Capitolo 26: "La mia vita è appartenuta a tutti tranne a me stessa"

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<<Il mio nome è Cassandra Arrowsilv, sono nata il 20 agosto del 1919 e sono la figlia di mezzo del signor Arrowsilv e della signora Peregril. Ho vissuto tutta la mia vita in Germania, in una delle cosiddette "famiglie ariane". Ho sempre vissuto in una famiglia con alcuni problemi di fondo; i miei genitori non erano fatti per essere genitori e, alla base di tutto, non si amavano per nulla. Era come vivere con due estranei, sia per quanto riguardava la relazione moglie-marito sia per la relazione genitori-figli. Ci hanno "cresciuti", per così dire, per mantenere e mandare avanti l'azienda di famiglia; i nostri sogni, i nostri desideri ai loro occhi erano patetici capricci da bambini. Inizialmente eravamo in due in famiglia, tre quando io e mio fratello eravamo già grandi. A scuola ero un tipo riservato, non avevo amici, non avevo conoscenti; le facce dei miei compagni mi risultavano estranee nonostante i giorni e gli anni che avevo trascorso con loro, così tanto che persino ora non ricordo né i loro nomi né i loro volti. Mio fratello era leggermente più empatico di me, ed era riuscito a farsi alcuni amici, mentre io mi ero fatta solo dei nemici; alcuni senior mi bullizzavano, prendendomi in giro per il mio fare riservato, e mio fratello era sempre lì a difendermi. Joshua Arrowsilv, il primogenito dei tre. Avete avuto l'opportunità di conoscere mia sorella quando è venuta a visitarmi al Compound, Evelyn Arrowsilv, la più piccola. La mia famiglia, durante il periodo del cosiddetto delirio nazista, era una grande sostenitrice del principio della razza ariana e della sua preservazione, e fecero di tutto per sostenere il partito nazista. Proprio in quel periodo, tra i cassonetti dell'immondizia ai margini della strada trovai una bambina ebrea di a malapena due o tre anni, che salvai e portai con me, crescendola come se fosse stata la mia stessa figlia. Dorothy Arrowsilv, la bambina più dolce al mondo. Ma a questo argomento ci arriveremo dopo. Con l'inizio della guerra i miei genitori persero tutto; i clienti, i soldi, l'azienda, e diventarono se possibile ancora più assenti e violenti: mia madre aveva sviluppato una brutta dipendenza per il fumo, mentre mio padre spendeva i soldi rimasti dal fumo per comprarsi l'alcool. In poco tempo la situazione degeneró, e in casa mia non si poteva più vivere; furono tante le botte che ricevetti, tante quelle che prese Joshua per difendermi. La quotidianitá da noi consisteva in mia madre che mi urlava contro perché per lei non ero abbastanza e mio padre che mi buttava le bottiglie di whisky in testa o di fianco a me.
Mio fratello con lo scoppio della guerra venne mandato al fronte contro la sua volontà e, sia per stargli affianco che per allontanarmi da casa, mi arruolai volontariamente nell'esercito tedesco sotto il nome di Abraham Arrowsilv, e presto diventai generale grazie alla mia grande conoscenza ed abilità nel manovrare le armi. Affidai Dorothy ad un paio di conoscenti che abitavano ai confini con la Svizzera, cosicché se fosse scoppiato un putiferio mentre ero via sarebbe riuscita a fuggire dal paese. Il tutto prima dell'invasione della Polonia, missione in cui mio fratello morì. Proprio dopo la sua morte disertai, attuando una piccola ribellione e rivelando all'esercito la mia vera identità; dopo quell'episodio dovetti fuggire per qualche settimana ai confini con la Svizzera insieme a quei conoscenti di prima per evitare di essere presa. Dopo un breve mese, sotto copertura mi trasferii nuovamente nel cuore della capitale, nascondendo famiglie di ebrei ed aiutandoli a scappare dalle SS. Una volta completato il mio lavoro, tornai ai confini della Germania, per finire di trasferire l'ultimo gruppo di bambini in un orfanotrofio in Svizzera.
Feci l'errore più grande della mia vita: rivelare la mia posizione nel caso volesse venire a visitarmi.
Lei, bisognosa di soldi per comprare sigarette e alcolici, vendette la mia posizione all'esercito per Cento Reichsmark, la moneta tedesca durante il periodo nazista; nel bel mezzo della notte, mentre stavo facendo un report per le SSR americane, irrupero in casa mia la polizia tedesca, trovando il nascondiglio dei bambini e quello di mia figlia e, in tutta fretta, ci portarono via. Il giorno dopo salimmo sul primo carro da bestiame disponibile, stipati per giorni e notti come animali insieme ad un altro centinaio di persone, raggiungemmo la Polonia. Uno dei bambini di cui mi prendevo cura morì durante il viaggio, stipato, disidratato e debole com'era già non è riuscito a raggiungere la Polonia. Quanto il treno rallentó, uno di quelli vicino alla finestrella della nostra gabbia urlò "Auschwitz", e li capii di essere spacciata. Quando aprirono i vagoni, ci fecero scendere tutti e fecero salire degli altri detenuti a raccogliere le persone decedute durante il viaggio, per poi ritornare all'interno del campo scortati dai soldati. Ci divisero in due file; quella di destra, composta da persone non idonee ai lavori del campo, e quella di sinistra, composta da persone idonee. Cercai di salvare i bambini e portarli con me, ma i soldati erano di un'altra opinione e, a furia di bastonarmi con la canna dei fucili e manganelli, riuscirono a strappare da me quei bambini, spedendomi nella sala delle misurazioni. Lì venimavo rasati da capo a piedi, nulla escluso, e poi spediti nelle doccie, da cui fortunatamente usciva solo acqua gelata. Poi veniamo marchiati con il numero di matricola, io come detto in precedenza ero il 9544, e dovevamo imparare a memoria il nostro numero perché ci avrebbero chiamato solo ed esclusivamente con quello. Ho visto persone venir fucilate perché, non essendo tedesche, non sapevano la traduzione del proprio numero e non capivano quando li chiamavano. Ho visto persone venire uccise con false misurazioni dell'altezza, uccise a colpi di bastone, suicidate contro i fili ad alta tensione o impiccate. Sbranate dai cani addestrati dai soldati, soffocate nelle camere a gas, buttate nei forni crematori ancora vive. Morte a causa di iniezioni letali o di esperimenti genetici che avevano portato lentamente alla morte della persona. Morti di freddo, di fame, di fatica, di crepacuore, di disperazione, ho visto la Morte in faccia più e più volte, ed ogni volta ho avuto il coraggio di dirle "non oggi".Mi sono offerta volontaria a sottopormi agli esperimenti del dotto Josef Mengele per salvare dei bambini della mia baracca. In uno degli ultimi giorni della mia lunga permanenza, riuscii a far fuggire duecento detenuti tra bambini, donne e uomini, che riuscirono a salvarsi raggiungendo l'accampamento dell'armata qualche chilometro più in là. Proprio per quello venni condannata insieme ad altri detenuti alla doccia a gas, da cui feci ritorno solo grazie agli esperimenti che Mengele aveva concordato con Zola, che mi permisero di non soffocare. Quando l'armata entrò dai cancelli venni portata via usando delle reti sotterranee, che mi condussero nel laboratorio in cui venni trasformata nel Soldato d'Inverno, con trasfusione del siero del Supersoldato annessa; addestrata per uccidere, proprio come Bucky. Ma avevano già un Supersoldato, loro volevano qualcosa di nuovo, qualcosa di insolito. E cosa, meglio di una Vedova Nera? Io praticava danza classica sin da quando ero piccola, perciò sopravvivere alle selezioni della Stanza Rossa non fu per nulla difficile; ottenni così il mio secondo titolo, quello di Vedova Nera. Poco prima della cerimonia di sterilizzazione, l'HYDRA mi ha ripresa indietro dal KGB, preparandomi per il terzo programma: quello della Widowmaker. In quel momento sia i nuovi Soldati d'inverno che quello vecchio stavano dando problemi e, per scongiurare una fuga in massa, forgiarono me; un'arma inprevedibile e senza cuore, tanto agile e leggiadra quanto mortale e crudele. Addestrata per disattivare e nei casi peggiori uccidere un Soldato d'inverno: la Widowmaker. Ogni giorno venivo addestrata a prevenire ogni tipo di scenario, studiando la tattica giusta per abbattere tutto e tutti. Poi arrivó il siero nuovo, quello che doveva completamente friggermi il cervello una volta per tutte, che fece l'esatto opposto, donandomi poteri tanto misteriosi quanto caotici e distruttivi. Venni rinchiusa in una cella SCP, ma non prima di essere sottoposta all'ennesima pazzia scientifica. All'HYDRA mancavano i Supersoldati, non sapevano più che fare: Bucky era nella sua cella frigorifera, e non avevano intenzione di scongelarlo dopo l'ultima missione, ennesima in cui era andato in tilt. Perciò quale modo migliore di avere Supersoldati se non crearli? Cercarono di usarmi come culla umana, cercarono di ingravidarmi in qualunque modo possibile ed immaginabile, ma nessuno dei tentativi andò a segno: forse perché lo sperma non era di un Supersoldato, forse erano le condizioni ad impedire che esso attaccasse al mio utero, per una serie di condizioni l'esperimento si rivelò un fallimento. Perciò mi buttarono in gattabuia insieme a quei mostri che avete visto nel laboratorio, immersa nella spazzatura che il mondo aveva creato e poi ripudiato. Classificata prima come Thaumiel poi come Keter, paragonata a Ballora, il mostro che tormenta la mia vita da anni ormai. Lei è nelle mie allucinazioni, nei miei incubi, nella realtà insieme a me; il suo ricordo mi perseguita da anni, e di certo non smetterá mai di farlo. Ma, come in tutte le storie, ci deve sempre essere un finale, che può essere un lieto fine o una fine non molto lieta. Se per molti di voi il Blip è stata una maledizione, per me è stata come la manna dal cielo. Solo così sono riuscita a fuggire dal laboratorio, solo così ho ritrovato la libertà del corpo. Ma della mente? La libertà della mente la sto cercando persino ora, e la risposta è ancora sin troppo lontana da me. Ma è giunta l'ora di un nuovo inizio, di aria nuova: la mia vita è appartenuta a tutti tranne che a me stessa, e voglio che questa cosa cambi. Niente più segreti, niente più dubbi e incognite. Solo me.
Questo è stato il percorso della mia vita sino ad adesso, questa sono io, Cassandra Arrowsilv in persona>>.

Gli Avengers, riuniti attorno a me come si fa con il fuoco in campeggio, guardavano con stupore ed incredulità le ultimi immagini Magiche sparire sotto il soffio del vento, portate via da esso insieme ai ricordi; avevo deciso di aprirmi completamente con loro, soprattutto dopo la gita al campo. Avevano il diritto di sapere e sin troppe domande che frullavano nel cervello di ognuno, domande a cui speravo di aver dato una risposta. Con i miei poteri avevo proiettato sprazzi di ricordo, attimi della mia vita per dimostrare, dare delle prove a sostegno della mia storia. Nella sala c'era solo silenzio, nient'altro che silenzio; nessuno sapeva cosa dire, nessuno si azzardava a dire solamente una parola. La mano di Bucky stringeva compulsivamente la mia, mentre i suoi occhi comunicavano una tristezza abissale e un lutto profondo: nessuno di loro si aspettava dalla sorridente Cassandra nulla del genere, nessuno si aspettava che avessi vissuto così tanti traumi. Erano rimasti tutti sconvolti e senza parole, persino Stark e Sam, che solitamente erano i primi a tirare su il morale alla squadra, giacevano in silenzio sul divano, molte lacrime che gli rigavano il volto.
Si alzarono tutti contemporaneamente e, sempre senza dire nulla, mi abbracciarono, cercando di riempire il vuoto lasciato dalle parole.
Ora mi sentivo più leggera, dopo aver confessato mi sentivo bene.
Mi sentivo a casa.
Lì, con la mia famiglia.

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Spazio autore: Ciao ragazzi.
Finalmente capitolo rivelazione, con tutto il passato della nostra cara Cassandra. Ho dovuto riassumere molto ciò che volevo scrivere perché se no il capitolo veniva veramente troppo lungo e diventava una pialla assurda. Il suo passato, come già detto da lei, è stato scritto, ma il suo futuro...?
Rimanete sintonizzati e lo scoprirete.
Passo e chiudo ❤️

Widowmaker: l'antenata dei Supersoldati // Bucky BarnesWhere stories live. Discover now