Capitolo 6

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-HARRY'S POV-

Louis guidò verso l'agenzia dove si cambiò i vestiti, indossando i suoi abiti informali, e infine raggiungemmo casa sua.

Premette un piccolo bottone su una chiave e il cancello del garage si aprì. Parcheggiò l'auto di fronte alla sua grande casa bianca.

"Non mi hai detto che vivevi in una villa." dissi appena uscimmo dall'auto. Mi guardai intorno, Louis ridacchiò. Abbassai lo sguardo e arrossii imbarazzato. "Non so perchè, ma tutti me lo chiedono. E' solamente un pò grande, non è una villa." Mi afferrò dalla schiena e sospirai contro il suo collo. "Lo è." sussurrai e lui ridacchiò baciandomi la fronte.

Camminammo verso la porta d'entrata e quando entrammo notai quanto confortevole fosse la casa. Lou mi avvolse la vita con un braccio, respirando piano prima di parlare. "Vuoi che ti mostri la casa, Harold?" mi chiese ed io ridacchiai un pò. "Il mio nome è Harry, non è un'abbreviazione." "Lo so, ma Harold è tenero. Proprio come te." arrossii e Louis sorrise mostrandomi la casa.

Anche se lui lo negava, per me era una villa. Il primo piano consisteva in una hall con alcuni divanetti, un tavolino da caffè, un tappeto e alcune finestre con le tende. Un soggiorno che era ancosa più accogliente, con un divano ed un piccolo tavolino accanto ed un grande tv a schermo piatto sulla parete. C'era la sala da pranza con un grande tavolo ed alcune sedie, alcuni dipinti sulla parete ed un piccolo lampadario. C'era la cucina e l'ufficio di Louis. C'erano anche alcune cornici sul muro ma non ebbi tempo di vederle bene perchè Louis mi trascinò verso l'ultima porta del primo piano. Era abbastana vuota, con una finestra, e mi disse che era lì dove organizzava i party. 

Il secondo piano consisteva nella sua grande camera da letto con bagno incorporato ed un balcone; una camera degli ospiti, un altro bagno, una stanza dove mi disse di avere cose inutili e un'altra stanza con una liberia piena di libri, giornali, dvd e cd. Camminammo verso le scale e Louis mi circondò il bacino con entrambe le braccia. "Sono un pò intimidito ora" mormorai, arrossendo quando capii di averlo detto ad alta voce. "Non esserlo, tesoro. E' solamente una casa." "E' grande e bella, mi piace." dissi sorridendogli e abbracciandolo forte perchè...semplicemente amavo abbracciarlo. Amo il modo in cui le sue braccia mi avvolgono, mi sentivo piccolo e amato e protetto. "Puoi venire quì ogni volta che vuoi." disse baciandomi la fronte. "Che ne dici se la prossima volta rimani per la notte?" "Tipo un pigiama party?" lo guardai emozionato perchè amavo i pigiama party. "Puoi chiamarlo come vuoi." disse baciandomi il collo. "Ora andiamo, devo farti vedere l'ultima parte della casa che ti piacerà da impazzire."

Superammo la cucina e raggiungemmo una porta di vetro che non avevo notato prima. Appena uscimmo notai subito la piscina e spalancai gli occhi sorridendo. Guardai Louis e feci un piccolo salto per la felicità. "Sapevo che l'avresti amata. Quando verrai quì ricordati di portare un costume." annuii "A meno che tu non voglia che io te ne presti uno proprio ora..." "Nah, va bene così. Si sta facendo tardi e ho un pò fame." dissi imbarazzato guardando ovunque tranne che Louis. Notai che c'erano anche tre sdraio e un tavolo con ombrellone e cinque sedie attorno.

"Cosa vuoi mangiare? Potrei cucinare qualcosa ma non vado al supermercato da un pò e in ogni caso se sei affamato possiamo ordinare qualcosa. Cosa vuoi? Cinese, pizza, kfc[1] ?" mi chiese sorridendo mentre mi passava una mano tra i capelli. "Ho voglia di pizza." dissi chiudendo gli occhi e leccandomi le labbra mentre immaginavo una grossa pizza e a quanto Louis fosse stato sexy con il primo bottone della camicia sbottonato mentre mangiava. "Perfetto, con cosa?" "Metà prosciutto e metà peperoni." dissi automaticamente, era la mia preferita.

Quando entrammo, Louis andò dritto verso il suo ufficio, cercando qualcosa in uno dei cassetti, probabilmente i soldi. Pensai di offrirmi per pagare metà del conto ma già sapevo che lui avrebbe rifiutato. E' così fantastico.

Prese i soldi e chiamò la pizzeria con un telefono che non avevo notato prima. 

Guardai verso le mensole, c'erano libri di scuola e del college, libri di modelli e cose così, alcuni dizionari in inglese e altri in altre lingue come lo spagnolo e il francese.

Anche le foto sul muro riguardavano la scuola. C'erano foto dei suoi diplomi, dalle scuole superiori all'università. Una risatina mi scappò dalle labbra quando vidi una sua foto di quand'era più giovane. Louis rise dietro di me e io mi girai guardandolo. Arrosii.

"Eri davvero tenero." dissi sorridendogli, le mie fossette comparvero. "Non quanto te." mi fece l'occhiolino e mi girai nascondendo il mio viso arrossito. "Vuol dire che non sono più carino?" "Sei sexy. Carino, sexy e bello." dissi e ridacchiai di nuovo, facendo ridere Louis. Guardai meglio i suoi diplomi incorniciati. "Non sapevo che hai studiato inglese." finalmente mi girai. "Volevo diventare un insegnante d'inglese o uno scrittore. Facevo piccoli lavori come medello e quando fui al college decisi che quella era la mia strada, la amavo. Scrissi un pò a volte così quando sarò grasso e vecchio e non potrò più fare il modello, potrò chiedere lavoro come insegnante a qualche scuola." ridacchiò e io risi. 

"Sei troppo simpatico." dissi pressando una mano contro la mia guancia cercando di fermarmi dal sorridere.

Louis si sedette e mi guardò. "Cosa?" "Siediti sulle mie ginocchia." Sentii elefanti e farfalle nel mio stomaco. Timidamente lo raggiungi e mi sedetti sulle sue gambe a cavalcioni, posando la testa sulla sua spalla. Aggrovigliò le braccia attorno a me e mi baciò una guancia. "Sei come una creatura terribilmente adorabile." "Ora che so che hai studiato inglese, non mi stupisce il fatto che tu usa queste parole fantastiche." giocherellai con le mie dita e arrosii timidamente.

"Si, mi piace usarle. E in più ti fanno arrossire. Sei così delizioso quando arrossisci." ridacchiò e io nascosi il viso nel suo collo. 

"Sei così bello, piccolo.[2]" lo guardai negli occhi per un momento e velocemente abbassai lo sguardo. "Mi hai chiamato piccolo..." "Sei il mio piccolo ora, o no?" mi accarezzò una guancia e non potei fare a meno di appogiarmi al suo palmo. "Bravo ragazzo..." mi baciò il naso e pensai di esplodere. "Diventerà il tuo soprannome ufficiale da ora." entrambi ridemmo.

Restammo in quella posizione, parlando, per un pò. Ad un certo punto venimmo interrotti dal rumore del campanello. "Siii!" urlai eccitato correndo verso la porta, un Louis ridente [3] a seguirmi.

Aprii la porta e presi lo scatolo della pizza eccitato. Il fattorino mi guardò stranito appena corsi verso la cucina. Mi sedetti su una sedia, presi una fetta coi peperoni e guardai Louis mentre pagava.

"Sei pazzo." disse Louis entrando in cucina. "Scusa." dissi con la bocca piena e un pò di sugo sulla guancia. "E' okay piccolo." mi passò un dito sulla guancia pulendomi e mi baciò i capelli.

Si sedette di fronte a me e si, era davvero sexy con il primo bottone della camicia sbottonato mentre mangiava.

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[1]- KFC ( Kentucky Fried Chicken) è una famosa catena di fast food americana.

[2]- Nella storia originale Louis lo chiama "baby"  ed inizia ad avere senso il nome della storia, da questo potete capire l'emozione di Harry lol

[3]- Non so se esiste quest'aggettivo, ma non sapevo in quale altro modo esprimere l'idea. Se non avete capito, Louis rideva. 

N/A

Scusatemi l'immenso ritardo, ma come avevo detto nell'avviso, non avrei aggiornato per almeno un'altra settimana.

La settimana era passata ma purtroppo è venuta a mancare mia nonna un paio di giorni fa e non avevo proprio la testa per mettermi a tradurre.

Spero il capitolo vi piaccia...ah e BUONA PASQUA!

La storia ha raggiunto (e superato) le 14k letture ed io non posso far altro che ringraziarvi.

Vi voglio bene!!

Un bacione!

Emanuela.

Daddy - Larry Stylinson {Traduzione Italiana}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora