II

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"Mamma non so che mettermi,non ho vestiti!!"
"Ma possibile che non ne hai mai ?! Hai l'armadio pieno,guarda bene!"
"Ti dico di no. Basta! Io non esco,non m'interessa,non mi piace come mi stanno le cose che ho."
Lu continuava a frignare e lamentarsi come una bambina di due anni,ma d'altronde toccava anche a lei farla,qualche volta.
"Niente,non uscire. A me non cambia niente se non esci,anzi,meglio,mi aiuti con le faccende di casa." Rispose sua madre,seccata.
Lu,incazzata nera,buttò i vestiti a terra e si chiuse in bagno,sbattendo la porta. Così si lasciò scivolare a terra,con le spalle contro la porta e,tutta raggomitolata,iniziò a piangere in silenzio. Lo faceva spesso,da un po' di tempo. Aveva capito che piangere l'aiutava a sfogarsi,ma farlo in silenzio limitava ogni tipo di possibile spiegazione da dare a sua madre,la quale,altrimenti,avrebbe toccato il temuto argomento di papà e del quale,invece,lei non voleva assolutamente parlare.Dopo essersi sfogata per un quarto d'ora,si alzava,si lavava il viso,si ritoccava il trucco e ritornava alla sua vita come se niente fosse. Così fece anche quel giorno,anche perché non poteva fare altro,era in ritardo. Gwen la stava aspettando di sotto e Dio solo sa quanto poteva essere rompipalle quando,per colpa di qualcuno,arrivava in ritardo. Perciò si mise il solito tubino nero,con le solite Dr Martens con i lacci colorati e la solita aria incazzata da post-litigio e uscì di casa. Quella sera,essendo sabato,ci sarebbe stata una festa in un locale,vicino al suo liceo,alla quale avrebbero partecipato tutti,quindi anche tanti bei ragazzi da osservare e da cui farsi notare. Il fatto è che Luce non aveva mai avuto un ragazzo,non era mai stata baciata da nessuno;nessuno che l'avesse mai corteggiata e a 16 anni non è che le sembrasse tanto normale. Anche per questo la sua autostima non era delle più alte del mondo. Si sentiva quasi sempre sbagliata,difettosa,come se avesse avuto qualcosa in meno delle altre o,in questo caso,qualcosa in più. Perché,sapete,Lu non era magra,proprio come sua madre da giovane,ma sappiamo tutti che nella società di merda di oggi,se non sei magra,automaticamente,non ti calcola nessuno,perché sei considerata diversa e quindi sbagliata,così che,anche se ci fosse una sola persona interessata a te,seguendo questo ragionamento del cazzo,non si avvicinerebbe mai,per paura di essere giudicato anche lui.
"Se solo riuscissimo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità,cominceremmo a capire chi siamo e dove stiamo."
Lo diceva una volta un certo T.T.,nome importante,sicuramente,ma soprattutto che diceva delle cose importanti,che purtroppo non tutti comprendono o,comunque,attuano. Lucy la pensava esattamente così,ma è difficile esporre quello che pensi realmente,quando in realtà sei una timida,insicura e fragile,che maschera tutto con strati di sorriso e sarcasmo. Quindi no,non aveva il coraggio di fare vedere agli altri la sua Luce(anche qui ironia della sorte,"Luce che non sa splendere").Ma,a parte le battutine autolesioniste,era così e sapeva solo che se non si fosse decisa ad accendersi a breve,avrebbe perso gli anni più belli della sua vita.

Comunque,lei e Gwen andarono con il padre di Gwen,mentre Penny andò con Bea,armata di motorino e principalmente di coraggio. Lena restò a casa invece,per un'influenza,chiamata anche sfiga,in questi casi.
Non è importante,ma per farvi immaginare meglio la scena:Gwen,vestito verde pino,stivali stringati neri;Penny,tuta a palazzo e tacchi;Bea,gonna di pelle nera,maglioncino bianco,stivaletti neri. Quando arrivarono al locale,era già pieno di persone ubriache,perciò nessuno si accorse della loro "entrata trionfale" o almeno così era sembrata nella testa di Penny. Lu era troppo incazzata per festeggiare,era stanca dei soliti litigi con sua madre,della scuola,della situazione del "fidanzato",perciò,mentre le altre si versavano da bere e ballavano,disse che stava andando in bagno e si mise in un angolo al buio. Vicino a lei,ad un certo punto,sentì delle voci.
"Stai seriamente dicendo che vuoi lasciarmi?"
"Non ti sto dicendo questo,ti sto dicendo che ho bisogno di una pausa,dei miei spazi!"
"Vuoi una pausa da me? Io non ti do abbastanza spazio?"
"Si ma il problema non sei tu,sono io. Ti prego rispetta la mia decisione."
"Hai un altro vero? Dimmelo cazzo,la prenderei meglio. Non dirmi stronzate."
"Che cosa dici,no,non ti tradirei mai."
"Andiamo,parliamone. Possiamo risolvere tutto."
"Lasciami stare,ti prego."
Erano un ragazzo e una ragazza che litigavano,lui continuava a rincorrerla e lei cercava di evitarlo. Loro non l'avevano notata,essendo in un punto al buio,ma Lu aveva visto tutta la scena e stava ancora ridacchiando per la frase scontata della ragazza(la cui voce sembrava davvero familiare).Quando qualcuno ti dice che non sei tu il problema,devi credergli,il problema è sempre un terzo o una terza incomoda che si è messa in mezzo. Quindi affilate i coltelli,perché ci sono corna da limare,lucidare e da aggiungere alla collezione. Lui le faceva un po' pena,anche perché era proprio carino,per quanto si potesse vedere di uno di spalle.
Era moro,alto e con un bel culetto.
Si,esatto cari ragazzi,le ragazze notano più un bel culetto,delle belle mani e un bel sorriso,invece del solito fisico da dio greco a cui aspirate tanto. Ad un certo punto,arrivò Penny,mezza ubriaca e con uno shottino di vodka in mano.
"Luuuuu"disse gridando"Che ci fai lì dietro?Vieni fuori!"
Così,sentendo le grida di quell'imbecille(senza offesa),il ragazzo si girò(già,era ancora lì)e si accorse che Lu era sempre stata lì e sicuramente aveva sentito tutto,ma non fece niente,restò fermo a sentire quello che lei e Penny stessero dicendo.
"Guarda,c'è una nuvola rosa!" Disse Penny indicando il soffitto tutta barcollante.
"Si,certo,oddio che figura di merda! Andiamo va,prima che mi vomiti sulle scarpe!"
"Ma no,io sto bene!"(non è vero,non stava bene per niente).
Lu la prese a braccetto e la portò fuori dal locale per farle prendere un po' d'aria.
Si sedettero su un paio di scalini che c'erano lì vicino e,mentre Penny era mezza svenuta,Lu fissava il vuoto,pensando a quanto sarebbe stato brutto ma allo stesso tempo figo litigare con un ragazzo che però ci tiene a te. Mentre si faceva prendere dai suoi soliti drammi mentali adolescenziali intravide qualcuno avvicinarsi. Era il ragazzo di prima,ma stavolta si vedeva bene il viso:aveva delle fossette carinissime,gli occhi chiari e un sorriso perfetto. Lei era pietrificata e continuava a ripetersi:"Non venire,non venire,non venire";invece il ragazzo si avvicinò sempre di più,finché per la gioia di Lu arrivò un altro ragazzo che lo bloccò.
"Tom,dove vai?L'ho vista andare via adesso!"
Lui continuava a fissare Lu,ma lei approfittò della situazione,prese Penny e rientrarono. Perciò,quando Tom si girò per guardarle di nuovo,dato che si era distratto un attimo,a causa del ragazzo,loro erano sparite.
"Hai visto chi?" Chiese Tom con aria confusa al suo amico.
"Come chi? Linda!"
Menomale che Lucy non sentì quel nome,altrimenti le sarebbero venuti i brividi in tutto il corpo.
Anche se era sicura di non conoscerlo,inoltre sentiva che quel ragazzo avesse un'aria familiare. Forse l'aveva visto in qualche storia,pensava;resta il fatto che sotto sotto sentiva di conoscerlo.
-
"Lu,che ha Penny? Dove siete state?"disse Bea.
"È ubriaca,non vedi? L'ho portata fuori a prendere un po' d'aria,ma niente,non si riprende."
"E adesso che facciamo? Io non voglio andarmene ora,siamo appena arrivate."
"Ti sembra che non lo sappia,anch'io volevo divertirmi,ma se sta male...
A proposito,dov'è Gwen?"
"A ballare. Era con me,ci stiamo divertendo."
"Va bene dai,ho capito,io penso a Pen e la porto in bagno. Tra massimo mezz'ora però andiamo."
"Okay,grazie,ti amo,a dopo."
Bea era tornata a ballare,ma Lu aveva un mal di testa assurdo(per la musica a palla),era mezza nuda,perché quel tubino non faceva altro che alzarsi e,dulcis in fundo,aveva Penny a peso morto sulla spalla. Quella serata si stava rivelando ancora più schifosa di quanto potesse immaginare.Lu portò Pen in bagno,le fece sciacquare il viso,così un po' si riprese,e si sedettero in alcuni divani del locale. Era stremata. Nel frattempo si avvicinò un ragazzo con i capelli biondi sparati da tutte le parti e gli occhi rosso lacrimanti da fumato.
"Ragazze,tutto okay? Avete bisogno di qualcosa?"Si vedeva che era strafatto.
"No. Stiamo bene così grazie." Disse Lu più fredda del ghiaccio.
"Siete sicure,perché potrei aiutarvi."
Il biondo iniziò ad avvicinarsi sempre di più.
"No,dico davvero,grazie,te ne puoi andare adesso?"
"Ma dai!"
Quel cretino si era seduto praticamente accanto a loro e stava iniziando ad allungare le mani. Così Lu,essendo già incazzata per tutto quello che l'era successo,anche se stava per crollare,incanalò tutto,come solo lei sapeva fare,e gli diete una gomitata nel..come suona meglio?Basso ventre? LatoA? Va be,avete capito.
Così prese Pen e scappò fuori dal locale,lasciando al tizio mezzo morto(ma no...si scherza...solo con qualche testicolo in meno!)
Il ragazzo di prima,Tom(almeno così l'aveva chiamato il suo amico),era al bancone e aveva visto tutta la scena,non riuscendo a credere a quanta forza avesse quella ragazza(letteralmente). Così decise di uscire e vedendola da sola(certo,sempre con Pen come comparsa),si avvicinò.
"È stato incredibile come tu abbia affrontato quel coglione."
"Come scusa?" Lu era impegnata a far vomitare Pen.
"Si,ehm,scusa se sono venuto così,a caso,non mi conosci neanche. Penserai:chi è quest'altro maniaco?! Ma tranquilla,ero solo nei paraggi e ho visto come ti sei liberata di quello là,prima."
"Ah,si,scusa,è che sono un po' impegnata in questo momento,non avevo capito. Comunque grazie,effettivamente è stata la cosa più eccitante di questa serata. Dargli un pugno intendo,non il fatto che abbia cercato di..."
Pen le vomitò sulle scarpe.
"Oh mio dio,Pen. Che cazzo! Sapevo che l'avresti fatto!"
"Scusa,che idiota,ti aiuto."
"Si,grazie."
Tom e Lu presero Pen e la pulirono con un fazzoletto che Tom aveva in tasca. Nello stesso istante arrivarono Bea e Gwen.
"Lu,andiamo dai,c'è mio padre che ci sta aspettando" Disse Gwen,indicando una macchina parcheggiata lì vicino.
"Si,arrivo!Grazie mille per l'aiuto,mh...come ti chiami?"disse Lu rivolgendosi a Tom.
"Tom,piacere!" Tom gli diede la mano.
"Piacere Tom,io sono Luce,ma puoi chiamarmi Lucy o Lu,come preferisci."
"Luce va benissimo,è un nome bellissimo,comunque."
Erano lì,fermi,in mezzo alla strada,a sorridere come due cretini,senza un motivo apparentemente valido.
"Luuu,ti vuoi sbrigare!"
"Si arrivo!"
"Scusami devo andare,ciao!"
"Ciao."
Lui fece un cenno con la mano.
Le ragazze salirono in macchina,tutte tranne Bea,che decise di andare da sola con il motore,dato che Pen era invalida. Lu guardava dal finestrino e vide che Tom continuava a guardare la macchina e sorridere. Poi però capendo ciò che stesse facendo(forse sentendosi un ebete),scosse la testa e tornò dentro. Lu si sentiva strana,ma era una bella sensazione stavolta. Forse quella serata non era andata proprio così tanto di merda.

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