto dove schiacciare un pisolino.»

«Sto lavorando» provò a obiettare il ragazzo in un fil di voce.

«Sto lavorando» gli fece il verso l'altro agguantandolo per un bavero. «E io sto morendo di sonno a furia di correre dalla mattina alla sera dietro alle vostre gonnelle. Ora alzati, signorina, prima che ti ribalti giù dalla sedia.»

Non si trattava di una minaccia vuota: l'uomo ne approfittò per dimostrare che poteva davvero sollevare il ragazzo con una mano sola. Costringendolo ad alzarsi lo sbatté contro la porta.

Chanwook era sbiancato. Non era la prima volta che l'uomo gli affibbiava qualche nomignolo dispregiativo, e non era neanche la prima volta che lo colpiva, ma mai l'aveva fatto con tanta violenza. Il ragazzo non sapeva se manager Gu trattasse in quel modo anche altri trainee, e probabilmente mai l'avrebbe scoperto perché non aveva il coraggio di parlarne con nessuno. Chanwook aveva convissuto con i bulli tutta la vita, ma di solito si trattava di coetanei o compagni poco più grandi, mai era stato preso di mira da un adulto. Non sapeva come rispondere alle prese in giro, alle battutine a sfondo sessuale, alle percosse mascherate da pacche sulle spalle. Fortunatamente quella sera l'uomo non aveva bisogno di sfogare le sue frustrazioni, ma stava davvero cercando solo un posto dove dormire, tanto che appena il suo capo toccò la sedia crollò.

Tremante Chanwook lasciò andare la maniglia. In quel momento aveva una sola preoccupazione, di gran lunga più importante della sua incolumità: non riusciva a staccare lo sguardo dal file che aveva appena modificato ma che non aveva avuto il tempo di salvare. Non voleva rischiare di perderlo, così si allungò il più silenziosamente possibile per raggiungere il mouse. Rischiava di farsi male, perché se l'uomo si fosse svegliato di soprassalto non avrebbe esitato a dargli un pugno in faccia. Chissà se dei segni evidenti di violenza avrebbero preoccupato le persone che in teoria avrebbero dovuto prendersi cura di loro. Bastava che si facesse avanti anche uno solo dei truccatori per cui sarebbe stato un bel problema nascondere un occhio nero, e magari Song PD sarebbe stato costretto a prendere provvedimenti. Si sentì uno sciocco per aver addirittura sperato in un pugno per riuscire a denunciare il manager. Tanto per iniziare avrebbe potuto parlarne con i suoi compagni, ma per qualche assurdo motivo le vittime si vergognavano più dei bulli, come se fosse colpa loro, come se se lo fossero cercato...

L'uomo si mosse a una manciata di centimetri da lui e con uno scatto Chanwook chiuse il software e si lanciò fuori dalla stanza. Solo quando fu in ascensore si rese conto che era in ciabatte, senza giacca e dunque senza portafogli né cellulare. Non poteva che trovare anche lui un angolino dove riposare nella speranza che manager Gu non trascorresse lì tutta la notte. Con il capo chino si affacciò in ciascuna delle salette, ma erano o chiuse a chiave o occupate. Persino in sala danza c'era un gruppo che provava, uno dei gruppi minori della loro agenzia.

IDOL: Nightmare Bloom [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora