ᑕᗩᑭITOᒪO 45 |ᔕTEᖴᗩᑎ - ᒪᗩ ᐯIᑕIᑎᗩ|

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Era arrivata la primavera e il cielo indeciso alternava tonalità di arancione e blu. Stefan aveva preso coraggio e dopo l'ennesima chiamata alla Sylass senza nessuna risposta, era scattato in piedi indirizzandosi verso il garage sotterraneo. L'appartamento, insieme a tutto l'edificio, gli ricordava il loro primo nido in Svizzera, quello dove Khat aveva dato i primi segni di depressione.

Avrebbe dovuto combattere, ma non da sola. Si pentiva di non esserle stato accanto, pensando che era una fase o forse una scusa la sua: era bisognosa di attenzioni, da tipica leonessa che era.

Lui invece, essendo un sagittario, non era il tipo di persona che si perdeva in romanticismo e altre smancerie. Era adulto e responsabile.

Ma ora continuava a ripensare a quel periodo dove tutto era iniziato. La loro storia era così bella all'inizio. Il primo anno sono stati sempre appiccicati, mai una sera senza di lei e persino nel suo viaggio in Australia, non riusciva a dormire se non riceveva il messaggio della buona notte.

Ma allora cosa è successo dopo?  Si chiedeva come mai appena arrivati in Svizzera era cambiata ogni cosa.

Mentre metteva in moto la sua vecchia BMW blu scuro, cercava di scacciare quel ricordo così doloroso ora che ci pensava.

*
Erano le dieci e venti di sera e stavo tornando dal secondo turno dalla cementeria. Ero agli inizi, anche se in Italia avevo lavorato per la stessa, ma qui era diverso. In Italia il lavoro non veniva preso così sul serio come in Svizzera. Lì potevamo mangiare quando volevamo e persino bere una birra ogni tanto, ma qui no. Sono severi su tutto e forse era meglio così.  Ci si doveva solo abituare, pensavo mentre salivo le scale.

Una volta aperta la porta del piccolo appartamento che aveva una sola stanza, avevo intenzione di buttare lo zaino concio nell'angolo dietro la porta, come facevo di solito.

Ma quando avevo aperto del tutto, avevo notato per terra una scia di petali di rose con delle candele sui lati che illuminavano il pavimento. Ero scioccato ma allo stesso tempo infastidito per la sorpresa, e non ero per nulla in vena di festeggiamenti.

«Bentornato a casa amore mio!» Esclama lei uscendo dalla cucina dietro il muro sulla sinistra. C'è il profumo di bagnoschiuma nell'aria e ho capito subito le sue intenzioni.

«Ma che combini amore?» Chiedo infastidito. La delusione sul suo viso si è materializzata ancor prima che finissi la domanda.

«Oggi è san Valentino!» Dice lei ora davanti a me con una bottiglia di prosecco in una mano e una torta alla panna nell'altra. I fiori che non le ho comprato ora fungono da centrotavola, dove ci sono due piattini da dessert e due forchette insieme a due calici. Sbuffo, non sapendo dove mettere lo zaino e lei si affretta a lasciare il contenuto delle sue mani per raggiungermi e prenderlo.

«Ci penso io! Tu siediti.» Mi ordina di nuovo sorridente, ma non è il sorriso di prima.

«Inizia ad aprire la bottiglia, io arrivo subito» Mi urla lei dalla camera da letto. Era proprio davanti al tavolo e potevo intravederla mentre si cambiava. Aveva tolto i jeans e la canottiera verde insieme all'intimo e ora stava mettendo dei collant neri con il reggicalze e un perizoma nero. Il reggiseno le faceva fuoriuscire un po' il seno, lasciando intravedere i capezzoli scuri. Era davvero bellissima. Il corsetto le faceva risaltare le forme e i lacci intrecciati ricadevano sul sedere sodo.

Era già un po' brilla, aveva bevuto prima ed era evidente dai suoi occhi lucidi. O forse aveva pianto? Era indeciso su una delle due cose. Decise che era la prima.

«Amore, vuoi muoverti che sono stanco! Vorrei andare a dormire, sinceramente.» Le confesso prima che esca dalla stanza. «Eccomi! Ti piace?» Mi chiede sensuale. Lei era fatta così, ma per qualche ragione mi infastidiva. «È lo stesso di sempre!» Le faccio notare. «Lo so ma è comunque bellissimo, e poi mica mi metto queste cose tutti i santi giorni!» Mi corregge lei ora che è davanti a me con la fronte corrugata.

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIDonde viven las historias. Descúbrelo ahora