Sacrificio (I)

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«Cosa cazzo ti è venuto in mente.»

Yongsun aveva un carattere irascibile, si innervosiva spesso e i ragazzi erano abituati a sentirlo alzare la voce persino con il loro manager. Ma Wonbin non l'aveva mai visto tanto arrabbiato. Anche perché Yongsun aveva una pazienza infinita con lui, lo trattava a tutti gli effetti come un fratello minore anche se avevano appena due anni di differenza.

«Non è come pensi» si giustificò il maknae.

«Se sai cosa sto pensando è perché è esattamente come penso!»

«Non...» Wonbin non sapeva come giustificarsi. Non avrebbe mai voluto che proprio Yongsun scoprisse in che guaio si era cacciato, ma non lo aveva sentito entrare.

«Come li hai ottenuti?» Yongsun fece un respiro profondo prima di strappargli il resto dei fogli di mano.

«Io, noi...»

«Tu e Daepyo?»

Wonbin annuì, sfuggendo lo sguardo del ragazzo che ammirava infinitamente e di cui temeva di aver perso la stima per sempre.

«Daepyo si è messo in contatto con un hacker e...»

L'altro si prese la testa tra le mani. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi in quel casino a pochi passi dal debutto. Wonbin rischiava davvero di mandare tutto all'aria ed era talmente immaturo da non rendersene neanche conto. Yongsun non sapeva cosa fosse peggio: che avesse fatto una cosa così stupida o che l'avesse fatta con tanta leggerezza.

«Non abbiamo lasciato tracce...»

«Cazzate, le tracce ci sono sempre. E anche se fosse impossibile risalire a voi, hai barato, Wonbin-a. Hai preferito pagare uno sconosciuto per prendere una scorciatoia piuttosto che rimboccarti le maniche e studiare. Non so se voglio stare nello stesso gruppo di una persona così...»

Quelle parole furono per Wonbin un pugno nello stomaco. Yongsun sapeva sempre cosa dire per ferire il prossimo, il maknae glielo aveva visto fare migliaia di volte, ma non l'aveva mai sperimentato sulla propria pelle.

«Io-io non...»

«Lo so che non hai pensato alle conseguenze. Non pensi mai alle conseguenze. Quello che mi spaventa è che pure tu ne sei consapevole eppure continui a comportarti così. Pensavo che fossi cambiato, Wonbin-a, pensavo che avessi messo la testa sulle spalle, che tenessi al gruppo quanto il resto di noi.»

«Ma è così, hyung! Ho agito d'impulso, ma mi sono pentito subito e ti giuro, ti giuro che non avrei usato i test.»

«Sei un ragazzino e non sei pronto a essere parte di un gruppo. Ci sono quattro persone la cui carriera dipende in parte da te.»

«Ti prego, ti prego, hyung, dammi la possibilità di dimostrarti che non è così. Posso cambiare...»

«Che succede?» Jisang era fermo sulla soglia.

«Perché siete tutti in ritardo oggi?» gli rispose Yongsun.

«Non siamo in ritardo, io sono in anticipo e anche voi.»

«Non eravate a cena fuori?» intervenne Wonbin provando a cambiare argomento.

«Abbiamo finito e Chanwook è passato al dormitorio. Cosa sta succedendo? Perché stavate litigando?» domandò ancora.

Yongsun gli allungò i fogli che aveva confiscato all'altro ragazzo.

«Che roba è?» commentò tra sé e sé Jisang.

Seccato di doverglielo spiegare, dato che a lui era bastata un'occhiata per capire al volo di cosa si trattasse, Yongsun indicò la data.

«Non è possibile» strabuzzò gli occhi l'altro. «Ti prego, ti prego, Wonbin-a, dimmi che non è così.»

IDOL: Nightmare Bloom [completata]Where stories live. Discover now