XVI

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Passò un altra settimana,
ero arrivata a tal punto da non reggermi più in piedi, ero dimagrita talmente tanto che si vedevano tutte le ossa del mio corpo, si potevano contare le costole e il viso era sciupato.
Fui convocata di nuovo dal capo,

< vai in sala, sei stata scelta per una missione > mi disse mentre firmava delle carte;

un uomo mi scortò fino al laboratorio.

< non è nelle condizioni di una missione > disse un medico,
< la renda più forte allora > gli gridò Whitehall che era entrato nella stanza.
Il medico mi ignettò un siero che mi immobilizzò i muovimenti, mi tolse il collare e Murmur prese il mio posto;
il mio corpo cominciò a tornare normale, forte e luminoso;
con una specie di pistola, il medico mi impiantò un cip sotto pelle. Murmur sparì, il mio corpo era come nuovo,
mi alzai,
avevo di nuovo i miei poteri, cercai di uccidere i presenti ma appena feci uno scatto Whitehall schiacciò un pulsante che mi eliminò tutto il fuoco attorno a me;
Lo guardai confusa e spaventata, lui sorrise.
< visto? sei mia,
ora posso controllarti >

Il cip che mi avevano impiantato era come un telecomando per i miei poteri, potevano regolarne l'intensità, la potenza e decidere quando e come usarli. Ero come una macchinina telecomandata che si accendava tramite un semplice pulsante.

Il giorno dopo mi portarono dentro un furgoncino, viaggiammo per ore e durante il percorso mi spiegarono di che missione si trattasse,
Il mio compito era quello di uccidere una ragazza se qualcosa sarebbe andato storto, non mi dissero di chi si trattava, ne dei suoi poteri, niente;
loro avrebbero dovuto semplicemente spostarla da una base all'altra
dell' Hydra.

La ragazza aveva distrutto la struttura dove si trovava inizialmente, quindi la dovevano spostare in una più sicura, quella dove ero stata chiusa io.

Scesi dal fugoncino, davanti a me c'erano un centinaio di soldati armati fino ai denti,
" tutti loro per una sola ragazzina? " pensai.
Un camion nero blindato arrivò dopo circa dieci minuti, Whitehall si avvicinò chiamandomi a seguirlo.
< io apro la porta, se ti do l'ordine tu uccidila senza esitare >
io annuii e feci illuminare le mani.

Lentamente Whitehall aprì la portiera,
la ragazza era senza sensi stesa sui sedili con mani piedi e occhi bendati,

occhi bendati? perché?.

Whitehall la prese in braccio portandola lentamente nel nostro furgone; mi fece sedere affianco a lei in caso si sarebbe svegliata.

Non ci vedevo nessuno pericolo guardandola,
era una ragazzina della mia età, con il viso triste, magra e con il corpo pieno di cicatrici.
La fissai per tutto il viaggio, per studiarla, per capire chi fosse,
aveva lunghi capelli rosa, non sembravano tinti, legati da elastici vecchi, la carnagione pallida con il naso rosato e occhiaie profonde tendenti al nero.

La fissai per tutto il viaggio, per studiarla, per capire chi fosse, aveva lunghi capelli rosa, non sembravano tinti, legati da elastici vecchi, la carnagione pallida con il naso rosato e occhiaie profonde tendenti al nero

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Il viaggio di due ore andò bene, la ragazza dormì tutto il tempo.
Arrivammo nella struttura, non sapevo dove fosse, mi impedivano di capirlo, i vetri del furgone erano neri e la base dell' Hydra era nel bel mezzo del nulla.
Mi neutralizzarono i poteri portandomi nella mia stanza assieme alla ragazza ancora senza sensi; la appoggiarono sul lettino e le ignettarono un liquido nel collo.
< appena si sveglia cerca di non farti uccidere > disse ridendo Whitehall uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle;
mi girai lentamente verso la ragazza notando che piano piano si stava muovendo.

L'unica cosa che dovevo fare era farmela amica per poi scappare da quell' inferno insieme;
non sarebbe stato difficile no?

La ragazza si alzò di scatto, mi spinse al muro e iniziò a stringermi il collo; una lacrima mi scese lentamente sul viso, no perché mi faceva male, neanche per paura ma perché mi ricordavano gli addestramenti con Bucky, quando io lo mettevo k.o. e lui per sfidarmi mi minacciava afferandomi il collo per poi ridermi in faccia e iniziare a farmi il solletico; mi mancava, mi mancava Emerald, Loki e tutti gli Avengers, mi mancava la mia famiglia.

Mi ricordai gli addestramenti di Natasha su come liberarsi in questa situazione; la ragazza, anche se forte, era comunque molto debole, le afferrai il braccio e col piede la feci cadere per terra; lei si allontanò subito e con un sorriso omicida disse:
< mi piaci... sei la prima ragazza che riesce a stendermi >
io sorrisi e mi avvicinai,
< Daphne Hill > dissi incrociando le braccia,
< Elizabeth > rispose lei squadrandomi,
< solo Elizabeth? >
lei non mi rispose, ma io insistetti,
< da dove vieni > chiesi cercando di addolcire la mia voce,
< non sono affari tuoi > mi rispose stizzita,
< dovremmo condividere questo buco di stanza per chissà quanto tempo quindi caramellina si, sono fatti anche miei >
il mio carattere di merda non mi era molto d'aiuto in quelle situazioni,
< mi hai chiamata seriamente caramellina? > alzò le sopracciglia e iniziò a ridere in modo isterico poi tornò seria; che ansia.
< si, ora parla grazie > dissi avvicinandomi alla faccia della ragazza guardandola dritta negli occhi nocciola scuro,
< non so niente del mio passato, so solo che quando ero ancora in fasce mi ha preso l' Hydra e ora mi ritrovo a sperare di morire il più presto possibile >
il suo volto, la sua voce, non facevano percepire neanche un cenno di emozioni, niente, il vuoto.
< come hai fatto a distruggere la base in cui ti trovavi? > andai dritta al punto,
< posso controllare la mente di chi voglio solo guardandole negli occhi, posso ordinargli di fare quello che voglio.
Ogni volta che mi facevano gli esperimenti e mi ridavano i poteri entravo nella testa di qualcuno, di solito mi scoprivano vedendo gli occhi di chi avevo " impossessato " diventare bianchi, poi l'altro ieri, mentre mi facevano uno dei loro esperimenti, entrò un uomo con gli occhiali da sole, lo condussi alle caldaie e feci esplodere la struttura >
< aspetta l'altro ieri? >
come faceva il ragazzo biondo dell'altra volta a sapere una cosa che sarebbe successa quasi una settimana dopo?
< si, perché? > chiese Elizabeth
< niente, lascia stare..... comunque... potevi morire anche te nell'esplosione lo sai questo vero?
perché lo hai fatto? >
< bhe era divertente, e poi se morissi potrei stare solo meglio non peggio, dovresti capirlo, anche tu sei qui dentro >
la sua voce era tranquilla, come se stesse parlando di qualcosa di normale, di spensierato.
Mi guardai in torno per controllare se ci fossero cimici o microfoni,
era tutto apposto,
mi avvicinai a Elizabeth sussurandole all'orecchio il mio piano ma lei iniziò a ridere rumorosamente,
< che cazzo fai! abbassa la voce > le gridai,
< si scusa è solo che mi fa ridere,
c'è tu mi stai dicendo che un ragazzo ti ha ha predetto il futuro? hahahhahaha bella questa, e poi una volta uscite, non si sa come, dovremmo andare dove? illuminami >
disse ancora ridendo,
< non usciremo noi, manderemo semplicemente un segnale per trovarci e salvarci >
< ah si certo, ora ha tutto più senso > disse ironica,
< e chi ci dovrebbe salvare? il ragazzo misterioso che prevede il futuro? > mi prese in giro,
< No. gli Avengers, la mia famiglia >
< hai una famiglia? > il suo sguardo era serio, non rideva più, anzi sembrava triste.
< si, e presto ne avrai una anche tu > le strinsi la mano,
< si certo, alla prima occasione mi mollerai qui > si alzò dal letto mostrando un leggero sorriso,
< non serve che mi rispondi, ti aiuterò comunque, sembra divertente >.

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