29. 𝐂𝐢 𝐯𝐞𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨

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Quella mattina fu la più radiosa di tutte. Jungkook si svegliò con Taehyung al suo fianco che nella notte era diventato incorporeo. Guardarlo girarsi dalla sua parte, aprire lentamente gli occhi e sorridergli nonostante il viso assonnato gli fece sentire le farfalle nello stomaco.

«La trasformazione mi ha stancato più del dovuto ma non abbastanza da non volere il bacio del buongiorno.» mormorò, avvicinandosi a lui mentre diventava corporeo.

«Vuoi sprecare la tua unica trasformazione per me?» chiese il minore e vedendo annuire dell'altro sorrise.

«Vale tutto quello può valere.» disse per poi baciarlo sulle labbra dando inizio a quella sessione di coccole mattutine.

Fortuna voleva che quella mattina fosse proprio domenica e che Jungkook non avesse lezione ma un turno verso mezzogiorno. Quindi qual era il modo migliore per sfruttare quel tempo se non con delle coccole.

Quel mattino le lenzuola sembravano migliori del giorno dopo il cambio intersettimanale. Ogni cosa gridava a Jungkook di restare in quel letto tra le braccia del suo fidanzato se non fosse stato per l'orologio che segnava già le dieci e mezzo.

«Sai che resterei qui a coccolarti tutta la mattina, non c'è cosa migliore, ma devo prepararmi per il lavoro e mettere qualcosa sotto i denti.» gli mormorò tra un bacio e un altro.

«Che ne dici, invece, di restare qui altri cinque minuti. Ti preparo io la colazione, tu dovrai solo farti una doccia.» propose Taehyung, accarezzando con il pollice le labbra dell'altro per convincerlo a restare ancora un po' lì. 

Jungkook fissò nuovamente l'orologio e poi girò gli occhi all'aria.

«Sei troppo convincente, questo non va bene, così sembro troppo ottone.» mise il broncio che venne prontamente baciato dall'altro. 

Dopo che i cinque minuti si erano raddoppiati Jungkook si era staccato nonostante le lamentele dell'altro.

Andando in bagno aveva notato che le condizioni della cucina vertevano in un modo disastroso. La tovaglia era più lunga da un lato, il destro, e, di conseguenza, un piatto si trovava al bordo già pronto a cadere. Il lavandino era ciò che lo fece sospirare rumorosamente: la metà delle pentole era ancora da lavare come anche le posate, i bicchieri ed i piatti.

Pizzicò il ponte del naso e si diresse in bagno dove – proprio mentre lui lottava per non far finire lo shampoo negli occhi – Taehyung aveva fatto capolino.

«Ti eri dimenticato la maglia. Oggi andrai vestito in modo decente, Kook, faticheranno a riconoscerti.» scherzò quello.

Effettivamente, guardandosi allo specchio, il suo fidanzato aveva un senso estetico magnifico non solo per se stesso ma in generale. Ora che indossava quel maglioncino bianco infilato nel pantalone nero notava quanto la sua vita fosse piccola ed allora ricordò le parole che Taehyung gli aveva sussurrato la notte prima: «Hai una vita da capogiro, lo sai?»

Lì per lì non ci aveva creduto ma ora che si guardava effettivamente non aveva tutti i torti. Di solito non si vantava tanto del suo corpo, se non dei suoi occhi grandi e brillanti, ma ora che l'occhio attento del suo fidanzato gli faceva notare quei piccoli particolari si vedeva diversamente.

Non si era mai screditato tanto da definirsi bruttissimo ma nemmeno si definiva una statua greca però ultimamente si sentiva più bello.

Ma era troppo tardi per rimirarsi allo specchio quando nel lavandino lo aspettavano una montagna di pentole.

Però entrando nella cucina aveva visto una scena così buffa quanto sognabile. Taehyung con indosso una sua felpa e il famoso paio di pantaloncini fosforescenti stava lavando i piatti mentre teneva sott'occhio una padella sui fornelli. Per quanto fosse divertente vederlo ancheggiare al tempo di una musica troppo pop per i suoi gusti raffinati quell'immagine l'aveva sognata. Un'immagine che aveva associato alla parola quotidianità, come anche svegliarsi al suo fianco.

𑁍Three o'clock𑁍 TaekookWhere stories live. Discover now