Capitolo 50

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Non pensavo che avrei mai indossato di nuovo il Mofuku così presto, anzi pensavo che non l'avrei indossato per molto, molto tempo. Alzai la testa dalle mie ginocchia e osservai mia zia che con grande pazienza e concentrazione scuciva le estremità del mio kimono da lutto per poter prendere la stoffa in eccesso e allungarlo. Fortunatamente non ero cresciuta così tanto dal funerale di Shinichiro, ci avrebbe messo l'intero pomeriggio ma a lei non importava, era un modo come l'altro per non pensare a ciò che sarebbe avvenuto da lì a un paio di giorni, all'addio più doloroso che avremmo dovuto dare.

"Non posso più ricucire i vestiti di Keisuke, lasciami occupare dei tuoi."

Quella frase era stata un pugno dritto nella bocca dello stomaco, dopo averle consegnato il kimono ringraziandola del gesto, ed ero scappata in bagno in preda a una crisi di pianto, non potevo farmi vedere così dalla zia. 

Puntai gli occhi poi sulla figura di mia madre che vagava per la stanza con un'aurea tetra, non sapeva come rendersi utile da quando era entrata nella casa degli zii. Mio padre, dopo aver stretto forte sua sorella e aver fatto le condoglianze anche a suo marito, era uscito con quest'ultimo per sistemare gli ultimi affari con il monaco e con l'agenzia delle onoranze funebri. Non li avevano invitati a casa come il nonno di Mikey aveva fatto per Shinichiro ma, sapevamo bene che quando sarebbero rientrati dovevamo essere pronte per seguirli al tempio dove il corpo di mio cugino, sistemato e imbellettato ci avrebbe aspettato.
-Un lampo.-
Mia madre si era calmata davanti alla finestra, in attesa del temporale che avevano annunciato al televisore poche ore prima, mia zia disse qualcosa riguardante ai suoi panni, non si sarebbero asciugati bene. Io rimasi zitta e allungai la mano verso la brocca d'acqua che era stata preparata sul tavolo, versai il suo contenuto nel mio bicchiere e bevvi avidamente per non dover aprire bocca. All'improvviso la porta si aprì e mio padre e mio zio fecero capolino da dietro essa, entrambi indossavano un completo giacca e cravatta nero e sul volto c'era un'espressione stoica che li accomunava. Potevano darla bere a chiunque ma non a noi, noi che avevamo visto quegli occhi versare lacrime amare prima di sparire dietro la porta.
-È tutto pronto.-
Disse solo mio padre, mia zia annuì e mi guardò titubante alzando il kimono.
-Vado a prendere la macchina da cucire. così appena ho finito possiamo andare.-

***

"-Mamma mia che stronzata.-
Keisuke stava stravaccato nel letto della cucina con un gameboy in mano, la cartuccia scarlatta faceva intuire che stava giocando a Pokemon rosso e accanto a lui la cugina lo osservava attentamente mentre cercava di catturare un venonat.

-Mh? A che ti riferisci?-
Keisuke lanciò la sfera Poké, un attimo di assoluto silenzio mentre nel piccolo schermino si vedeva la sfera bicolore vacillare a destra e sinistra, il fiato sospeso dei due lì portò a esultare quando la sfera si fermò e il gameboy emise un suono di vittoria.

-Sì! Siamo a 99 pokemon trovati.-

-Chissà se riuscirai a completare il pokedex.-
Si chiese Shanti sedendosi e staccando gli occhi dal piccolo schermo colorato.

-Comunque perché è una stronzata?-
-Mi sembra logico. Anche se tagli i capelli il colore rimane lo stesso.-
Disse ovvio il ragazzino alzando le spalle, riprese a girare nella regione di kanto, precisamente durante un percorso dove attraversava l'erba alta e quando vide un Taurus selvatico attaccarlo i suoi occhi brillarono, non gli era mai capitato.
-Secondo me si noterebbero di meno.-
-Ma i capelli corti sono più belli, c'è li hai anche tu.-

Keisuke mise in pausa la partita, non poteva sconcentrarsi ora, e pensò cosa dire alla cugina. Se gli avesse detto che lui era un maschio e lei una femmina la ragazzina avrebbe attaccato con il suo pippone femminista per poi picchiarlo. Sospirò e si passò una mano nei capelli cercando una valida risposta, intanto la ragazza lo osservava in attesa di una risposta.
-Perché non sono belli.-
Prima che la ragazzina potesse controbattere Baji saltò sul letto e alzò in mano un pugno, ora sapeva come convincerla a non tagliarsi i capelli. Il problema, almeno per Baji non era che Shanti si tagliasse i capelli o che usasse la tinta, per lui il problema era che Shanti si voleva spingere a fare queste cose non perché voleva lei ma perché spinta dagli altri. Da gente gelosa o bigotta, lui non voleva che la cugina si piegasse alle regole mute dalla società Giapponese ed era per quello che lui non voleva che lei si tagliasse quelle lingue di fuoco che aveva al posto dei capelli. 
-Li faremo crescere insieme!-
-Ma io li ho già lunghi ...-
Sottolineò la rossa alzando un sopracciglio dubbiosa delle parole del cugino.

Randagi {MikeyXReader}Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt