ᑕᗩᑭITOᒪO 14 |ᑎOᑎ è ᔕᑌᑕᑕO!|

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È fine agosto e mi devo trasferire, di nuovo. L'estate è volata come un aeroplano militare, rumoroso e caotico.

Nelu è rimasto in ospedale per un mese intero. Aveva perso molto sangue, aveva subito due operazioni perché aveva due costole rotte. I dottori non gli davano nemmeno una chance eppure, dopo qualche settimana di coma, si era svegliato come per miracolo. Per fortuna le mie preghiere erano state ascoltate. Tranne per Marta, che era diventata carne ed era stata venduta all'etto al mercato del sabato. Io avevo salutato mia madre e Olga che erano partite per l'Italia senza guardarsi indietro.

Quel giorno di metà agosto lo ricordo distintamente, così come l'ho vissuto. Ero sulle scale, dove non molto prima avevo ripulito il sangue di Nelu. Alina era di fianco a me e ci tenevamo la mano stretta mentre Nelu era seduto ai nostri piedi ancora fasciato per metà. Vasea accompagnò al taxi mamma e Olga che salirono dopo aver salutato tutti. Eravamo io, Daria, Simion, Andrei, Nelu, Alina, il figlio più grande di Olga tornato per salutare la madre e tanti vicini impiccioni.

La sera prima mamma mi aveva raccomandata di fare la brava, di studiare e di resistere che presto saremo stati tutti insieme. Le avevo creduto perché sapevo che era la verità. Mi aveva detto che avrebbe pagato dei corsi da seguire anche qui a Singerei e avevo accettato entusiasta. Mi aveva stretta con un breve abbraccio, ma pieno di intesa. Alina era in lacrime, ma cercava di essere forte. All'improvviso lasciò la mia mano e, scavalcando Nelu, si precipitò al piccolo cancello verde, lo spalancò e si mise ad inseguire il piccolo taxi che si allontanava velocemente nella ghiaia, alzando un polverone dietro di sé. «Torna presto mamma.» Aveva urlato disperata, ma io sapevo che Olga non sarebbe tornata molto presto.

Sarebbe stata grande Alina ormai, quando avrebbe rivisto la madre. Grande, con una madre cambiata e un padre disperato. Era sempre così che andava a finire ogni volta. Una cosa positiva in cambio di tre negative. Solo chi è davvero matto, crede di poter controllare e cambiare la propria vita. Non c'è sadico peggiore del karma in questo mondo. Ti da ciò che chiedi, ma in cambio ti prende quello che non ti aspetti.

Le lacrime che versavo io dal pianerottolo di quella casa erano per mia sorella, che avrei conosciuto quando avrebbe già parlato, camminato e tutto questo lo avrebbe fatto senza di me. Vedere mia madre andar via per me era diventata ormai un'abitudine così impressa che non mi scandalizzava affatto. Ero felice che, nonostante tutto, lei e mio padre non avevano mai dato segno di separazione a differenza di tutti gli altri, ma mi chiedevo: era davvero mia madre l'artefice di tutte queste separazioni o erano le loro scelte a condizionare le loro vite coniugali?

In fondo, solo ora capivo che mia madre voleva dare loro la possibilità di una vita più agiata. Certo che avrebbe potuto risparmiarsi di presentar a Mihai un'altra donna. Magari pensava di aiutarlo a sfogare la frustrazione come faceva lei e non si accorgeva che avrebbe messo fine all'amore più grande che avessi mai conosciuto. O forse dopotutto non era vero amore. Sempre che esista.

Gli ultimi giorni di Agosto li ho passati insieme alla nonna Elena ed erano grossomodo uguali all'altra realtà. Avevamo trascorso il venerdì a cucinare ravioli al formaggio feta e borsh, che è una tipica minestra di verdure molto acida e saporita. Era un buon periodo per il raccolto e inoltre la mamma spediva anche a lei dei pacchi contenenti riso, farina e soldi. Soldi che però spendeva in tutt'altro modo. Così armata di buona volontà, decisi di passare gli ultimi tre giorni d'estate assieme alla mia cara e vecchia nonnina.

«Nonna, posso farti compagnia questo fine settimana? Non ho voglia di andare dai Condurachi.» Le avevo chiesto dubitante. «Era ora che mia nipote mi dedicasse un po' di tempo. Sai ho un sacco di cose da raccontarti e poi...» Aggiunse mentre impastava la farina ed io la imitavo a mia volta con una ciotola più piccola. «Vedrai che la mia vita non è poi così noiosa come può sembrare a voi giovani d'oggi.» In realtà non le avevo mai dato motivo di pensarlo, ma decisi di passare oltre.

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIWo Geschichten leben. Entdecke jetzt