ᑕᗩᑭITOᒪO 12 |ᒪᗩ ᐯOᒪᑭE O Iᒪ ᒪEOᑎE?|

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Prendo quattro piatti e chiedo ad Alina se può apparecchiare il tavolino pieghevole  davanti alle scale, così da consumare la colazione insieme. I due si scambiano un'occhiata  d'intesa prima di prendere il tavolino e le due sedie.

Prendo il bollitore dell'acqua e le tazze  di plastica colorate e le porto fuori. Lo zio si sta togliendo gli scarponi e si sistema sulle  scale. Mentre riempio i piatti con le uova, aggiungo i pomodorini conditi e decido come  ringraziare lo zio. 

A tavola divoriamo avidamente la colazione in silenzio. Ogni tanto Alina e Nelu si  scambiano occhiate mentre lo Zio non alza gli occhi dal piatto. Vasea è un uomo molto alto,  con i capelli ricciolini, il viso lungo a forma di melanzana, un fisico magro e ossuto. Ha le  labbra sottili e un viso molto amichevole. Ora però è triste; lo si nota dalla fronte corrugata e dall'espressione cupa.

«Zio, volevo chiederti scusa per prima, è che mi hai presa alla  sprovvista e non conoscevo la storia della volpe. Me la puoi raccontare meglio tu? Se sto ad  ascoltare questi due non capisco nulla.» Azzardo un sorriso smagliante e convincente e ottengo il risultato sperato.

«Se ascolti questi due ciarlatani mia cara, non finirai bene te lo  assicuro. Te la racconto io la storia di Fox, la volpe più bella che si sia mai vista in zona. E  di boschi ne abbiamo parecchi, ma mai prima d'ora si era vista una volpe di quella  bellezza.» Vasea racconta entusiasta con gesti e braccia aperte per amplificare la grandezza  dei boschi.

«Mio padre aveva cacciato la sua volpe per dieci anni sai, io la mia l'ho catturata dopo tre estati intere. Ho dovuto vivere come una volpe per capire i suoi spostamenti. Era  una volpe intelligente, cambiava spesso posto e raramente ritornava sui suoi passi. Fox era  un maschio e perciò la sua pelliccia era molto più folta e più rossa delle altre che si  trovavano in giro.

L'avevano puntata tutti i cacciatori, ma io sono stato più furbo di loro. Gli altri portavano sempre i loro cani e questo faceva sì che la volpe scappasse prima del loro  arrivo. Lo avevo scoperto una volta in una caccia di gruppo. Era la seconda estate da quando mi ero innamorato di lei.» Aveva finito di mangiare e ora sorseggiava il suo tè tra una frase e l'altra. Con occhi sognanti guardava il cielo azzurro con qualche macchia bianca qua e là.

«La seconda estate eravamo tutti insieme con le nostre armi e con i cani da caccia. Avevamo messo le tende in zona già da settimane, ma non c'era traccia di Fox. Nel frattempo avevamo cacciato altri animali e facevamo a turno per portarli a casa dalle nostre mogli per  nutrire le famiglie. Quando era toccato a me, avevo deciso di portare Baghira con me per  farmi compagnia. Era la cagna più intelligente che avessi, ma ciò non era bastato. Era quasi  sera e dovevo sbrigarmi, così ho legato i conigli con delle corde e li ho posizionati sulla  schiena del cane. Io portavo la mia arma e un piccolo cinghiale sulla spalla sinistra. Dovevo  sbrigarmi per tornare in tempo prima che fosse diventato buio.

Arrivato a casa ho lasciato a  Olga il compito di dividere la carne e le pellicce con le altre mogli dei cacciatori mentre  sarei tornato in fretta al campeggio. Baghira era incinta all'epoca e non aveva voglia di  tornare con me. L'avevo cercata nel recinto delle galline, quello della mucca e persino dai  vicini, ma niente. Olga mi aveva detto che si sarebbe occupata lei di tutto e che potevo  andare. Quella donna è oro puro. Mi conosceva troppo bene e aveva capito quanto fosse  importante per me tutto questo.» 

Alina lo guarda come solo una figlia guarda un padre innamorato. «Così, da solo, con la mia arma torno indietro al campeggio stanco e svogliato. Volevo solo dormire. Conoscevo una  scorciatoia che non usavo mai appunto perché lì non trovavi mai animali.

Questa volta  l'intuito mi disse: se cerchi una volpe pensa come una volpe. Così ho pensato, se fossi una  bellissima volpe seguita da un branco di cacciatori per due anni di fila, dove mi  nasconderei?» Silenzio. Vasea rulla del tabacco in una gazzetta e accende con dei fiammiferi da camping. Io, impaziente, non so se alzarmi e sparecchiare o attendere la fine della storia.

«Dai zio, non lasciarla così che poi fa gli incubi la notte e devo subirmi i suoi calci nelle  costole per colpa tua.» Nelu scherza. «Va bene, va bene. Attraverso quella scorciatoia poco  fitta. Il sole sta tramontando e mi sento sempre più stanco. Dietro la collina sorge un  mucchio di pini e così decido di sedermi a riposare un attimo prima di fare l'ultimo sforzo.  Sono lì seduto a sorseggiare l'acqua dalla mia brocca di alluminio rivestita di pelliccia  nera,» dice indicandola attaccata al fianco «quando sento un fruscio dietro di me, mi giro di  scatto con il fucile in mano aspettandomi un cinghiale grande e grosso considerando il  rumore.

E invece alla mia vista si presenta una grande famiglia felice. Fox con la sua  compagna e i loro tre cuccioli dietro. Fox mi nota e rimane immobile insieme alla compagna altrettanto bella, mentre i tre figli sbattono quando si fermano i genitori. Lui mi fissa negli  occhi. La femmina scappa con i cuccioli mentre io e Fox rimaniamo immobili. Non trovo il  coraggio di sparare, mi sono sentito come un povero sciocco. Decido di rimanere immobile,  ma la mia testa fa un cenno come se il mio subconscio gli chiedesse scusa per il disturbo.

Fox allora sembra capire la mia voce interiore e ricomincia a camminare svelto. Raggiunge  la famiglia poco lontana mentre io rimango lì a chiedermi perché non ho reagito.»  Rimane in silenzio per darmi il tempo di elaborare. «Perché non ha reagito secondo te?»  Alina si intromette impaziente. Ci penso un attimo. «Secondo me ti sei immedesimato in  Fox e la sua famiglia e hai capito che sarebbe stato una vergogna per lui morire davanti ai  suoi piccoli e alla moglie o peggio se Fox avesse visto la moglie e i figli morire e fosse  rimasto solo.» Rispondo drammatica.

«Esatto. Quella sera ho fatto un patto con Fox, anche  se in quel momento ero inconsapevole. Poi quando sono tornato al campeggio non ho avuto  il coraggio di dire niente agli altri.» Vasea mi guarda negli occhi consapevole di aver  conquistato la mia curiosità. «È una storia bellissima, ma ho l'impressione che non sia la  fine!» Dico sventolando la coda che tengo nella mano destra. Lui ride di gusto mentre  spegne la sigaretta improvvisata per terra e la calpesta a piede nudo. Immagino la puzza dei  suoi calli che bruciano sotto la cenere rovente. 

«Immagini bene cara Khatrine, la storia non finisce così. Infatti l'estate dopo, lo stesso giorno nello stesso posto, io e Fox ci rivediamo ancora. Ha la pelliccia ancora più folta e la  coda color rosso sangue con sfumature arancioni e gialle.» Aggiunge guardando la coda tra  le mie mani. «Arrivo lì e mi siedo sotto lo stesso albero masticando un ago caduto da un pino.

Fox arriva da dietro la collina, solo e stanco di lottare. Si ferma ad una decina di metri  da me e si siede, obbediente come un cane. Mi alzo e sparo un colpo alla gola mantenendo  lo sguardo nei suoi occhi. La sua fierezza nel morire mi ha lasciato senza parole. Era come  se avesse accettato di essere troppo bello per esistere. Ora in giro ci sono i suoi cuccioli e ho sentito dire che sono tutti maschi.»

Non so se ridere o piangere. Sono sempre stata sensibile riguardo agli animali. Se un  animale soffre mi si spezza il cuore, mi sento letteralmente morire dentro. Decido comunque di ringraziare lo zio con un abbraccio. Lui si commuove e si lascia andare alle lacrime. Opto di non indagare se quelle lacrime fossero per me o per la sua conquista.

«Una sola domanda: perché hai deciso di regalare a me la coda?» Chiedo confusa. Alina e Nelu ridono e ride  anche lo zio, ma io non capisco. «Pensavo fosse ovvio mia cara Khatrine. Perché tu  assomigli a quella volpe. Hai un animo buono e gentile. Ti sacrifichi sempre per gli altri  come Fox ha fatto per la sua famiglia. E poi sono sicuro che sarai altrettanto bella da grande  e ti cacceranno in tanti.» 

Zio Vasea mi stupisce alzandosi di scatto e abbracciandomi fortissimo, un abbraccio così forte da spezzarti le ossa, ma stranamente non succede. Le lacrime di tutti e quattro si  mischiamo sull'asfalto del viale di casa.

«Certo ora sei bruttina con quei denti enormi  davanti e quel tagli di capelli a caschetto orribili, non si possono vedere. Non li preferisci  lunghi come quelli di Alina?!» Alina si unisce all'abbraccio e Nelu la imita.

Ridiamo come  pazzi tra le sue enormi braccia.

∞ NOTA AUTORE ∞

Chi farebbe mai un regalo del genere?

Questa domanda mi ha fatta un po' ridere. Una volta, non molto tempo fa, in un paese non molto lontano dai confini con l'EU, c'era ancora la caccia libera, la setacciata di protezione la chiamava mio zio, Vasa è il personaggio dedicato ed ispirato. Lui insieme ad altri compaesani di questo villaggio diventato paesino, si occupavano delle aggressioni da animali selvatici. Dovete sapere che Singerei esiste davvero. Date un'occhiata sulla mappa.

A presto,

B.K

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIWhere stories live. Discover now