1 .

32 14 3
                                    

Chicago nel mese di luglio è una città completamente diversa rispetto agli altri mesi dell'anno.

La maggior parte dei cittadini cerca riparo dal calore soffocante andandosene dal centro per raggiungere il più vicino lago Michigan e i lavoratori più sfortunati rimangono in ufficio fino a tarda serata per trovare sollievo dalla temperatura opprimente che raggiunge quotidianamente anche i 40 gradi.

Perfino la Michigan Avenue, la strada dello shopping per eccellenza, è stranamente silenziosa e i negozi solitamente affollati di turisti americani e non, sembrano vuoti.

Della classica fila d'attesa lunga anche decine di metri che si crea soprattuto nel periodo natalizio all'ingresso delle principali boutique di grandi marche, nemmeno l'ombra.

La 17esima Avenue, poco distante dalla Rotterdam Fountain e a nord del Maleficent Mile, invece, rappresenta un'eccezione.
Le sirene della polizia e dei vigili del fuoco risuonano quasi ad ogni minuto della giornata e i grattacieli che sovrastano la città creano un eco assordante tanto da far udire il frastuono dei lampeggianti anche a miglia di distanza.

Tra la 16 e la 17 strada si trovano infatti la sede
del Principale Dipartimento di Polizia e la stazione dei Vigili del Fuoco più importante della città e non è strano vedere un via vai di persone dai principali uffici delle caserme.

"Certo che oggi abbiamo davvero toccato il fondo" pensò Amelie guardando la temperatura di 38.7 gradi sul suo smartphone.
"Lavorare così è impossibile" mormorò tra se e se scuotendo la testa, incamminandosi a passo lento verso il suo ufficio.

Ancora non riusciva a sostenere a pieno gli orari e i turni frenetici del suo nuovo incarico.
Pochi mesi prima era stata trasferita dal piccolo distaccamento della contea alla Sede Centrale della città e la sua vita le sembrava cambiata, diversa dalla solita routine a cui era abituata.
Si sentiva stanca, ogni servizio era massacrante e impiegava tutte le sue forze per risolvere i casi il prima possibile, ma amava il suo lavoro e non l'avrebbe cambiato, mai.

"Detective buongiorno! Come sta oggi?" le chiese la giovane assistente Lennie con un sorriso raggiante appena Àmelie varcò la porta del suo ufficio al primo piano.
"Bene, ti ringrazio. Il caldo mi distrugge, ma non possiamo tirarci indietro, giusto?"
"Ben detto!" le rispose Lennie, alzando il pollice della mano destra a mo di ok.
Era arrivata da poco a reparto e si vedeva. Lennie era così entusiasta del suo lavoro che il caldo quasi non lo percepiva.

Dopo aver appoggiato la sua ventiquattr'ore e la pistola d'ordinanza sulla scrivania di mogano con disinvoltura, prese un elastico nero da un piccolo cassetto ad incastro e si raccolse i lunghi capelli dorati in una coda di cavallo.
I raggi del sole filtravano dalle veneziane del piccolo studio, illuminando lo schienale in pelle della sua nuova poltrona e Àmelie maledisse nuovamente il clima tanto torrido mentre con un calcio spingeva lontano la sedia, così calda da non potersi sedere.

Appoggiandosi direttamente al bordo della scrivania, prese il suo notebook e lesse le ultime e-mail.
Non ebbe nemmeno il tempo di aprire l'ultima email di sua mamma Marie quando qualcuno bussò alla sua porta.
Iniziamo male questa giornata, mormorò tra sé e sé, arricciandosi nervosamente la coda tra le mani.
"Avanti!"

IN UN ALTRO MOMENTOWhere stories live. Discover now