Capitolo 15

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Esco dalla sala computer, prima che tutti vedano di nuovo il mio viso rigato dalle lacrime. Vado nella mia stanza e mi rannicchio sul letto cercando di dormire, con scarsi risultati.

Passo ore e ore a girarmi e rigirarmi sul letto cercando di chiudere occhio ma non riuscendoci. Vedo nel mio orologio che sono le 3 di notte, così decido di uscire dalla mia stanza per andare in cucina a bere un po' di latte caldo.

Mia madre me lo faceva sempre quando non riuscivo a dormire la notte, diceva sempre che aiutava a dormire.

Scendo le scale facendo meno rumore possibile. Non avevo mai visto la villa così silenziosa, di solito ci sono persone che camminano, corrono, squilli di telefoni eccetera...

Apro la porta della cucina, ma vedo che c'è la luce accesa, cosa che mi fa capire che c'è qualcuno che non riesce a dormire come me. Sono Alex e Chris.

"Ehi che ci fai ancora sveglia?" mi chiede Alex "Non riuscivo a dormire" rispondo io "Nemmeno noi" dice lui indicando Chris che mi guarda un'espressione indecifrabile "Volete del latte caldo? Mia madre diceva sempre..." inizio a dire ma mi interrompo quando penso che non la rivedrò più. "... non importa" finisco la frase. "Lo accettiamo, grazie" dice Alex accennando un sorriso e io annuisco senza ricambiare il sorriso "So come ti senti... I miei genitori sono morti per overdose quando avevo 15 anni. I tuoi genitori mi hanno accolto con loro, siamo tutti straziati per la loro scomparsa" dice Alex venendo verso di me e appoggiandosi al bancone. In tutto ciò Chris non osa parlare.

Beviamo tutti e tre il latte caldo, poi Alex si alza "Io vado a dormire, ci vediamo domani. Buonanotte Chris" dice facendo un cenno a Chris "Buonanotte Lucy" dice dandomi un leggero bacio sulla guancia "Notte" rispondo io.

Rimaniamo io e Chris seduti uno davanti all'altro.

"Combatti" dice Chris spezzando il silenzio "Cosa?" chiedo io "Combatti... Combatti quegli orribili sentimenti che non fanno altro che farti stare male. Non oso immaginare cosa tu stia provando, ma comportati come ti hanno detto loro: cammina a testa alta senza farti mettere i piedi in testa da nessuno" risponde lui alzando il viso e incastrando i suoi occhi nei miei.

"Ci sto provando" dico io "Provare non esiste nel mio vocabolario. Dovere è il termine giusto che dovresti utilizzare" dice lui guardandomi con occhi di fuoco.

In un certo senso ha ragione.

Devo riuscire ad andare avanti. Ma dall'altra parte...

I miei genitori sono morti e non torneranno più.

Le due persone che mi hanno cresciuto, le due persone che mi hanno insegnato a non piangere per niente, nemmeno per le questioni più gravi.

"Loro non sarebbero fieri di te vedendoti in questo momento, una ragazza fragile e spezzata. Loro sarebbero fieri della ragazza che era 2 ore fa alla sala dei computer. Devi lavorare sodo, e come hai detto tu, fare il culo alla Slote Gang" dice Chris e io abbasso lo sguardo, ma lui mette due dita sotto il mio mento e fa di nuovo scontrare i nostri occhi "Hai capito?" chiede e io annuisco "Non ti sento" dice lui "Si." Affermo io guardandolo fisso negli occhi. "Molto bene" dice lui togliendo le due dita.

Mi alzo, poso la tazza nel lavandino e dico "Vado in camera" guardando Chris "Ti accompagno" dice lui.

*

2 giorni dopo

"... e nella tua bontà, ti chiediamo di concedere ai nostri fratelli defunti, John e Jane Brown, felicità eterna. Amen" dice il prete finendo la sua preghiera. Subito dopo le bare dei miei genitori vengono scese nel buco nella terra e ricoperte di terra.

In 10 minuti, tra condoglianze e conversazioni, le persone che sono venute al funerale dei miei genitori se ne vanno. Resto solo io a guardare le due lapidi.

"Lucy..." dice Tessa abbracciandomi. "Mi dispiace tantissimo non oso immaginare cosa stai passando" continua stringendomi ancora più forte. Mi aggrappo a lei come se fosse l'unica in questo mondo in grado di farmi felice. Avevo davvero bisogno di lei "Stasera vuoi venire a dormire da me?" mi chiede e io annuisco, ho bisogno di stare con lei.

Sento qualcuno che poggia una mano nella mia schiena accarezzandola leggermente "Lucinda, dobbiamo andare" dice Chris salutando Tessa, così mi giro e inizio a camminare verso la macchina con cui io e Chris siamo venuti, ma all'improvviso sentiamo dei colpi di pistola che vengono verso di noi.

"DOVE SEI LUCINDA BROWN?" urla qualcuno.

A Touch of CaosWhere stories live. Discover now