15 .

7 3 0
                                    

La notizia che la moglie della vittima potesse conoscere in qualche modo il presunto assassino aveva inesorabilmente complicato il caso.
Fred aveva contattato subito i colleghi dell'ufficio anagrafe per controllare tutti i possibili i residenti dell'edificio, in caso Àmelie ed Angel si fossero sbagliati su quello che avevano visto la sera prima.
Dei suoi colleghi però, si fidava, e non avrebbero mai potuto cadere in un errore simile.
"Niente, come previsto, non abita nessuna donna al civico numero sette. Nessuna ha la residenza lì, quindi può solamente essere un ospite o qualcuno di passaggio." Disse Tim, dopo una chiamata con il centralinista durata un paio di secondi.
"Questo significa due cose, capo: o Mannie era d'accordo con l'assassino per l'uccisione di suo marito oppure è stata in un qualche modo obbligata ad agire in questa maniera per poi dover andarsene con lui. Ancora non possiamo saperlo."
"Sicuramente. Per avere in uso la sua autovettura significa che un rapporto tra i due esiste. Bisogna capire di che si tratta."
"Razi quando avrebbe dovuto installare il gps?"
"L'ha fatto questa stamattina, verso le sei. È riuscito senza problemi. Tra qualche ora il server dovrebbe collegarsi e potremmo iniziare a vedere i suoi spostamenti."
Tim prese un paio dei suoi occhiali da vista dall'armadietto personale dell'ufficio per vedere meglio le mappe sul suo pc: Evanston era piccola e non avrebbe avuto problemi a seguire con attenzione il veicolo, ma vi erano numerose uscite autostradali verso nord che portavano direttamente nel Wisconsin.
Fred si domandò a lungo su che cosa potesse esserci dietro tutta la storia: l'omicidio aveva fatto intendere inizialmente ad una faida tra gang rivali, la classica resa dei conti, con il biglietto lasciato vicino al cadavere sanguinante, ma da quando la donna di Jay era stata avvistata nell'abitazione di Zante era cambiato tutto.
"Scusi, capo, mi chiedevo se potesse rendermi utile in qualche modo." Lennie, la giovane poliziotta, si affacciò timidamente dall'ufficio, attirando per un attimo l'attenzione dei due.
"A dir la verità sì, ho un compito per te. Per favore, devi trovare ogni indizio utile su una certa Mannie Paulyna. Cerca sul suo fascicolo, nei database, ovunque. Abbiamo sottovalutato il suo ruolo e abbiamo fatto un errore. Non escludiamo che possa essere una complice. Mi raccomando Lennie, discrezione."
"Grazie, Fred. Non la deluderò!"

"Che ne dici di questo?" Chiese Àmelie, provandosi un vestito a balze verde chiaro che si abbinava perfettamente al colore dei suoi occhi.
Fece un rapido giro su se stessa per
farsi notare da Angel.
"Ti sta d'incanto, direi. Sicuramente farai un figurone con il direttore del museo. Sai già che cosa proporgli?"
"Si, gli mostrerò il tesserino e gli chiederò gentilmente le sale più belle e maestose della galleria per un paio di giorni. Dovrei informarmi anche su qualche opera, dovesse presentarsi mai qualcuno di importante e non fare la figura dell'ignorante!" affermò sicura Àmelie.
"Tesoro, sei un detective, non una restauratrice di opere d'arte però sì, non si sai mai.
Io oggi andrò dal pastore per presentarmi. La chiesa è in un punto strategico per osservare l'abitazione e dovrò inventarmi qualche scusa per camminare da quelle parti ogni giorno."
Àmelie  andò a sedersi sul divano in tessuto vicino a lui.
Il soggiorno era la parte della villa che preferivano per rilassarsi e ripassare le strategie: era ampio e curato nei dettagli, i colori richiamavano il turchese e la libreria a parete e il pianoforte laccato di bianco creavano un'atmosfera distesa, quasi magica.
"Sei un po' preoccupato?"
"No, mi chiedo solo in che modo e in quale occasione potremmo conoscere Zante. Come ci presentiamo?"
"Arriverà l'ora, amico mio. Dobbiamo solo pazientare..sai come funzionano queste cose."
Àmelie si rese conto di star studiando l'espressione vagamente angosciata sul volto di Angel da qualche minuto.
Era piacevole passare del tempo assieme e con lui al suo fianco si sentiva più determinata nell'andare fino in fondo alla missione.
Quando erano bambini adorava prenderlo in giro per le sue faccine buffe e affannate ma ora vederlo così vulnerabile la faceva quasi sentire male, provocandole un nodo allo stomaco.
Senza accorgersene, appoggiò il suo volto sulla spalla possente di Angel, per poi affondare il viso e i capelli sul suo petto.
Il suo profumo aveva una fragranza speziata e fresca allo stesso tempo e Àmelie inspirò profondamente, come a voler assaporare ancora di più l'odore delicato che emanava.
"Lo troveremo."
In una frazione di secondo, Angel la prese per un fianco, alzandola lievemente per spostarla più vicino a lui, ritrovandosi con le gambe intrecciate alle sue.
"Ne sono sicuro."

IN UN ALTRO MOMENTONơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ