11 .

14 4 0
                                    

"Ora mi devi raccontare tutto, lo sai vero? Cazzo, ma è incredibile! Angel, mi dici cosa ci fai qui?"
Àmelie era a dir poco euforica e non riusciva a smettere di stringerlo tra le braccia e guardarlo negli occhi, come se potesse smaterializzarsi da un momento all'altro.
Era solamente una bambina quando si era trasferita a Chicago ed era stato difficile per lei farsi nuovi amici ed ambientarsi.
A dir la verità, non ci era riuscita affatto.
A 17 anni aveva lasciato la High School per entrare in polizia e non era mai riuscita a stringere dei legami veri, sopratutto con le ragazze della sua età.
Si era imbattuta in un ambiente maschile da quando era giovanissima ed ora era abituata a dover trascorrere la maggior parte del tempo con uomini, spesso molto più grandi di lei.
Angel era stato il suo angelo custode: non c'era vicolo a New York che non avesse visitato con lui e non c'erano mai stati segreti tra di loro.
Lasciarlo era stato un trauma e nonostante lo pensasse tutti i giorni, nel corso degli anni il suo ricordo si era affievolito e ed era diventato sempre più saltuario.
Ora però era ripiombato davanti a lei, vent'anni più grande, con gli stessi occhi dolci di sempre. Gli voleva ancora bene, questo non era mai cambiato.
"No, piuttosto cosa ci fai tu qui!" le rispose lui,
ridendo quasi nervosamente di tutta quella strana situazione.
"Eh no! La domanda te l'ho fatta prima io! Allora, rispondi o no?" Disse prendendolo per un braccio, trascinandolo verso un angolino più appartato dove avrebbe potuto parlare meglio senza il frastuono della musica.
"Innanzitutto devi sapere che ti ho cercata tanto in questi anni e non ti ho mai trovato, mai, cazzo! Puff, come scomparsa nel nulla!
Ti ho odiato, sai? Quando te ne sei andata i primi mesi sono stati devastanti. Non uscivo praticamente più di casa e parlavo a fatica.
Poi ho capito che non era colpa tua, semplicemente doveva andare così.
Quando ero fuori dal locale, indeciso se entrare o no, ti ho intravisto dalle vetrate e non ho avuto un'attimo di esitazione. Sei identica, dio mio, solo con qualche ruga in più!" la prese in giro Angel, scuotendola per le spalle.
"Come sta tua mamma? È trascorso così tanto tempo! Vivi da sola? Lontana da qui? Cosa fai per mantenerti amica mia?"
"Sta bene, chi meglio di lei! Ora si gode la sua pensione in un isola deserta del Sud America e mi videochiama tutti i giorni mostrandomi i suoi, a suo dire, fantastici safari dell' isola!" Sospirò lei.
"Si, vivo qui vicino, da sola. Non sono fidanzata, sai? Non ho tempo nemmeno per cercarlo, un ragazzo!" Continuò lei.
"Non mi stupisco, se il tuo caratterino è sempre lo stesso di qualche anno fa, stare con te non deve essere proprio una passeggiata!" affermò lui con sfacciataggine.
"Il punto non è quello!l" disse lei, dandogli un sonoro buffetto sulla guancia.
"È che lavoro troppo e ho tempo a sufficiente per pensare a me stessa! Mi sono arruolata, l'avresti mai detto?" disse con una punta di orgoglio, mostrandogli il distintivo nascosto in una tasca del portafoglio di pelle.
"Si, ti si addice. E tu, di me, l'avresti mai detto?" Rispose lui con altrettanto orgoglioso, mostrando timidamente un portachiavi a porta di volante della polizia con incise le sue iniziali.
"Ma non scherzare! Angel, certo che no! Eri un paurosone e sono sicura che lo sei ancora! Ma dai! Devo ricordarti quella volta che sei caduto dalla bicicletta in un sentiero dello Ryter Park e ti sei messo a frignare?"
"Ero solo un bambino, mia cara Àmelie" disse,
con un tono ancora più armonioso, sorridendo mostrando i denti lucenti.
"Non sapevo avessi un ragazzo, collega, non me ne hai mai parlato" li interruppe Razi, piazzandosi tra i due, guardando torvo Angel dai suoi metri e novanta.
"Razi, ti presento Angel. Angel, Razi.
Angel era il mio migliore amico, sai, Raz? Prima di trasferirmi abitavo a New York e lui mi seguiva come un'ombra! Te ne ho parlato, quella volta dopo la riunione con il Sergente Killey, ricordi?"
"Mm si, mi sembra di sì. Beh, Angel, è un piacere." Gli disse, stringendogli la mano educatamente, ma con un tono ancora schivo.
"Come mai anche tu da queste parti?"
"Ho ottenuto un incarico importante da un vostro superiore, il Sergente Craig. Mi ha chiamato una settimana fa per dirmi che il dipartimento dell'Intelligence aveva bisogno di un uomo in gamba per risolvere alcuni casi successi nell'ultimo periodo ed eccomi qui" disse banalmente lui, con un'alzata di spalle.
Àmelie rimase a bocca aperta, per l'ennesima volta in una serata.
"Int.. Intelligence, hai detto?"
"Esattamente. È stata una gran bella soddisfazione, non posso negarlo. Non potevo rifiutare un'offerta simile. Questo bar si trova un po' più a sud del centro, prestate servizio qui?"
"Beh, signori, questa sì che è bella!
Fred, vieni a conoscere il tuo nuovo arrivo!" Urlò Razi, ridendo come un matto, dopo aver visto l'espressione di panico sul volto di Àmelie.

IN UN ALTRO MOMENTOWhere stories live. Discover now