Capitolo 6: "Qui siamo al sicuro Cassandra, nessuno ci farà del male"

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<<Cassandra? Cassandra mi senti?>> 

Una voce lontana mi richiamò dal mondo dei morti, strappandomi dallo stato di trance in cui ero confinata da quelli che mi erano sembrati anni. Aprii con estrema fatica gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che mi circondava, ottenendo risultati alquanto scarsi; le figure che mi guardavano dall'alto erano mischiate alla luce di una piccola torcia puntata direttamente nei miei occhi. La nausea mi attanagliò lo stomaco, e  non era certo a causa degli incubi. Iniziai a tossire, cercando di rimandare inutilmente il vomito giù per gola. 

<<Devi vomitare?>> riconobbi la voce di Bruce, riuscendo a mettere a fuoco la sua faccia per pochi secondi. Annui, girandomi verso un fianco. Un'altra persona si avvicinò a me con un secchio, in cui rigettai persino l'anima.

<<Ora dovresti sentirti meglio>> affermò il dottor Banner, sorreggendo il mio busto da dietro la schiena. Mi fece sedere molto lentamente, stando particolarmente attento a non compiere azioni rapide che probabilmente avrebbero solo aggravato la situazione. Quando riuscii finalmente a mettere a fuoco la stanza, notai e riconobbi le persone che mi circondavano; oltre a Bruce, infatti, c'erano il capitano, Stark, Wilson e il sergente, tutti e cinque con un'espressione più che preoccupata sul volto. Lasciai che il dottore eseguisse dei brevi esami sul momento, tastandomi il retro della testa per controllare non avessi riportato ferite importanti.

<<Hai dato una bella botta contro il tavolo, Clockgirl. Sei stata fortunata che Bucky ti ha preso prima che ti si spaccasse in due il cranio>> disse con ironia Sam, scaricando il secchio nel wc vicino alla sala pranzo.

<<Suppongo dovrò mettere dei para angoli di gomma o smussarli direttamente>> scherzò Tony, incrociando le braccia. Gli unici due che in quella situazione non stavano ridendo per nulla erano il capitano ed il sergente, dotati di quello che io chiamavo "l'umorismo del soldato" e che, tra l'altro, possedevo anche io: ridevamo raramente e non di certo quando qualcuno si faceva male. Certo, io cercavo di sorridere il più spesso possibile, ma la maggior parte delle volte era solo per educazione. 

<<Devo andare in ufficio, devo completare dei rapporti missione e devo-->>

<<Oh no, non credere nemmeno di alzare un dito oggi, domani e anche dopodomani. Finché l'influenza non va via, tu riposi>> mi precedette il capitano, puntandomi un dito contro. Purtroppo le vecchie abitudini erano dure a morire, ed io con loro. Quando ero all'HYDRA non importava se stessi bene, male, se fossi viva o mezza morta, lì mi facevano faticare sempre e comunque. Se c'era qualcosa che avevo imparato dal mio passato era che, nonostante malattie e sconfitte, dovevo lavorare costantemente, duramente e perfettamente. Non avevo margine di errore, non un passo falso. Opposi resistenza, ma alla fine dovetti riconoscere che non ero nelle condizioni di scrivere dei rapporti missione o fare qualsiasi altra cosa che non fosse dormire; senza l'aiuto di Bruce per alzarmi, probabilmente io sarei stata stramazzata per terra tutto il giorno, e non stavo scherzando. 

Una volta in piedi il terreno iniziò a girare nuovamente sotto i miei piedi, rischiando di farmi cadere nuovamente. Fortunatamente la presa salda del sergente Barnes fu abbastanza forte da tenermi in piedi senza nessun particolare sforzo, aiutandomi a tornare in equilibrio sul mio asse corporeo. 

<<La accompagno io in camera>> disse quest'ultimo, sorreggendomi per il fianco con la mano di vibranio. Appoggiai un braccio sulle sue spalle, camminando piano piano verso l'uscita della sala da pranzo sotto lo sguardo preoccupato degli Avengers che erano entrati all'ultimo momento in cucina. Sorpassata la porta mi sollevò senza sforzo da sotto le ginocchia, tentando di portarmi in braccio sino a camera mia. "Tentando" perché mi opposi duramente, cercando di convincerlo a rimettermi a terra: insomma, ero capace di camminare sino all'ascensore, non ero messa così male!

Widowmaker: l'antenata dei Supersoldati // Bucky BarnesOù les histoires vivent. Découvrez maintenant