Capitolo 11: "Conosciamo l'identità di questa ragazza?" "Si"

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In tutta la mia vita non ricordavo una sola volta in cui io avessi ricevuto una carezza, né da mia madre e tanto meno dagli Agenti dell'HYDRA . Eppure eccomi qui, svegliata dal leggero tocco di una mano che, per una volta, non voleva o doveva ferirmi. La mia schiena era appoggiata al petto di Bucky, mentre quest'ultimo si dilettava a solleticarmi leggermente l'incavo del collo, dove riponeva dolci baci a fior di pelle. Mi beai di quell'estraneo contatto, facendomi cullare dalla sensazione che il suo flebile respiro provocava sul mio corpo; dopo una missione impegnativa come quella che avevamo affrontato, era d'obbligo coccolarsi un po', anche se in completa segretezza. Non potevo vedere la posizione del sole a causa delle tende, ma ero quasi sicura che in quell'esatto momento stessero sorgendo le prime luci dell'alba, portando con sé il chiarore di una canonica e calda giornata di fine estate. Settembre era ormai alle porte, e ciò simboleggiava un leggero abbassamento delle temperature ma, soprattutto, l'accorciamento delle giornate, causa per il quale non mi sarei potuta più godere il tramonto delle dieci di sera sul tetto con Barnes. 

<<Пора просыпаться, агент>> (É ora di alzarsi, Agente) disse solleticandomi il collo con il naso. Risi leggermente, cercando di scappare alla morsa  che aveva creato con le sue braccia attorno alla mia vita.
<<Иди к черту, сержант>> (Vada al diavolo, sergente) risposi, ridendo sempre di più. Ora il solletico dal collo si era propagato per tutto il corpo, facendomi contorcere dalle risate sotto le sue insidiose dita, che conoscevano sin troppo bene come strapparmi un sorriso persino di prima mattina. Mi girai verso di lui nell'esatto momento in cui avrebbe dovuto solleticarmi il collo, catturando la sua bocca in un delicato bacio dalla quale nessuno dei due riuscii a staccarsi. 

<<Dobbiamo andarci a preparare, o faremo ritardo in sala conferenze>> disse alzandosi. Ammirai da lontano il suo meraviglioso corpo, illuminato leggermente dalla luce mattutina che  filtrava dalle tende ora semi aperte; le argentee dog tags militari titillavano sul suo petto ad ogni movimento, rimbalzando liberamente contro i suoi umidi pettorali mentre il braccio di vibranio e quello umano si dilettavano a recuperare dei vestiti da indossare per rendersi presentabile. Quando dormivamo insieme, soprattutto con il caldo degli scorsi mesi, aveva preso l'abitudine di dormire in nient'altro che pantaloncini o boxer e climatizzatore acceso, obbligandomi a dormire con il pigiama invernale a causa del freddo siberiano che circolava nella stanza. Non che avrei mai seguito il suo esempio, anche a causa delle cicatrici che volevo coprire, ma di certo mi sarei risparmiata il plaid che solitamente usavo a Gennaio inoltrato. 

<<Ti piace ciò che vedi?>> chiese punzecchiandomi. Gli feci un sorriso di scherno, alzandomi dal letto per accamparmi in bagno prima che ci entrasse lui. Bucky era solito farsi la doccia di prima mattina, perciò se non volevo crepare di caldo ora che il clima era spento, forse era meglio cambiarsi prima che il sergente si accampasse in bagno per qualche ora. Quando parli del diavolo spuntano le corna, proprio in quel momento il ragazzo bussò alla porta, interrompendo i miei vani tentativi di farmi una treccia.

<<Non entrare, sono nuda>> mentii, non volendo essere disturbata. 

<<Ma va, allora entro al volo>> sentii dall'altra parte della parete. Come premesso la porta si aprì mentre io, sconvolta, mi girai verso di essa, osservando un Bucky che con molta nonchalance mi fissava dallo stipite dell'entrata. Lo fissai a bocca aperta, smettendo persino di intrecciare i capelli: sfacciato il ragazzo!

<<Bucky, sei nel mio bagno!>> dissi sconvolta. Non ero arrabbiata o infastidita, più sorpresa che altro. Egli mi squadrò da capo a piedi con uno sguardo beffardo, rispondendo.

<<E tu sei vestita, chi dei due è più deluso?>>. Gli lanciai un'asciugamano in faccia, facendolo ridere di gusto. 

<<Muoviti piuttosto, non vorrai essere avvistato nel mio bagno>> dissi con un tono drammatico. <<Sia mai!>> rispose, fingendo sgomento ed indignazione. Eravamo veramente due bambinoni. Mi incamminai senza di lui verso la sala conferenze, ancora inconsapevole dell'enorme problema che mi aspettava varcata l'entrata dell'aula. 

Widowmaker: l'antenata dei Supersoldati // Bucky BarnesWhere stories live. Discover now