Capitolo 17

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La mattina seguente, nel mentre Mean stava cucinando la colazione, New aveva provato a chiamare Tan ogni cinque minuti per circa un'ora.

<< Il pirla ha ancora il telefono spento>>.

<< Io quello appena lo vedo lo ammazzo. L'ultimatum è dopo aver fatto colazione. Se entro quell'ora non avrà acceso il telefono, lo farò diventare lo sguattero del club per tre settimane>>.

A quella minaccia New ebbe i brividi, anche se non era lui la persona che avrebbe ricevuto il castigo.

Finita la colazione e lavato i piatti, i due ragazzi si stavano mettendo le scarpe per uscire, quando un telefono suonò.

<< Finalmente!>>. Esclamò Mean riconoscendo la suoneria che aveva impostato per l'idiota che risponde al nome di Tan.

Prese il telefono e rispose, ma non diede il tempo materiale a Tan di dire nulla perché iniziò subito ad urlargli contro.

<< Era ora! Perché cavolo hai spento il telefono?! Brutto imbecille!!>>.

New per riflesso si portò le mani a coprire le orecchie, dato che Mean aveva usato un volume notevole per sgridare Tan, con la conseguenza di essersi guadagnato un'occhiataccia che lo fece rabbrividire leggermente.

<< Scusa Mean. Ci sono stati degli sviluppi improvvisi che mi hanno costretto a spegnere il cellulare>>.

<< Prega Buddha che sia davvero così, altrimenti ti trito peggio della carne delle salsicce>>.

<< Al telefono non posso parlarne e sinceramente non posso farlo nemmeno di persona, ti basta sapere che centra Kao>>.

<< Cosa. Gli. Hai. Fatto?>>. Chiese Mean scandendo bene le parole glaciale come non mai.

<< Ehi, ehi, ehi. Non pensar male! Non ho fatto nulla!>>.

Sentendo il tono spaventato e sincero di Tan, Mean sospirò pesantemente.

<< Tra mezz'ora io e New veniamo a prenderti per andare a fare compere per conto del club. Chiaro?>>.

<< Ok>>.

E una volta chiusa la chiamata, New commentò.

<< Perché non gli hai detto di oggi pomeriggio?>>.

<< Non ho nessuna intenzione di subirmi le sue frecciatine prima del tempo. Lo verrà a sapere a tempo debito. Ora andiamo>>.

New scosse leggermente la testa lasciando morire il discorso. Quelle parole erano così da Mean che se fosse stato qualcun altro a dirle non avrebbero avuto lo stesso significato.

La mezz'ora passò e i due erano davanti al dormitorio di Tan che rispose alla chiamata di New dicendo che sarebbe sceso in cinque minuti, e contrariamente a quello che si aspettavano, Tan aveva mantenuto fede alla sua parola lasciando esterrefatti Mean e New.

La mattina passò piuttosto bene, e dopo aver fatto parlare Tan per quanto possibile, arrivò il fatidico momento per Mean.

New aveva informato di quello che Mean avrebbe dovuto fare nel tempo in cui il loro amico era andato in bagno al ristorante, ottenendo così l'aiuto di Tan in caso di bisogno.

Mean non aveva nessuna voglia di entrare nella casa discografica. In quel preciso momento gli stavano venendo in mente un'infinità di cose che avrebbe potuto fare al posto di quello che lo attendeva da lì a poco.

<< Ai New, ripetimi come e perché mi sono lasciato convincere a fare tutto questo>>. Chiese Mean per un'ultima volta prima di andare incontro alla morte, e sentendo le risate soffocate da parte di Tan, capì che nemmeno il tentativo di chiedergli aiuto andò in porto.

You can't run away from meWhere stories live. Discover now