25. Una schiava mortale

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🔴  ATTENZIONE! IL CAPITOLO CONTIENE ELEMENTI CHE POTREBBERO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ  ⚠️





Elijah, ricordi la prima volta che confessai di amarti?

A cosa pensavi in quel momento? Mi credesti?

Io lo sentivo dentro, Elijah, lo sentivo nelle mie interiora, nelle mie vene, nel mio sangue. Sentivo di appartenerti, sentivo che tu eri mio, eri lì per me.

Ebrezza, così la descriverei la nostra storia d'amore, un'ubriacatura primaverile, un estatico momento di pura follia.

Ti sei divertito con me, Elijah?

Circuire una stupida fanciulla mortale, senza famiglia, senza dote, senza alcuna protezione.

Ti sei divertito, amore mio?

Vienimi a prendere, Elijah. Vieni a vedere quanto mi sono divertita senza di te, quanto mi sono divertita a causa tua.

Guardami negli occhi un'ultima volta. Dimmi cosa hai provato.

Te lo ricordi ancora? Elijah, ti ricordi ancora di me?



«Non ci sono notizie, né da parte del Re di Niegek né da quel bastardo di suo figlio.» Khlo corrugò la fronte davanti allo specchio. Mi stava pettinando i capelli per la centesima volta. Provavo in ogni modo a convincerla a desistere, a lasciar perdere quel cespuglio ribelle di rovi e spine. Lei mi ignorava. Con la spazzola ripassava ogni ciocca e scioglieva i nodi in morbide onde di cioccolato fondente. «Hanno inviato la mia lettera e lui l'ha ignorata. Non verrà mai a prendermi. Rimarrò qui per sempre...»

Finalmente quel rituale finì. Si sedette sulla toeletta, di fronte a me.

Come avevo potuto considerarla un mostro? Era così graziosa. Le ginocchia sbucavano da sotto la tunica e le guance di un rosa leggero mettevano in evidenza lo scintillio del suo sguardo.

«Anche se fosse, non credo che sia poi così grave.» Provai a ribattere, lei mi fermò. «Pensaci bene, V., tu non lo vuoi sposare! E quello è un principe potente, forse il più potente mai esistito. Forse è meglio così, forse è meglio che sia lui a rifiutare te e non viceversa.»

Lo stavo rifiutando? L'avevo già fatto?

E lui stava rifiutando me?

«Il nostro re è buono e giusto, ti terrà qua, al sicuro, magari ti troverà perfino un lavoro. Eri una sarta, vero? Le sarte mortali sono molto rinomate nel nostro regno.»

«Ero una pessima sarta...»

«Potrei insegnarti a cucinare, o potresti lavorare come cameriera. E quando passeranno quattordici anni, come mi hai raccontato, sono sicura che ti riporteranno a casa. Un debito è pur sempre un debito, soprattutto se ha fatto scorrere del sangue umano.»

Nei suoi occhi brillò una lacrima, che si asciugò rapida prima che potesse cadere.

«Non ci credo a quella storia.»

«Allora credi a me! Resta qui! Potrei farti spazio nella mia camera... oppure potrei affittare un appartamento in città! Ho un po' di soldi da parte e ogni dieci giorni lavorativi, ne ho uno di libertà. Il collare scompare e mi permettono di uscire da palazzo, dall'alba del primo sole al tramonto della quarta luna. Potremmo fare picnic sull'orlo del torrente, ti porterei a visitare le nostre montagne, il Lago dei Sospiri, la Foresta Argentata, la Pineta della Regina. Ti farei assaggiare alcune delle nostre specialità! C'è una cuoca, in un paesino sperduto tra le colline, che sforna una torta afrodisiaca, è fatta con nettare di api, frutto della passione, zucchero fatato e petali di lavanda essiccati col miele. Potremmo vivere insieme, se tu lo volessi... non ti farei mancare mai nulla, godresti sempre della mia protezione. Adesso mi vedi legata, vincolata alla servitù, ma sono una ninfa, ho nelle vene la linfa dei demoni superiori, so tirare con l'arco, conosco la magia nera...» Lì si interruppe e chinò il capo. «Non ti farei mai del male, V.»

La PromessaWhere stories live. Discover now