Capitolo 19 ~ 13 Agosto 2003

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Pov Shanti

Non avrei mai pensato di dover indossare un "Mofuku*" alla mia giovane età, non avevo ancora tredici anni compiuti come la maggior parte di noi ma ... quel giorno, siamo cresciuti tutti. Quel giorno, è stata la fine della nostra infanzia.

"-Gli farebbe piacere se ti vestissi completamente di nero.-"

Le parole di Mikey mi avevano incoraggiata a indossare un vestiario del tutto nero, solitamente i parenti più vicini come madri e figlie potevano vestirsi così.

Seduta sul pavimento in legno del tempio stringevo la mano a Baji, aveva gli occhi rossi e gonfi segno della notte (anzi giorni) passati nel pianto incessante, le mani gli tremavano e ogni tanto un po' di liquido appiccicoso scendeva dal naso e lui se lo asciugava con la manica del completo nero che indossava.

Accanto a noi c'erano mio padre e mia madre, io ero l'unica a indossare il Mofuko dei tre visto che mia madre non lo possedeva e mio padre si era vestito in giacca e cravatta (come era solito per gli uomini). Io avevo deciso di spendere i soldi risparmiati per rifare il mio "corredo" artistico per comprare il kimono per l'occasione. Tramite il mio budjet avevo scelto la qualità migliore che potevo permettermi: L'obi completamente nero ma come di consuetudine possedeva sulla superficie delle damascature in rilievo, L'Obijime il classico cordoncino in seta intrecciata era nero anche questo così come le Zouri (le classiche scarpe da indossare con il kimono) e tutti gli altri accessori a eccezione dei classici calzini tradizionali da indossare con gli Zouri e la sottoveste che avevo scelto con estrema cura essendo la parte fondamentale di una buona vestizione.

Abbassai gli occhi sulle ginocchia osservai il mazzo di fiori che avevo scelto di portare: i Crisantemi bianchi, osservai quei petali rapita pensando che come fiore da Lutto nessuno potesse essere migliore di questi delicati petali bianchi.

Forse mi ero concentrata tanto sul vestiario per non pensare, per non pensare all'estremo peso di colpa che gravava sul mio adorato cugino o al dolore atroce che in questo momento attanagliava l'anima della Famiglia Sano e soprattutto per Mikey.

Mi portai una mano allo stomaco sentendo un breve ma intenso crampo, purtroppo non mangiavo bene da giorni e mangiavo qualcosina a forza solo perché mia madre mi costringeva. Le mie giornate da quel funesto 13 Agosto erano divise tra Manjiro e Baji. Mikey gli stavo accanto dal levar del sole fino al calar della notte, mi assicuravo che mangiasse e che non si lasciasse andare. Mi ero occupata dei pranzi della famiglia insieme a Emma per permettere a Manjiro e suo nonno di poter organizzare al meglio la veglia, il funerale e la cremazione.
"Non importa quanto spenderò. Shinichiro merita il meglio."
Continuava a dire il vecchio Sano alla fine di ogni chiamata per poi trascinarsi nel Dojo dove, al centro in una bara di Mogano nero riposava la salma del giovane Shinichiro Sano. In quei giorni ero andata anche io con Manjiro per vegliare sul corpo del fratello, il biondo se ne stava zitto accanto alla bare in posizione eretta e non fiatava e quindi io facevo lo stesso. Non mi importava quanto mi facessero male le Ginocchia o quanto la mia gola fosse secca, io sarei rimasta sempre con lui. Durante il primo giorno gli avevo appoggiato la mano sulla sua, gli dedicai un dolce sorriso che lui si sforzò di ricambiare prima di ringraziarmi.

In quei giorni lui non era mai crollato.

La sera mi davo il cambio con Draken, eravamo gli unici due dai quali si faceva avvicinare, e andavo a casa mia a cullare un'altra povera anima rimasta vittima di questa storia.
Tutte le sere Baji si rifugiava nel mio letto, si rannicchiava piccolo piccolo e non faceva altro che piangere. Io arrivavo a casa e dopo aver tolto con cura il Mofuko mi sdraiavo accanto a lui abbracciandolo da dietro, gli carezzavo la testa e gli ripetevo che quello che era successo non era colpa sua, che Mikey non era arrabbiato con lui e che tutto si sarebbe risolto al meglio.
-Shanti ... Shinichiro mi aveva riconosciuto! L'ho ammazzato!-
Urlava tra le mie braccia, si agitava mi cercava come unica ancora di salvezza poiché non trovava nei miei occhi alcun tipo di odio o di incazzatura ... nei miei occhi vedeva solo un immenso amore, quell'immenso amore che avevo sempre provato per lui che era sangue del mio sangue.
-Baji ... anche se tutti fossero contro di te io non ti abbandonerò mai.-
Disse accennando anche a lui un sorriso una sera, quella sera fu l'unica sera che il ragazza non si addormentò piangendo e con il respiro affannoso.

Randagi {MikeyXReader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora