41 -Tra passato e futuro

2.5K 142 42
                                    

Can

Non mi era mai successo in precedenza di partire per un reportage di cronaca senza il minimo entusiasmo, senza alcuna eccitazione al pensiero dell'avventura che stavo per vivere.

Avevo fatto una scelta troppo affrettata ed ora me ne ero pentito amaramente, tutto mi diceva che non sarei dovuto partire, il mio cuore mi urlava costantemente di non andare, solo ora purtroppo riuscivo a sentirlo.

Ho vissuto i due giorni successivi all'incontro con Mihriban in una specie di limbo cercando di chiudere ogni questione in sospeso in agenzia e trascorrendo ogni istante libero pensando  a lei. Ho cenato con   Metin e, come al solito, il mio amico mi ha aiutato a guardare le cose con oggettività, non mi ha accusato apertamente con il classico "te l'avevo detto",  ma era chiaro che fosse dispiaciuto che non avessi ascoltato le sue parole quando mi aveva avvisato di non essere precipitoso nelle mie decisioni, alla fine era stato esattamente quello che aveva fatto.

"Can ribadisco la mia raccomandazione, non farle ancora del male, approfitta di questo momento di lontananza per capire cosa vuoi e se arrivi alla conclusione che non vuoi lei con  tutto te stesso, come lei ama te, non la cercare neppur quando tornerai, lasciala andare per la sua strada e falle vivere la vita che sceglierà per sè. Lütfen, ti prego."

Annuisco consapevole che ha ragione, con Sanem non possono esserci mezze misure, non posso amarla a metà, non è quel che merita il suo amore smisurato per me.

Lascio Istanbul in una piovosa e grigia mattinata di aprile, il cielo plumbeo rispecchia il mio umore tetro, atterro in una Londra ancora più cupa e di certo non è di  aiuto per risollevare il  mio morale già a terra. Lascio il bagaglio in hotel e raggiungo subito la redazione della casa editrice che ha promosso il mio reportage, prendo i primi accordi con l'editor che scriverà l'articolo a cui corredo saranno inserite le mie foto.
Sono concentrato ma svogliato, è un lavoro che un tempo mi avrebbe fatto  fremere per l'eccitazione all'idea dell'avventura che stavo per vivere, ora mi sembrava tutto così forzato, così distante da quello che desideravo veramente  in quel momento.

Sto uscendo dall'edificio che ospita la casa editrice rimuginando su queste considerazioni  quando sento squillare  il telefono, è Polen.

- Merhaba Can, sei a Londra? Mi raggiungi a casa mia più tardi? -

- Merhaba Polen, sì sono arrivato stamattina, se vuoi ci possiamo vedere per cena nel ristorante del mio albergo che ne dici? -

Rimaniamo d'accordo per le 20.00, ho giusto il tempo di tornare indietro, fare una doccia veloce e scendere trovandola già nella hall ad aspettarmi.
Mi abbraccia e mi bacia sulla guancia con un trasporto che, non so perchè,  mi mette a disagio.  Raggiungiamo il ristorante dell'albergo e ordiniamo, appena il cameriere si allontana allunga una mano attraverso il tavolo per prendere la mia - Allora Can, come stai? Come ti senti dopo l'incidente? -

Appoggio la schiena alla sedia e sfilo garbatamente la mano dalla sua, non mi fa sentire a mio agio questo suo atteggiamento - Sto benone, ho recuperato totalmente dal punto di vista fisico, ma purtroppo non c'è stato nessun progresso significativo  per quanto concerne la mia amnesia -

- Tua madre mi ha detto che hai chiesto di me quando ti sei risvegliato, sapevo che in definitiva il nostro rapporto era importante per te come per me e che, superata la sbandata per quella ragazza,  te ne  saresti reso conto -

Mi da enormemente fastidio che Polen chiami Sanem esattamente come fa mia madre, con quel " QUELLA RAGAZZA" che sa tanto di denigratorio e dispregiativo, sto per ribattere alle sue parole quando è ancora lei a parlare.

- Can, non ha importanza per me quello che è successo, ti ci è voluto del tempo ma sapevo che alla fine saresti tornato da me, che non puoi avere niente in comune con una così.
Abbiamo condiviso tanto noi due negli anni in  cui siamo stati insieme, siamo sempre stati simili per estrazione sociale e per stile di vita,  per anni siamo stati la coppia più fotografata ad ogni evento mondano qui a Londra come a Istanbul, eravamo perfetti insieme - Ancora una volta allunga una mano a prendere la mia - E' inutile che tu stia qui in albergo questi giorni, che ne dici di prendere le valigie e venire a stare da me finchè non partirai per il Venezuela?  -

Rimango in silenzio a lungo, incapace di credere all'assurdità di questa situazione, poi la rabbia prende il sopravvento.

- Polen, io non ricordo esattamente in che termini ci siamo lasciati, ma immagino che ti abbia detto chiaramente cosa provavo per "quella ragazza" che, per inciso, si chiama Sanem.
Devi aver saputo tramite mia madre che siamo stati vicini a sposarci più di una volta e che solo alcune incomprensioni e  il mio  incidente ci hanno impedito di farlo. Ora tu, pur sapendo tutto questo, mi hai chiesto di incontrarci per dirmi questo?
Mi domando, che tipo di donna sei? Che donna ho frequentato per tanti anni?
Come puoi pensare di approfittare di questo mio momento di debolezza per far finta che nulla sia cambiato tra noi quando sai benissimo che il motivo per cui ci siamo lasciati è che io ho vissuto un grande amore per un'altra donna?
E' chiaro che non mi conosci affatto e ti illudi che siamo simili quando io mi sento lontano anni luce da una come te, una donna snob, calcolatrice e manipolatrice proprio come mia madre. Non credo che abbiamo più niente in comune Polen, ho accettato di vederti in nome della vecchia amicizia, mai avrei immaginato un atteggiamento  del genere da parte tua -

Mi alzo in piedi, lascio i soldi per la cena sul tavolo - Scusami Polen ma credo sia inutile anche cenare insieme, non penso  di avere niente in comune con te e non ho nessuna voglio di trascorrere la serata insieme.

Hoşçakal, addio Polen -

Lascio il ristorante e l'albergo troppo amareggiato per tornare subito in camera, non ricordo gli ultimi due anni ma ricordo chiaramente i tempi in cui stavo con Polen, possibile che non mi sia reso conto di che tipo di donna avessi accanto?
Scuoto la testa pensando che è identica a Huma ed io non me ne ero minimamente  reso conto, forse il Can più vero e genuino è stato quello che ha amato Sanem ed ora veramente credo di non sapere più chi sono in realtà.

Ho parecchio lavoro da fare su me stesso nei mesi a venire, a quanto pare devo innanzitutto capire chi ero prima di incontrare Sanem, chi sono diventato grazie a lei  e poi, la domanda principale a cui dovrò trovare una risposta nei prossimi tre mesi è : chi voglio essere in futuro e soprattutto con o senza di lei?

Sempre e per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora