18. 𝐁𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞

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«Non mi aspettavo una tua chiamata telepatica oggi, Taehyung, ma qui è Timothy che parla.»

«Lo so, scusa se ti disturbo, ma ho bisogno di parlare con qualcuno che sa.» disse Taehyung lasciando le ultime parole aperte.

«Ti sento preoccupato, è successo qualcosa che ti ha turbato, ti preparerei una camomilla se fossi lì.»

«Non credo funzionerebbe, sai bene che sentirei solo un millesimo di quel sapore, anche se mi trasformassi.» poi dopo una pausa di qualche secondo continuò «Ultimamente io e Jungkook siamo sempre più vicini. A dirla tutta c'è sempre stata una particolare connessione tra me e lui, qualcosa che andasse al di sopra di quello che io potessi figurare, che potessi controllare e prevedere. Non so quando sono diventato così calcolatore, prima mi lasciavo andare molto facilmente mentre ora fatico a fare tutto senza pensare a tutte le conseguenze.»

In un momento di smarrimento sia fisico che mentale Taehyung aveva cercato di raggiungere mentalmente l'altro tramite il legame che c'era tra loro.

«Dopo di lei tutto è cambiato, prima di tutto io e poi il mondo. Avevo già avvertito un cambiamento in me, sono sempre stato un ottimo osservatore ma non pensavo che fossi così impreparato, gli ultimi centoventicinque anni li ho vissuti in modo grigio, senza un perché che mi spronasse veramente. Sento di essere felice per una volta nella mia non-vita, dove tutto è morto, sepolto sotto la mia spoglia tomba, ammesso che ce ne sia ancora una. Dove tutto sembra prendersi gioco di me, dove continuano a rifilarmi grandissime stronzate e dove sento ancora quelle ferite c'è Jungkook.»

Prese un respiro per formulare bene le parole. Quel suo parlare sembrava avere un filo logico solo per lui, forse.

«Un giovane studente di Lettere, con un pessimo gusto nell'abbigliamento, dagli occhi più espressivi al mondo, dal sorriso che mi mozza il fiato e da un complicato rapporto con gli accendini è riuscito a cambiarmi, a farmi sentire meglio. In questi giorni, dove la sua famiglia è venuta qui, non ho sentito il consueto peso che sento ogni Natale: la consapevolezza che non ho mai avuto un Natale veramente felice e che non lo avrò mai. Avrebbe potuto chiedermi di non farmi vedere quelle poche ore scarse, di sparire, di lasciarlo solo con lui; invece, mi ha chiesto di restare a cena.» deglutì per fermarsi un secondo, per arrestare quel flusso di pensieri per poi continuare.

«Puoi in quattro mesi entrare in intimità con una persona come io lo sono con lui? Tutte le ore che abbiamo passato a parlare hanno rafforzato il nostro rapporto. E lui anche con le occhiaie e un sonno che era evidente come è evidente che il Sole è luminoso, mi ha ascoltato. Voglio dire mentre lui era sul punto di addormentarsi gli ho parlato della prima vola che ho munto una giumenta!»

Una sonora risata si librò nella testa di Taehyung. Timothy rise di gusto per poi dire: «Scusami, ma quell'episodio è indimenticabile, ricordo ancora il segno rosso della coda della giumenta sulla tua fronte e tu che ti ostinavi a coprirlo con la frangia, che per giunta tua madre aveva accorciato.»

«Dicevo, Jungkook è sempre stato carino con me, anche nei momenti in cui litigavamo non lo facevamo davvero, non c'è mai stato un vero e proprio litigio. Credo di sentire qualcosa per lui che va oltre la semplice amicizia da un bel po' di tempo.»

L'aveva ammesso dopo chissà quanto tempo in cui aveva continuato a rimuginarci sopra.

«Mi sarei dovuto accorgere di quanto desiderassi che mi accarezzasse le guance e i capelli, che avessi voluto passare tutto il tempo nelle sue braccia senza importarmi di quanto la trasformazione mi stancasse o dei suoi effetti. Ogni sua singola parola o gesto mi spinge verso il baratro.»

Anche se si ostinava a respingerlo Tahyung sapeva quanto ardentemente lo desiderasse.

«Forse ho capito di toccare la terra maledetta quando l'ho baciato.»

𑁍Three o'clock𑁍 TaekookWhere stories live. Discover now