Lo Voleva Respiro

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Era passato un mese da quando si erano conosciuti, Andrea aveva preso la patente e suo padre gli aveva regalato un'auto bellissima. Lui le aveva confidato che temeva che fosse per addolcire la loro separazione. Non ne era rimasto sorpreso, se lo aspettava già da un po' di tempo, ma era entusiasta della nuova macchina. Il giorno in cui l'aveva ricevuta era andato da lei per spiegarle ogni cosa, e Sara non aveva capito nulla.

La ragazza si ritrovò a pensare tutto questo chiusa dietro la porta del bagno dell'ospedale. Tutto era successo troppo velocemente e la sua mente ricordava solo alcune immagini separate. Avevano urlato e lui aveva tirato un calcio alla macchina. Si era messo al volante e lei si era seduta dalla parte del passeggero. Avevano continuato ad urlare anche dentro l'auto. Ad un certo punto l'aveva guardata e aveva detto: «Basta. Odio tutto questo.»
La sua mano era sul volante e l'altra era posata sulla sua gamba. Poi le aveva gridato per avvertirlo. La loro vettura era andata a scontarsi contro un'altra che era ferma in mezzo all'incrocio. Poi aveva perso i sensi per un tempo che non seppe definire. Quando riaprì gli occhi vide una miriade di luci rosse e blu, e tanto sangue. Forse la sua mente le stava giocando dei brutti scherzi e il sangue che vedeva era molto di più di quello che era presente in realtà. Chiese aiuto per Andrea, e quando fu messa su un'ambulanza una donna bionda le disse che andava tutto bene e le accarezzava i capelli. Poi sentì dal corridoio le voci dei medici che annunciavano la morte del ragazzo che era seduto accanto a lei per emorragia interna. Subito piombò in un abisso di dolore, delusione e amarezza. La sua testa le urlava che non poteva essere vero. Di sicuro era uno scherzo. E poi chiuse gli occhi anche lei e provò con tutta sé stessa a morire.

Le si aprirono gli occhi di colpo. Era nel suo letto. Le lucine che pendevano sopra la testata del suo letto erano accese, "La luna blu" era abbandonato di fianco a lei e la tazza contenente la sua tisana si era raffreddata. Erano circa le tre di notte. Si sentì agitata e stanca. Andrea l'aveva invitata ad una cena dei suoi genitori, ma le sembrava troppo presto per incontrare la sua famiglia, dopo solo una settimana.
Sara si sentiva ancora così distante da lui, come se ci fosse una parte che non conoscesse, come se ci fosse una parte di lui che non le voleva svelare. Ma lei voleva lui tutto, lo voleva realtà, lo voleva respiro. Non frutto di fantasie e castelli di carta. Voleva lui come si vogliono le stelle cadenti ad agosto, i biglietti per il concerto del tuo cantante preferito, le luci colorate sotto Natale. Lo voleva adesso, lo voleva oggi. Lo voleva Domani.

L'amore non fa rumoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora