Oblivion |A Sirius Black's Fanfiction|

17. Segreti e gelosie

Gennaio si era concluso dando il benvenuto a Febbraio. In questi ultimi giorni Diamante si era, letteralmente, divisa tra Remus e i suoi amici, non voleva che si insospettissero ancora di più, era sufficiente che Pandora e Lily fossero convinte che lei e il grifondoro stessero insieme.

Diamante e Remus avevano fatto ricerche sugli animagus, scoprendo due cose importanti: il rituale che doveva fare Didì per diventare un animagus e che dentro alla scuola ne era presente uno, o meglio una, la Professoressa McGonagall. I due amici avevano deciso di parlarne con lei, perché, per quanto i due sembrassero due criminali che complottavano in segreto, erano due ragazzi ubbidienti e che seguivano le regole, non avrebbero mai fatto una qualsiasi cosa senza avvisare e chiedere aiuto almeno a un professore.

<Signor Lupin, Signorina Williams! A cosa devo questa visita?> Il grifondoro spostò il suo sguardo dalla professoressa McGonagall a Diamante, la quale aveva le guance leggermente arrossate è un piccolo sorriso imbarazzato. <Ecco... noi volevamo chiederle una cosa...> la professoressa li guardò curiosa e fece loro segno di accomodarsi, offrendo anche dei biscotti. La corvonero sospirò pesantemente per darsi coraggio e spiegò alla professoressa la loro idea. A fine spiegazione, ovviamente, la McGonagall non era del tutto convinta, diventare un animagus era un processo veramente molto lungo e, soprattutto, pericoloso.

<Signorina Williams, non sono convinta che sia una buona idea, è molto pericoloso... non vorrei che andasse storto qualcosa. Servono abilità più che eccellenti in trasfigurazione e pozioni. Per quanto lei sia una strega che in questi mesi si è distinta in modo eccezionale, servirebbero altri anni di studio per poter anche solo pensare di provare a diventare un animagus.>

Diamante aveva lo sguardo basso, fisso sulle sue mani che torturavano l'orlo della gonna, capiva perfettamente il punto di vista della professoressa, ma nella sua testa continuava a girare il pensiero che quella fosse l'idea giusta, lei doveva essere un animagus. Il solo pensare a lei diventare a suo piacimento un animale le faceva venire le farfalle nello stomaco, le faceva spuntare un piccolo sorriso.

<La prego, mi insegni> la McGonagall sospirò, avrebbe voluto insistere nel far cambiare idea alla giovane corvonero, ma c'era qualcosa nei suoi occhi che le faceva intuire che a poco sarebbero servite le sue parole. <Eh va bene, ma prima ti consiglio di leggere questo libro> le disse porgendole un libro preso da un cassettone della sua scrivania. Diamante non poté fare a meno di sorriderle gentilmente, era grata che la professoressa l'avesse capita.

Dopo averne parlato con la professoressa McGonagall i due si sentivano sicuramente più leggeri, come se la sensazione di avere un macigno sul petto si fosse alleggerita, ovviamente erano ben lontani dal sentirsi senza alcun peso. Purtroppo le bugie e i segreti che avevano con i loro più cari amici continuavano ad esserci e per due ragazzi come Diamante e Remus, che erano buoni come il pane e con un cuore puro, era difficile da sopportare.

Remus, però, al contrario della corvonero, era abituato al peso che portavano segreti e bugie, costretto da quando era piccolo a cercare di nascondere quello che era. Mentre i due si dirigevano nella sala grande per la pausa pranzo, il grifondoro non poteva evitare di rivolgere qualche occhiata alla sua amica, il suo scopo era quello di scorgere anche una sola espressione che potesse ricondurre all'incertezza ad un ripensamento, ma la corvonero era ben decisa a continuare quello che avevano iniziato.

<Rem, sei inquietante! Sono minuti che mi lanci delle occhiate.> il ragazzo sospirò cercando le parole adatte per cominciare quella conversazione. <Didì... Sei sicura di volerlo fare? Voglio dire, è già abbastanza pesante il peso dei segreti che tieni con i tuoi migliori amici per me, non voglio tu sia costretta a nascondere anche questo...> la corvonero si fermò e si girò completamente verso il suo amico afferrandolo, dolcemente, per le spalle.