CAPITOLO 19 - NATHAN

211 63 47
                                    

«Posso parlarti?» Elizabeth ha la mascella contratta, la voce tremolante per la rabbia, si percepisce facilmente quanto sia faticoso per lei mantenere la calma.

Adesso sì che ragioniamo.

«Con me?» Mi porto la mano al petto fingendomi quasi sorpreso, voglio farla andare fuori di testa, deve perdere il controllo almeno quanto me. Mi alzo velocemente sotto gli sguardi confusi di Amber e quell'idiota insignificante «devo dirgli delle cose che riguardano mio fratello» aggiunge frettolosamente poi attende una reazione. Le credono subito, Amber mi strizza l'occhio e Matt mi guarda male prima di accomodarsi accanto a lei. Se solo sapessero cos'è successo qualche ora fa a casa mia darebbero entrambi di matto, sopprimo un sorriso mentre seguo Elizabeth nel corridoio, si ferma appena prima del bagno, il frastuono del locale si è dimezzato. La furia che le tinge appena di rosso le guance mi fa sorridere.

«Qualcosa ti infastidisce Elizabeth?» Mi avvicino lentamente, gli occhi incatenati ai suoi, lei inspira forte e stringe gli occhi.

«Ti avevo chiesto di lasciare in pace Amber» urla quasi, il petto sale e scende con un ritmo perfetto e rapido. Ha le braccia strette attorno al corpo, i pugni chiusi e il collo teso troppo esposto. I miei occhi non hanno mai visto niente di più bello, l'unica cosa a cui riesco a pensare è la vena gonfia sul suo collo che pulsa forte e il calore della sua bocca. Mi manda fuori di testa.

«Lei pare non voglia essere lasciata in pace» faccio ancora un passo verso di lei, è costretta a indietreggiare e finisce con la schiena contro il muro. Sono ancora schiavo dei suoi occhi.

«Lei non sa quello che è successo oggi...» la sua voce è bassa, inspira a fondo, chiude gli occhi per un istante. Quando li riapre li posa subito sulle mie labbra, s'incupisce.

«Cos'è successo oggi Elizabeth?» piego appena la testa e il pensiero della mia bocca sulla sua mi infiamma la pelle «illuminami perché mi pare che tu abbia detto si sia trattato solo di un errore» prendo fiato «e comunque deduco che neanche Matt lo sappia visto che vi tenevate la mano...» l'immagine delle sue dita strette a quelle di Matt si fa spazio nella mia testa, avvicino il viso al suo per scacciarla via, ora voglio di più «non la prenderebbe bene se sapesse che l'unico bacio decente della tua vita te l'ho dato io» dichiaro, lei spalanca gli occhi e respira a fatica. Sa che dico la verità. Il cuore mi batte talmente forte da coprire il rumore del locale, siamo solo io, lei e la pelle d'oca che c'increspa la pelle. So che mi desidera, si fa coraggio «È così, è stato solo un errore...» stringe più forte i pugni, a differenza di questo pomeriggio ora lo sta dicendo a se stessa, non a me.

«Sì, me l'hai già detto» poggio entrambi i palmi sul muro freddo alle sue spalle, il suo profumo mi avvolge e inizio a delirare, avvicino la bocca al suo orecchio «è un peccato che lo sia, sei tremendamente sexy quando impazzisci così» la guardo negli occhi e non posso non sorridere. Ha le gambe tremolanti, le guance rosse, la bocca semiaperta e carnosa, sembra così piccola tra le mie braccia. Chiudo gli occhi e inspiro profondamente per calmarmi ma non riesco a liberarmi dal pensiero delle sue mani su di me. Devo sentirla più vicina. In un battito di ciglia sono sulle sue labbra, lei le schiude immediatamente, infila le dita tra i miei capelli, li stringe appena e mi attira a sé mentre mi spingo contro di lei.

«Nathan...» La sua voce è appena un sussurro tra le mie labbra. La bacio con rabbia, avidità e bisogno. Ancora e ancora, vorrei divorarla, baciarla per sempre, implorarla di non fermarsi mai, mi stacco appena, gli occhi fissi nei suoi «Ti prego non sussurrare mai più così il mio nome, a meno che tu non voglia sperimentare qualche altra mia abilità...» le mordo il labbro inferiore e cerco di riprendere fiato. Devo calmarmi. Il calore del suo corpo mi culla e mi permette di respirare di nuovo, una boccata d'aria fresca e pura dopo anni. Le sensazioni che provo con lei mi spaventano. Ho imparato a mie spese quanto sia alto il prezzo da pagare per un po' di felicità quindi torno a fare la ciò che mi riesce meglio, provocarla.

«Vedo che sbagli spesso Elizabeth, avresti dovuto respingermi» sorrido, mi allontano da lei e le strizzo l'occhio «dovremmo tornare dai nostri accompagnatori, non vedo l'ora di conoscere il tuo fidanzato». Non immaginate quanto mi piaccia l'espressione confusa che ha adesso con la bocca ancora gonfia per i miei baci. Devo allontanarmi subito per sopprimere la voglia di caricarla sulle spalle e portarla più lontano possibile da qui. Le do le spalle e mi avvio nel corridoio.

Ormai sono giunto quasi a metà quando mi afferra il polso «Nathan» la sua voce è bassa ma decisa, mi fermo subito e mi volto di scatto, finisce quasi sul mio petto, aspetto che continui «non portare Amber a casa tua stanotte» la sua voce è bassa, non mi guarda. Le alzo il mento con due dita e la costringo a guardarmi «Hai paura che le spezzi il cuore?» dico d'un fiato e accenno un sorriso tirato. Elizabeth abbassa lo sguardo e scuote la testa, mi lascia il polso sfiorandomi rapidamente la mano con la punta delle dita. Mi guarda solo per un istante prima di sorpassarmi e tornare in sala «no, ho paura che tu spezzi il mio».

Resto immobile a fissare il lungo corridoio vuoto. La sua confessione si fa strada in me lentamente e per la prima volta da quando la conosco sono senza parole.

----

PER TUTTI I LETTORI, SÍ... PROPRIO PER TE

Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, anche il capitolo diciannove è andato.

Spero di non avervi annoiato, la vostra opinione per me è molto importante e vorrei davvero sapere cosa ne pensate. Vi è piaciuto il capitolo? ❤️

Se ti è piaciuto lascia una ⭐️


Profondi come il mareWhere stories live. Discover now