•Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 7•

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Sentendo la campanella suonare, Suna, si affrettò a  scendere, dirigendosi come se nulla fosse, all'entrata della palestra. Sebbene non avesse voglia di ascoltare le insinuazioni di Atsumu, decise di partecipare comunque agli allenamenti.
Anche perchè la settimana successiva, ci sarebbe stata l'ultima partita prima di iniziare le vacanze Natalizie. Notando il leggero ritardo che aveva compiuto, tentò di sbrigarsi, chiudendosi la porta degli spogliatoi alle spalle e cambiandosi in fretta. I ragazzi, e nemmeno l'allenatore, non evidenziarono la cosa, chiamandolo semplicemente in campo e iniziando gli allenamenti. Atsumu, tuttavia, non voleva rendere semplice la vita al centrale, cercando, in qualsiasi modo, di colpirlo con una pallonata. Suna non ne poteva più dell'atteggiamento infantile che stava mantenendo il biondo, e, irritato, gli sibilò di finirla. Capendo che l'altro non aveva intenzione di smettere, il corvino, lasciò il campo, dirigendosi a passi svelti verso gli spogliatoi, sotto gli occhi basiti dei compagni.
Afferrò con violenza il borsone, affrettando la sua camminata per arrivare a casa il prima possibile.

Kiyomi, invece, stava silenziando il telefono, seduta sul tetto della scuola. Ci andava praticamente sempre, dopo le lezioni. Non aveva mai visto nessun altro, per questo era convinta che quel posto non lo conoscesse nessuno. Le trasmetteva molta tranquillità, accentuata, quel giorno, da una leggera brezza che le carezzava il viso, facendo ondeggiare i lunghi capelli castani. Chiuse gli occhi, distaccandosi leggermente dai problemi e godendosi quella quiete. Gli uccellini cantavano e si poteva udire il fruscio delle chiome degli alberi sottostanti. Insomma, era un luogo perfetto, non sembrava nemmeno inverno, anche perchè il sole splendeva, un po' offuscato da alcune nuvole passeggere. La ragazza cercò nella tasca della felpa il telefono,  individuando la sua playlist e attivandola ad un volume molto basso, in modo che potesse sentirlo esclusivamente lei. Voleva isolarsi dal mondo, almeno per quel giorno. Era sempre stata una persona evasiva, cercava di avere il suo spazio, volendo passare dei momenti da sola. Specialmente quando succedeva qualcosa di brutto.
Quel giorno, però, i suoi piani di stare da sola, vennero sconvolti da un certo ragazzo dai capelli scuri e gli occhi di un verde magnetico.

Kiyomi, per circa dieci minuti, non si accorse nemmeno della sua presenza, continuando ad ascoltare la musica e a farsi carezzare il viso dal leggero venticello. Poi, però, il ragazzo, parecchio confuso, le chiese cosa ci facesse lei lì. D'altronde non aveva mai visto nessuno in quel luogo, pensando di essere l'unico a conoscerlo.
Lei sussultò per lo spavento, girandosi di scatto e ritrovandosi l'imponente figura di Suna davanti agli occhi.
K:«Maria, Suna mi hai fatto prendere un colpo»
S:«Scusa, non volevo. Pensavo di essere da solo»
Lei non rispose, avendo nutrito quella convinzione per tutto il tempo. Lui sospirò sedendosi al fianco della ragazza.
K:«Aspetta, ma se tu sei qui vuol dire che gli allenamenti della squadra sono finiti. Oh Dio sono in ritardo»
Lei fece per alzarsi, venendo bloccata dalla presa ferrea del ragazzo sul suo polso. Lui la rimise seduta, porgendole il telefono che aveva rischiato di pestare in quella fuga improvvisa.
S:«Mancano ancora due ore buone, sono uscito prima»
K:«Oh. Se posso chiedere, perchè?»
S:«Il tuo cazzo di ex-ragazzo mi tormenta»
Lei si sentì stranamente in colpa per il comportamento di Atsumu. Lo conosceva bene e sapeva quanto potesse diventare fastidioso e infantile.
S:«Puoi mettere la canzone di prima? Era bella»
L'alzatrice rimase un po' interdetta. Pensava di essere l'unica a cui potesse piacere quel tipo di musica. Tuttavia ascoltò la richiesta del ragazzo, poggiando nuovamente il telefono a terra.
Kiyomi pensava che non avrebbe gradito la presenza di Suna nel suo piccolo posto felice, eppure non fu così. Parlarono degli allenamenti, si lamentarono dei professori e trovarono molte cose in comune tra di loro. Strinsero, in quelle due ore abbondanti, un leggero legame di amicizia, passando un bel pomeriggio in compagnia l'uno dell'altra.

La ragazza controllò l'ora. Molto probabilmente la sua pelle sbiancò completamente, perchè il ragazzo  abbassò la testa per vederle il viso e le chiese cosa avesse. Aveva perso un'ora di allenamento. Mari l'avrebbe uccisa, ne era certa.
K:«Prega per me.»
Si alzò di corsa afferrando distrattamente il borsone e correndo giù per le scale. Suna capí il motivo di tutta quella fretta. Era in ritardo. Notò solo dopo averla vista entrare nella palestra che il telefono della ragazza era rimasto lì. Ne approfittò, scrivendoci il suo numero, per poi andare nella direzione che aveva preso lei, sorridendo come un ebete alla distrazione della ragazza. Poteva sentire, da fuori, le urla di rimprovero del capitano della squadra femminile verso Kiyomi. Si affacciò all'entrata, notando la figura slanciata di Mari che inveiva contro la castana, la quale, osservava l'amica come un cucciolo bastonato, chiedendo perdono. Le altre invece, ridevano, considerando all'ordine del giorno una scena simile. Suna assunse la solita espressione menefreghista, entrando nella grande palestra e richiamando l'attenzione di Kiyomi. Tutte le ragazze si girarono verso di lui, parecchio confuse, e Mari smise di rimproverare la castana, rivolgendo la sua attenzione al ragazzo che andava verso di loro, porgendo il telefono all'alzatrice. Non disse altro, allontanandosi e salutandole con un cenno della mano.

Kiyomi, pronta a ricevere un'altra dose di urla, rimase sorpresa quando l'amica si rivolse a lei con un tono di voce pacato e curioso.
M:«Perchè Suna aveva il tuo telefono?»
K:«Lunga storia, adesso dobbiamo allenarci ricordi?»
La castana ringraziò mentalmente il ragazzo per aver distratto l'amica dal farle la predica, poi si posizionò in campo, dando il via ad una serie di alzate perfette. Tutte le compagne si stupirono della concentrazione di Kiyomi. Nessuna di loro, dopo essere stata tradita il giorno prima, poteva essere in grado di giocare perfettamente. Anche Kiyomi stessa rimase sconvolta da quanto poco l'avesse influenzata l'accaduto del giorno prima. Dopotutto era una cosa che avrebbe dovuto farle del male per un po' di tempo, ma si ritrovò ad essere orgogliosa di se stessa per aver superato quello che era successo in un periodo così ristretto. Sospettava che il merito fosse di Suna, dopotutto l'aveva fatta stare bene e quel pomeriggio aveva particolarmente gradito la sua compagnia, però si era dimenticata di chiedergli il numero di telefono, magari potevano trovarsi più spesso sul tetto a parlare.
Per fortuna il corvino era stato meno distratto di lei.
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Angolo Autrice.

Sono stanca anche io di chiederlo ma lo faccio lo stesso perchè voglio sapere le vostre opinioni♡︎
Come vi sembra questo capitolo? Non è uno dei miei preferiti ma ok.
Probabilmente o stasera o domani uscirà l'ultimo capitolo di All of me e sto già piangendo dentro✌🏻 
Alla prossima guys♡︎♡︎♡︎♡︎

•Eᴠᴇʀʏᴛʜɪɴɢ ʜᴀᴘᴘᴇɴs ғᴏʀ ᴀ ʀᴇᴀsᴏɴ• 𝑺𝒖𝒏𝒂 𝒙 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Where stories live. Discover now