•Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 20•

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K:«La...verità? In che senso?»
A:«Già, Suna, in che senso? Glielo spieghi tu o lo faccio io?»
Atsumu puntualizzò vedendo il ragazzo in difficoltà, con un'espressione di ribrezzo sul volto. Ribrezzo per se stesso, per quello che aveva fatto alla ragazza, perchè, proprio in quel momento, avrebbe dovuto spiegarglielo e non sapeva assolutamente come fare. Cosa avrebbe pensato, Kiyomi, di lui? Sicuramente non sarebbe più stato in grado di guardarla in faccia, si sarebbe fatto schifo da solo. Poco ma sicuro. Probabilmente l'avrebbe fatta sentire da schifo e lei si sarebbe rifiutata pure di respirare la sua stessa aria. Lo avrebbe fatto anche lui, al suo posto. Ed era una cosa più che lecita, dopo averla letteralmente trattata come un premio.
Si era pentito? Ovvio. Ci aveva pensato più di una volta e tutte quante si era ripromesso di parlargliene, di dirle la verità. Ma ogni volta la paura di perderla lo assaliva. E ora, dovendo fare i patti con la realtà, si pentiva ancora di più di essere stato zitto. L'espressione confusa di Kiyomi lo convinse a parlare. Le doveva delle spiegazioni dopo tutto.
S:«Kiyomi, io-»
La voce gli si spezzò, le parole gli morirono in gola. Forse doveva lasciar parlare Atsumu e nascondere la faccia sottoterra.
S:«Scusa»
Riuscì solo a dirle quella parola. Che, in se, aveva più significato di qualsiasi altra.

Non sapeva però che, a sentirlo, la ragazza, paranoica com'era, tremò. Osamu, accanto a lei, potè percepirlo perfettamente, e si affrettò a carezzarle la spalla, circondandole la vita con un mezzo abbraccio. Temeva il peggio, la povera Kiyomi. Aveva paura di essere caduta in una sorta di trappola, di aver confidato i suoi sentimenti, le sue paure e di essersi fidata della persona sbagliata.

A:«Beh, mia dolce Kiyomi, da dove comincio? Volevo spiegarti un po' quanto sei stata ingenua, ecco. Sai, Suna, qui accanto a me, la sera stessa in cui ci siamo lasciati, ha scommesso con me. Chi riusciva a conquistarti per primo ti vinceva.»

Il mondo le crollò addosso.
In effetti doveva essere troppo bello per essere vero.
Si sciolse dall'abbraccio di Osamu, scappando sotto la pioggia. Trovò la cosa ironica. Tutti i tradimenti della sua vita avvenivano sotto un temporale. Divertente, sul serio. Forse il tempo voleva riflettere il suo stato d'animo, chi lo sa. Sorrise tra le lacrime, un sorriso malinconico. Sentiva il suo cuore sgretolarsi mentre perdeva il conto di tutte le bugie che, apparentemente, le aveva detto Suna in quelle settimane. Era stata stupida e ingenua. Doveva riconoscerlo. Ma davvero, cosa si aspettava? Che magari, per una volta, andasse tutto bene, forse. Chiedeva troppo, decisamente.
Stava ignorando tutto, in quel momento.
Ma non le sembrava normale dover sentirsi così male a Natale. Doveva essere una festa felice, quella. Si fermò sul ciglio della strada, componendo il numero dell'unica persona che non le aveva mentito, durante tutto quel tempo.
Voleva urlare, arrabbiarsi con il mondo, ma non sapeva proprio dove cercarla la rabbia quando non riusciva nemmeno a distinguere le gocce di pioggia dalle sue lacrime, che si abbattevano sullo schermo del telefono.

Forse il cielo piangeva per lei.

Ma perchè doveva trovare tutto così ironico, quel giorno, mentre un pezzo di lei moriva?
Si era fidata ciecamente di Suna. Ciecamente.
Gli aveva raccontato tutto quello che la facceva soffrire, tutto quello che le faceva paura, tutto.
Avevano condiviso le loro storie, permettendo alle proprie strade di incrociarsi, quando sarebbero dovuti rimanere sulla retta via. E ora, Kiyomi, desiderava fortemente tagliare via quel pezzo di vita, dimenticarlo, svegliarsi e scoprire che era stato tutto un sogno.

Purtroppo, non era possibile.
Anche perchè, con Suna, dopo tutto, era stata bene.
Ma bene sul serio. Era arrivata anche al punto di pensare di essersi innamorata di lui.
Ma la sua intelligenza, in quel periodo, dov'era finita? Come poteva aver pensato che quel ragazzo, dopo averla scopata nei sedili della sua macchina, avrebbe voluto instaurare un rapporto serio con lei? Aveva ottenuto quello che voleva, il resto era superficiale.
Sospirò, maledicendosi e stringendo un pugno così forte che le sue unghie lasciarono il proprio segno.
Fortunatamente Satori arrivò in tempo, prima che la ragazza potesse urlare o farsi del male.
La caricò in macchina e vedendola in quello stato, decise di portarsela a casa. Sapeva qjanto Kiyomi odiasse le domande di suo fratello riguardo a quello che accadeva nella propria vita, e voleva sapere.

T:«Andiamo da me, ok? Dopo mi racconti tutto, intanto prendi il mio borsone da pallavolo, dovrebbero esserci degli Oreo e un asciugamano.»
Ovviamente, le cose, erano tutte al loro posto.

Kiyomi afferrò il pacco di biscotti, rifocillandosi avidamente. Sperava sul serio che i dolci potessero assorbire, almeno un minimo, il dolore che le provocava fitte pesanti al cuore. Pensò, in un attimo di lucidità, a quanto fosse fortunata ad avere un migliore amico come Tendō Satori, lui non le aveva mai mentito, o almeno questo credeva.
Non era più sicura di nulla, ora come ora.
Suna e la sua stupida scommessa avevano distrutto tutta la fiducia che aveva verso gli altri.
K:«Grazie, Satori»
La sua voce tremava ed appariva incerta ed insicura. Non voleva fare la parte della bambina tradita e demoralizzata, ma sapeva che Satori non l'avrebbe giudicata, anzi, probabilmente sarebbe stato capace di fermarsi in mezzo alla strada per abbracciarla e, per un secondo, Kiyomi ci sperò sul serio. Aveva bisogno di un rassicurante abbraccio, in quel momento.
Sentiva la necessità di avere qualcuno a cui appoggiarsi.

Tuttavia, il suo cervello e il suo cuore, non poterono fare a meno di pensare a dove avrebbe dormito Suna.
Se ne pentì subito.
Ma sul serio si stava preoccupando per lui dopo tutto quello che le aveva fatto? Si, lo stava facendo.
Perchè? Si chiama amore.
Si era innamorata di un grande stronzo e purtroppo lo sapeva, ora.

Forse era colpa di Atsumu?
Doveva smetterla di cercare di eliminare le colpe da Suna, doveva accettare che lui non era stato onesto, doveva accettare l'ingenuità che aveva mostrato nei suoi confronti. Ma non ci riusciva, la sua coscienza, ogni volta, cercava di giustificare e salvare Suna, come se avesse giustificazioni, il suo comportamento.

T:«Arrivati, ora mi racconti tutto eh»
Le cinse le spalle con un braccio, accompagnandola dentro e cercando di rassicurarla.
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Angolo Autrice

Allora, che ne pensate? Ritorno con un capitolo che mi fa schifo, ma vabbè♡︎♡︎
Nel prossimo capitolo ci sarà la reazione di Suna alla verità svelata da Atsumu❤︎❤︎❤︎

•Eᴠᴇʀʏᴛʜɪɴɢ ʜᴀᴘᴘᴇɴs ғᴏʀ ᴀ ʀᴇᴀsᴏɴ• 𝑺𝒖𝒏𝒂 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Donde viven las historias. Descúbrelo ahora