XXIV

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"Ma se cado mi prendi vero?"
"Si Lu dai."
"Guarda che ti resterei sulla coscienza in tal caso."
"Se non la smetti salgo e ti faccio cadere di proposito."
"Daiiii! Non capisci che non sono agile? A spezzarmi il collo non ci metto niente!"
"Ok ho capito:ti lascio qui."
"No Tom ti prego!"
"Ciao."
Tom salutò Lucy,ma appena si allontanò un metro dal muro,lei provò a scendere mettendo un piede all'interno di una delle fessure che si erano aperte togliendo i mattoni. Dopo un quarto d'ora le mancava circa un quarto di percorso e fu giusto giusto lì che mise il piede male e rischiò di schiacciare Tom,il quale si era messo sotto per cercare di prenderla.
"Sono viva!" Esclamò Lucy alzandosi da terra e sgranchendosi le gambe.
"Hai visto Tom? Tom?" Aggiunse guardando verso il giardino,ma quando capì che Tom non le dava retta si girò verso di lui.
"Tom!" Urlò precipitandosi a terra.
"Mh!!" Borbottò lui con aria truce.
"Scusa! Perdonami! Non l'ho fatto apposta!"
Lu non smetteva di scusarsi.
"Mi hai rotto sicuramente una gamba."
"Come la gamba?
No aspetta,chiamo qualcuno?
E se non prende?
Dove ti fa male?"
"Qui." Tom le indicò il ginocchio.
"E qui." E la caviglia.
"E anche qui e poi qui." Disse sorridendo.
"Stai scherzando per caso?"
"No!" Esclamò lui sorridendo.
"Ma sei un idiota? Mi hai fatto prendere un infarto! Non ti permettere mai più!" Lucy si alzò e raccogliendo lo zaino da terra si mise a camminare da sola.
"Dove vai?"
"Non ti aiuto. Adesso te lo dico io:muoviti!"
"Ma guarda che mi fa davvero male la gamba."
"Non è un problema mio!"
"Ma mi fa male perché ho cercato di salvarti la vita. Anzi in realtà è già la seconda volta oggi."
Lu lo guardò malissimo.
"Ti odio." Disse.
"Ah che bello! Sono sollevato. Anzi no..."
Lucy alzò gli occhi al cielo e tornò da Tom per aiutarlo.
"Appoggiati." Disse cercando di farlo alzare.
"Grazie." Aggiunse lui e dato che lei era abbastanza vicina le diede un bacio sulla guancia.
Lu si girò di scatto e lo fissò per due secondi incredula. Poi appena capì di stare per arrossire gli sorrise e gli disse il "prego" più finto e imbarazzante di tutta la sua vita.
Anche Tom aveva notato che Lucy stava arrossendo e per non metterla ancora più a disagio non disse nulla.
Dopo un po' le disse che non c'era più bisogno che lei lo facesse appoggiare a se,anche se effettivamente non gli dispiaceva il fatto di averla così vicina.

Quel giardino era talmente grande che ti ci potevi perdere soltanto a guardarlo. Sfortunatamente non c'erano panchine ma l'unico posto per sedersi erano degli scalini sui quali si ergeva una fontana in fondo al tunnel di rose. Entrambi naturalmente si diressero lì e si sedettero.
"Finalmente!" Disse Lu.
"Già."
"Adesso dimmi come conosci questo posto,perché non ci sto capendo più niente."
"Ma scusa non sarebbe meglio mantenere un po' l'aria di mistero?"
"Vuoi che ti rompa anche l'altra gamba?"
"Aggressiva!"
"Eh beh solo quando serve."
"Va bene. Sai che i miei genitori sono agiati giusto?"
"Agiati! Che modesto! Ma bravo Tommy! Tranquillo che noi gente povera non ci impressioniamo mica se sentiamo dire la parola <<ricco>>!"
"Ma che c'entra?" Disse Tom ridendo.
"Mhmh che c'entra?!" Lo imitò Lu.
"Va bene comunque diciamo che a causa di questo agio possiamo permetterci di viaggiare molto durante l'anno o almeno lo facevamo spesso quando ero piccolo e non avevo tutte queste cose da fare. Ormai tra scuola,musica e Linda non riesco più a fare niente. Poi i miei lavorano sempre e non hanno mai tempo per me. Lo sai,ormai viaggiano soltanto per lavoro o d'estate,ma di solito regalano a me il viaggio e mi danno il permesso di portare degli amici."
"In parole povere:sei già stato a Roma."
"Non solo ci sono già stato,ma ci ho vissuto per tre mesi quando avevo all'incirca tredici anni."
"Viaggio di lavoro?"
"Una cosa simile. Quella volta mio padre aveva detto che avrebbe dovuto fare delle cose importanti qui. Non gli ho mai chiesto cosa,forse perché in fondo non m'interessava. Non credo che quello che faccia sia proprio giusto a volte,sai?"
"In che senso?"
"Mh niente... È troppo complicato da spiegare."
Lu corrugò la fronte.
"Non fare quella faccia! Fammi finire la storia."
Disse Tom sorridendo.
Anche lei sorrise.
"Dov'ero rimasto? Ah si! Quindi mio padre mi chiese se avessi voluto andare con lui ed io risposi di si. Mi piaceva passare del tempo insieme tra soli uomini qualche volta."
"E perché tua madre non venne?"
"Doveva occuparsi di una zia che stava male o almeno così mi aveva spiegato."
"E quindi qui ti ci ha portato tuo padre?"
"No. In realtà il guardino l'ho trovato da solo. Quando arrivammo a Roma pensavo che saremmo stati insieme più tempo,invece alla fine mi sono ritrovato a dover sopportare la noia in un hotel a cinque stelle,cosa che lui non smetteva di ribadirmi,mentre invece lui se la spassava non so dove e non so con chi. Lo so perché ogni giorno usciva la mattina presto per "lavoro" e tornava la notte completamente sbronzo. Io ero stato soltanto la scusa per allontanarsi da mia madre in assoluta fiducia."
"Mi dispiace."
"Sai è la prima volta che lo racconto a qualcuno."
"Ma come? E Linda e Dave?"
"Dave non avrebbe capito o comunque avrebbe avuto un'impressione diversa da quella che ha sempre avuto di mio padre. D'altronde lo considera anche lui come tale in un certo senso ed io non ero nessuno per rovinargli il sogno.
Per quanto riguarda Linda,non abbiamo mai avuto l'occasione di parlarne."
"Ma se state insieme da tantissimo tempo."
"Due anni non sono così tanto se ci metti in mezzo pure gli impegni e cose varie. Alla fine ti accorgi di non conoscerla minimamente una persona,anche dopo due interi anni."
"Soltanto due? Mi sembrava che stesse insieme da più tempo."
Tom scosse la testa.
"E quindi?" Domandò Lu.
"Sei tu che mi fai deviare il discorso!"
"Io?"
"Si tu!"
"Ma smettila! Continua dai!"
"Praticamente non avendo niente da fare mi sono messo a girare per la città e ho trovato sto giardino stupendo dove ho passato tutta la vacanza."
"Fantastico! Io non ho mai viaggiato tanto.
L'unica volta in cui sono uscita da casa è stato quando per un anno mi sono trasferita in una città del nord con mia madre."
"Ruolo?"
"Incarico."
"Ho capito. E com'è andata? Non ti sei divertita?"
"Ma si tantissimo,considerando il fatto che lo stesso anno(anzi dopo nemmeno un mese)mia nonna è morta di cancro,che prima di trovare casa ci abbiamo messo ottant'anni e che quella iena che ci ha ospitate per un po',la quale era una collega di mia mamma,ci trattava peggio dei cani,allora sì:è stato un anno indimenticabile."
"Ah..."
"Eh lo so. Bello vero?"
"Troppo."
"Ma davvero hai passato tre mesi qui da solo?"
"In realtà proprio da solo non ero."
"Lo sapevo!"
"C'era la chitarra."
"Va be quella era scontata."
"E poi c'era Wendy."
"Wendy?"
"Già Wendy."
"E cioè?"
"La quindicenne più bella che avessi mai visto (almeno in quel periodo)."
"Ma davvero?"
Tom annuì.
"Aveva dei capelli biondi sempre raccolti in due trecce lunghissime e due occhi azzurri che sembravano due pezzi di vetro. L'ho conosciuta perché aveva la stanza praticamente accanto alla mia. Poi diciamo che è stata la mia prima cotta seria."
"Sul serio?"
"Mi ha insegnato lei a baciare,proprio qui,su questi gradini."
"Ma dai Tom che schifo! Mi hai portata dove ti sei limonato a quella per tre mesi?! Capisci che se dovessi fare un'analisi con gli strumenti giusti troverei ancora la vostra saliva qua sopra?"
"Che esagerata!"
"Ma è vero!"
"E invece dov'è che troveremmo ancora la tua di saliva sentiamo?"
"Che vuoi dire?"
"Il tuo primo bacio. Quando e a chi?"
Lucy non sapeva che dire,quella domanda l'aveva spiazzata. Se avesse detto a Tom che era più vergine dell'olio d'oliva anche da quel punto di vista,lui l'avrebbe vista sicuramente da un'altra prospettiva:una sfigata che a sedici anni non aveva visto un ragazzo nemmeno col binocolo per chissà quale motivo. Le puzzava l'alito? Aveva i pidocchi? O semplicemente era troppo brutta per piacere?
No. Non avrebbe potuto far pensare a Tom delle cose del genere. Sarebbe stato troppo anche per lei che era abituata a fare figure di merda continuamente.
"Non vergognarti di te stessa. Tranquilla. Non c'è niente di male." Le diceva sempre sua madre.
"Sai mamma,sinceramente non me ne faccio niente dei tuoi consigli quando tu non potresti capirmi nemmeno volendo dato che da giovane eri una delle più belle del tuo liceo e tutti ti venivano dietro. Mi hai detto di aver avuto il tuo primo fidanzato a quattordici anni!"
"Ma smettila. Ero carina,è vero,ma non ero chissà cosa. E poi ero anche grossa."
"Mi stai dicendo che sono brutta?"
"No. L'hai sottinteso tu!"
"Io? Io ho detto di sentirmi in difetto perché non ho mai baciato nessuno,non ho mai detto di essere brutta,soprattutto perché sono in carne."
"Basta Lu,mi stai confondendo. Tanto hai sempre ragione tu."
Che nervi!
Ma non dimentichiamo Tom.
Quel poveretto era ancora lì ed aspettava una risposta.
Beh la risposta fu:"Meglio non ricordare certi avvenimenti."
Brava Lu:breve e concisa,complimenti!
"Ma dai! Racconta!" Insistette Tom.
"Dico davvero. Preferisco non parlarne."
Lui rimase quasi deluso da quella frase e dopo aver scrollato le spalle,si coricò sugli scalini spostando la schiena all'indietro e poggiando la testa sulle braccia.
"E la festa?"
"Non te la sei presa vero?"
"Perché?"Sorrise Tom.
"Sono fatti tuoi. Se non vuoi raccontarmelo niente."
"Va bene. La festa cosa?"
"Ci andrai?"
"Penso di sì. Non lo so."
"Come non lo sai? Devi andarci! È una gita Lu,dobbiamo godercela a pieno!"
"E tu ci andrai?"
"Ovviamente."
"E con la gamba come fai?"
"Nah non preoccuparti! La gamba entro stasera si rimetterà."
"Se lo dici tu..."
"Quindi vieni?"
"Ma non ho niente da mettermi!"
"Ti credevo meno attaccata a queste cose."
"Credevi male. Già che sono così,poi anche vestita male...anche no!"
"Che vuol dire che <<già sei così>>?"
"Così."
Lucy indicò se stessa,così Tom si sollevò.
"Stai scherzando? E cosa avresti che non va?"
"Niente lascia stare..."
"Dai Lu parlami."
Tom la stava fissando con quegli occhi di un verde così intenso che quasi si sentì penetrare.
"Vacci piano Davis! Ti conosco da troppo poco tempo. Non credo sia ancora arrivato il momento di parlarti dei miei complessi mentali e dei miei drammi adolescenziali. Ti annoierò con loro quando sarò sicura che in realtà non ti annoierai. Fino a quel momento a meno che tu non possa trovarmi un vestito adatto per la festa preoccupati di divertirti."
"Ma..."
Il telefono di Tom squillò.
"Chi è?"
"È Dave. Oh cazzo! Sono le 18:30 Lu! Dobbiamo andare!"
"Ora? Ed io come faccio a salire e scendere dal muretto in così poco?"
"Tranquilla Lu. C'è un cancello dall'altra parte del giardino."
"Come un cancello?!! E tu hai rischiato di farci ammazzare per cosa? Tarzan e Jane fallo con Linda non con me!"
Tom scoppiò a ridere.
"Perché ridi adesso? Non c'è niente da ridere!!" Urlò Lucy.
"È che sei troppo carina quando ti arrabbi."
Lucy arrossì.

Uscirono dal giardino attraverso un cancello in ferro battuto che riproduceva un motivo a chiocciola e in poco tempo,nonostante la gamba sofferente di Tom,riuscirono a raggiungere gli altri.
In realtà ci misero meno del previsto arrivando addirittura dieci minuti in anticipo e gli unici che trovarono nei paraggi furono Dave e Gwen che stavano bevendo qualcosa in un Bar.
"Tom!" Urlò Dave appena li vide.
"Dave!" Ricambiò con altrettanta enfasi lui;così gli andò incontro.
"Gwen!" Urlò invece Lu.
"Lu!" Enfatizzò altrettanto Gwen.
"Si adesso basta ripetere i nostri nomi. L'abbiamo capito:siamo tutti felicissimi di esserci rivisti dopo soltanto due ore! Posso finire la limonata adesso?" Aggiunse Gwen prima di rimettersi la cannuccia in bocca.
Tutti scoppiarono a ridere.
"E gli altri?" Chiese Tom.
"Quelli che conosciamo sono tutti dentro al bar che stanno prendendo qualcosa. A quanto pare Lena e Bea avevano troppa voglia di gelato. Per quanto riguarda i prof,penso che stiano arrivando." Rispose Dave.
"Io so dove sono." Bisbigliò Gwen a Luce scusandosi con gli altri due e portandola in disparte.
"In che senso?"
"GG."
"No ti prego!Non dirlo!" Lu si mise una mano davanti la faccia per coprirsi gli occhi.
"Guarda." Gwen le mostrò il telefono.
Era una storia di Instagram(di Clarissa per la precisione)che ritraeva Clarissa e Gabriel in primo piano(era un selfie fatto da lei sicuramente):lui faceva una smorfia e indossava degli occhiali da sole, mentre lei gli dava un bacio sulla guancia.
"Ho la nausea." Disse Gwen con un'espressione schifata.
"E Penny? L'ha vista?"
"Spero di no sinceramente. Altrimenti rischierebbe di rovinarsi la festa."
"Poverina!"
"Oh ascolta! Noi le avevamo detto di darsi una mossa e che il problema dell'età non ci sarebbe stato perché ognuno alla fine fa quello che vuole."
"Si G ma non ha torto quando dice che è un professore. In tal caso perderebbe il lavoro."
"Questo è vero ma potrebbero anche provarci!"
"Shhh! Abbassa la voce!" Bisbigliò Gwen dando un pizzicotto a Lu.
"Scusa!"
"Ma tu e Tom?" Gwen fece una faccia compiaciuta.
"Ma non stavamo parlando di Guerrero?"
"Si ma ci sono cose più importanti di cui dovremmo parlare in questo momento."
"E tu e Dave?"
"Ho chiesto prima io!"
"Appunto. Quindi adesso rispondi prima tu. Una cosa ciascuno no?"
"Ho capito:ne parliamo stasera."
"Ecco brava."
Entrambe fecero una smorfia e si misero a ridere;e mentre Gwen bevve l'ultimo sorso di limonata e buttò la lattina in un cassonetto poco distante,Lu sentì gli occhi di qualcuno addosso,forse proprio quelli di Tom.
"Ma no Lucy! Che vai a pensare!" Pensò perplessa guardando verso di loro e osservando che in realtà lui la stava fissando veramente sorridendo.
Lei ricambiò il sorriso.

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