ᑕᗩᑭITOᒪO 43 |ᗰEᘔᘔᗩᑎOTTE E TᖇE ᗰIᑎᑌTI|

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La serata è piacevolmente calma, non mancano di certo i balli di coppia che Marina e Mila insistono ad insegnare al povero Nelu che riluttante mi manda occhiatacce di sconforto. Gli alzo entrambi i pollici da dietro il tavolo, mentre osservo ancora le immagini al piccolo schermo.

Sono accanto a Nadia, lei mi spiega chi sono i vari cantanti e da quanto tempo sono famosi. La melodia "Chanson", uno stile di musica francese, ci accompagna ad ogni boccone, anche se stiamo scoppiando.

Abbiamo decisamente cucinato per un esercito dimenticandoci di quanto poco mangiamo in realtà.

I miei ravioli sono andati a ruba e ora la bacinella giace sul tavolo con qualche pezzetto di cipolla soffritta sparso qua e là. La nonna mi aveva anche insegnato che, utilizzando abbondante olio e cipolla, cambiava totalmente il sapore, ma io preferivo la panna all'olio, così ho soffritto la cipolla con pochissimo olio e poi ho cosparso i ravioli di panna acida insieme al contenuto della padella. Constatando la velocità con cui sono stati divorati, mi congratulo con me stessa per le mie doti culinarie arrivate qualche anno in anticipo rispetto alla vita precedente.

Marina mi distrae dalle immagini alla TV che ora cambiano insieme al cantante di turno. Tutti gli artisti cantano di speranza e libertà, adattandosi alle circostanze di ognuno di noi. Vera, insieme a Caroline, è sparita promettendo che sarebbero tornate per brindare a mezzanotte e tre minuti, per il compleanno di Nelu. Mi affretto a prendere un'altra bottiglia di aranciata scadente dal balcone, ma realizzando che sono finite torno indietro infastidita.

«Chi ha finito tutta l'aranciata?» Chiedo scorbutica.«Sono stato io Khat! Scusami!» Mi confessa Nelu ancora intento a seguire i passi di Mila nel balletto improvvisato.«Ma erano sei bottiglie, Nelu!» Dico sconvolta.«Oh, lo so bene, ho fatto la pipì tipo otto volte in due ore.» Esclama divertito.

«Vado a comprarne qualcuna allora!» Mi dirigo nel corridoio per prendere giacca, tanto il chioschetto all'angolo è aperto fino alle undici. Nessuno si accorge della mia assenza e la cosa non mi infastidisce.

Corro veloce i quattro piani al buio, cercando di non immaginare creature esageratamente brutte che mi rincorrono. Quando sono fuori dal blocco, mi copro bene dal gelo invernale.Corro fino all'angolo del blocco in fondo e compro due bottiglie di aranciata senza prendere il resto. La donna anziana mi ringrazia per la generosa mancia che avrebbe sfamato i suoi nipotini per qualche giorno e io le auguro buon anno mentre corro verso casa.

Una volta all'incrocio, dove svoltando a destra si arriva all'entrata della costruzione, vedo in lontananza davanti a me due individui famigliari. Rallento un po' sperando che non mi notino, ma invano. Hanno già iniziato a dirigersi a passo svelto verso di me.

«Dove vai principessa?» Mi chiede il ragazzo che avevo già conosciuto nell'altra vita. Noto che Vera e il clown non ci sono e rabbrividisco a rimanere da sola con loro.

Capisco che ho solo due possibilità: correre veloce per le scale buie o tornare al chiosco della signora per chiederle aiuto. Loro sono accanto a me ora e uno di loro mi blocca con il braccio mentre cerco di entrare nel buio.

«Non sai parlare principessa?» Mi chiede ancora lo stesso di prima.«Lasciatemi passare!» Dico infastidita con le bottiglie sottobraccio.«Che fai sennò?» Mi provoca il secondo più alto e magro.

«Ehi, voi due! Lasciatela stare!» Urla una voce dal balcone del terzo piano. Era Nelu che si sporgeva dalla finestra pericolosamente.

«E tu chi sei? Il suo paparino?» Lo provocano da lontano.«Arrivo Khat!» Dice Nelu mentre scompare dietro la finestra. Decido che è ora di agire, non aspetterò di certo di essere salvata. Con movimenti lenti apro una bottiglia con quella poca agilità che ho, tenendone due fra le braccia, e inizio a cospargere i tre individui di liquido appiccicoso, prima di urlare: «Animali!»

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIWhere stories live. Discover now