Sospetti

190 9 0
                                    

Venerdì, marzo 1987

Emily fu svegliata dal rumore sordo di cassetti che venivano chiusi senza troppa gentilezza e dai continui sbuffi e lamentele a seguire. Schiuse le palpebre osservando il fratello che rovistava tra le sue cose, mettendo tutto suttosopra.

"Cosa stai facendo?"

Axl la guardò da sopra la spalla rivolgendole un veloce sorrisetto, prima di riportare l'attenzione sui tanti vestiti spiegazzati che saltavano fuori posto.

"Ti vesti sempre come un ragazzo, quindi so che hai qualcosa che può andarmi."

Emily sbuffò sedendosi e posando la schiena contro la testiera del letto, prima di sfregarsi gli occhi stanchi e gonfi di sonno. "Non mi vesto da ragazzo, io!"

Ridacchiò e afferrò una delle grucce che ospitava una bella giacca di pelle nera dal taglio maschile e scrutò tra la pila di magliette che custodiva le migliori, le più belle, tra le quali spiccavano quelle dei Led Zeppelin, Fleetwood Mac, Alice Cooper. Una catturò la sua attenzione: una t-shirt dei Rolling Stones grigia, consumata e un pò troppo familiare.

"Perché hai la maglietta di Izzy?" chiese voltandosi con un sopracciglio inarcato, mostrandole la maglia appesa al suo indice.

Sebbene non avesse nulla da nascondere riguardo quel particolare, presa alla sprovvista Emily sgranò gli occhi "Me l'ha lasciata indossare in spiaggia, l'altro giorno, perchè avevo freddo".

Così infatti era, ma sperò che quelle ragione fosse sufficiente per rimuovere il sospetto dallo sguardo del fratello. E la mente la riportò al 1978, quando ci mancò poco che venissero sorpresi insieme, sotto le coperte.

~1978

Era un sabato sera freddo e piovoso a Lafayette. Emily era a casa da sola, sua madre stava facendo un po' di shopping e suo fratello maggiore, William, era dio solo sa dove. Il suo patrigno si trovava da qualche parte all'interno della casa ma non aveva idea di dove, non lo sentiva da ore.

Ed era in notti come quelle che la giovane desiderava ardentemente avere delle amiche o amici.

Sapersi sola con quell'uomo, in quella casa, la mandava fuori di testa e, per esorcizzarne il pensiero scriveva poesie seduta alla scrivania, cercando di rimanere il più possibile in silenzio perché, nel caso il suo patrigno stesse dormendo, non gli piaceva essere svegliato.

Le piaceva scrivere e la poesia era diventata una passione, anche se a volte le sue sembravano essere più dei testi che dei componimenti. Diede un'occhiata alla bellissima chitarra Gibson poggiata nell'angolo camera da letto, quella che i ragazzi avevano rubato per il suo compleanno. Avrebbe voluto esercitarsi, suonarla, ma in quel momento non poteva fare il minimo rumore.

"William! Emily! Venite quaggiù, cazzo."

Emily si bloccò. Suo padre era ubriaco e la cosa non prometteva nulla di buono. 

Non si mosse; non parlò. 

E William non c'era nemmeno, era sgattaiolato  dalla finestra della sua camera ore prima, probabilmente per  una qualsivoglia festa o per andare a trovare una ragazza, ma lei non voleva o non poteva uscire dalla camera.

Pensando velocemente si avvicinò alla porta e spense le luci, prima di afferrare le scarpe Chuck Taylor consumate e la giacca di jeans, ringraziando Dio che fosse già primavera e non avrebbe dovuto partire il freddo dell'inverno di Lafayette.

"Mi avere sentito?" gridò di nuovo facendo aumentare a dismisura il panico nelle vene di Emily. Spalancò rapidamente la finestra della sua camera da letto, lasciando che la fresca brezza primaverile le colpisse il viso arrossato mentre guardava in basso.

Think about you   -Izzy Stradlin- ( Traduzione )Where stories live. Discover now