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Razi camminava cauto nella penombra del tramonto cercando di non dare nell'occhio.
Nella Church of God avevano avuto un incontro ravvicinato con l'omicida e da allora qualsiasi mossa futura si sarebbe dovuta pianificare a dovere.
"Questo posto è fantastico, non assomiglia per niente alla baracca in cui devo stare io!" Esclamò infastidito, dando un'ultima occhiata all'esterno dell'abitazione di Angel e Àmelie prima di chiudersi la porta la porta ingresso alle spalle.
"Tieni, ne avrai bisogno."
Àmelie gli porse una bottiglietta in vetro contenente un liquore artigianale al mango, una specialità che producevano a Niles, a poche miglia da Evanston.
"Grazie, amica. Pronta per l'incontro di domani?" La salutò Razi, accarezzandole dolcemente la schiena in modo fraterno.
"Venite, Fred e Tim si sono collegati!" Urlò dal soggiorno Angel, tenendo stretto il suo computer portatile che aveva appoggiato sulle ginocchia.
Il capo e Tim comparvero un po' sgranati dall'altra parte dello schermo.
Guardandoli così, uno vicino all'altro, stanchi e con occhiaie marcate, sembravano due vecchi amici in procinto di passare una serata in un club di lettura piuttosto che due affermati detective.
"Beh, da quel che vedo, non ve la passate poi così tanto male!" Affermò Tim, sorridendo.
"Come state, piuttosto?" Si intromise Fred, sinceramente preoccupato.
Da quando aveva saputo che l'indomani Angel e Àmelie avrebbero dovuto vedersi con Zante sentiva il peso dell'operazione e cercava di mantenere a bada i pensieri negativi.
"Un po' nervosi, questo sì."Rispose semplicemente Angel, con una scrollata di spalle.
"Immagino ed è comprensibile." Riflettè Fred, tentando di incutere un po' di sicurezza.
"Per quanto ne sappiamo noi, il gps ha segnalato l'autovettura di Zante Ray ferma nel suo box questi giorni. Non abbiamo altre novità."
"Nemmeno Mannie non è più stata avvistata. Domani cercheremo sicuramente di scoprire qualcosa in più riguardo una loro possibile situazione sentimentale."
Àmelie si era avvicinata alla
webcam per mettere a fuoco i suoi colleghi con un ghigno beffardo in volto.
"Non vi vedo da solamente due giorni e già mi sembrate invecchiati di almeno una decina d'anni!" li prese in giro.

La sera seguente Evanston era particolarmente silenziosa.
Il campanile della chiesa suonava incessantemente e il fragore delle campane segnava le otto e venticinque.
Angel e Àmelie si erano seduti pazienti sulle panchine verdi che costeggiavano  il viale alberato della Church Of God.
Angel prese la mano di Àmelie e gliela strinse, per poi mettersela in grembo.
"Dovrebbe arrivare da un momento all'altro.." Àmelie si sporse verso di lui, intrecciando una gamba alla sua.
"Eccolo lì, alla tua destra.. è a piedi ed è solo."
"Finalmente! Ti stavamo aspettando!"
Angel si alzò di scatto dalla panchina per salutare calorosamente Zante con una stretta di mano.
"In perfetto orario direi! Rufus, è un piacere rivederti. Signora" disse Zante con educazione rivolgendosi ad Àmelie, piegando leggermente il mento in avanti in segno di rispetto.
"Se per voi non è un problema, conosco un posto qui vicino dove si mangiano pietanze tipiche italiane. Ci sono stato un paio di volte e mi piacerebbe farvi conoscere il proprietario, una persona squisita."
"Volentieri! Ne discutevo proprio poco prima con mio marito! L'Italia è uno dei pochi posti al mondo che non abbiamo ancora visitato!" Rispose Àmelie, dandosi un vago tono da snob.
"Bene, allora. Prego, vi faccio strada."
Angel e Zante si incamminarono nei vicoli del centro con un'andatura spedita, mentre Àmelie rimase alcuni passi indietro per scattare alcune fotografie con il suo smartphone da mandare a Fred.
"Scusatemi, mi ero persa un attimo a guardare la vetrina di quei vestiti da sposa! Sono splendidi, non credete?" affermò con aria sognante, raggiungendo i due.

Il ristorante "Da Tony", con la classica pizza napoletana e piatti italiani preparati al momento riusciva a trasmettere un innato senso di appartenenza all'Italia pur essendo nell'Illinois.
Le mura di colore verde e rosso erano tappezzate di bandiere italiane, paesaggi del sud Italia e diverse scritte in dialetto campano.
"Niente male, Ray! Questo posto è stupendo!" Disse Angel fingendosi meravigliato, fermandosi ad osservare una fotografia in bianco e nero di un pescatore solitario nel famoso golfo di Amalfi.
"Sì, sono d'accordo con te. Antonio, un tavolo per tre, per favore! Questa sera ti ho portato due ospiti e mi aspetto un'ottima cena!"
Zante parlava con sicurezza e caparbietà e nonostante il modo cordiale con cui si rivolse al proprietario, il tono della voce non lasciava diritto di replica.
"Ma certo, con piacere. È un onore per me e per tutto il mio staff. Benvenuti al mio ristorante. Sono sicurò che vi piacerà!"
Antonio aveva un aspetto austero e allo stesso tempo buffo, con lunghi baffi pettinati a manubrio e una barba ormai bianca poco curata.
Nonostante il suo aspetto singolare, Àmelie ebbe una prima impressione di lui negativa che non seppe spiegare. Qualcosa in quell'uomo la turbava e avrebbe capito presto di che cosa si trattasse.

Malgrado l'agitazione e il nervosismo di essere a cena con un probabile assassino, Angel e Àmelie assaporarono con gusto tutte le pietanze del menù, parlando in maniera semplice e disinvolta, cercando di creare un'atmosfera rilassante come tra  vecchi amici.
Per entrare in confidenza con un informatore o uno sconosciuto qualsiasi era fondamentale una sola cosa: fingersi uguale a lui e assecondare ogni sua scelta.
Àmelie adorava guardare il suo partner mentre sorseggiava vino rosso e raccontava con aria trionfante alcuni suoi successi nell'informatica ai tempi dell'università.
Nonostante la sua giovane età, nel suo lavoro era capace ed esperto, doveva riconoscerlo.
"Possiamo parlare un po' di te, adesso! Ti ho annoiato tutta la sera con le mie avventure giovanili!" esclamò ridendo Angel, riempiendo il bicchiere di Ray di vino rosso fino al bordo.
Era passata da poco la mezzanotte e ancora non erano riusciti a ricavare nessuna informazione utile.
Doveva impegnarsi di più.
"La mia vita è abbastanza monotona, direi. Mi sono diplomato alla Constance High School qui vicino e da alcuni anni lavoro in un'impresa di cantieri edili come dipendente. Ci occupiamo di rifiniture, montaggi, cose così. Non avrò tutto questo guadagno, ma non posso neanche lamentarmi."
"Vivi da solo o hai la fortuna di avere accanto una bella donna, come mia moglie?" chiese Angel, baciando Àmelie sulla fronte.
Per quanto fosse solo inscenare una parte, una recita per incastrare un criminale, lei non potè far a meno di arrossire a quel contatto, breve ma sorprendentemente intenso.
"Vivo da solo. Non ho nessuna donna al momento. Sto ancora aspettando quella giusta.
Se non vi dispiace" disse Zante, guardando rapidamente l'ora sul suo orologio da polso in oro bianco "dovrei andare ora. È stata una giornata stancante e ho bisogno di riposare."
"Capisco. Nessun problema. Sono sicuro che avremo altre occasioni per rivederci."
"Certamente, è stata una bella serata e vi ringrazio. Al conto ho già pensato io." affermò con gentilezza, alzandosi dalla sedia.
"Non dovevi, ma grazie. Buonanotte."
"Buonanotte Ray, speriamo di rincontrarci" aggiunse Àmelie, accennando un sorriso.
Zante si trovava già sull'uscio del locale quando invece che aprire la massiccia porta in legno tornò sui suoi passi e raggiunse nuovamente il tavolo.
"Mi stavo chiedendo.." riprese imbarazzato, grattandosi il capo "..Rufus, potresti accompagnarmi in un posto? Ora. E da solo."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 12, 2021 ⏰

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