ᑕᗩᑭITOᒪO 6 |ᑎᑌOᐯI ᑭEᖇᑕOᖇᔕI IᑎEᔕᑭᒪOᖇᗩTI|

Comincia dall'inizio
                                    

La prima Emilia era sulla novantina e abitava in un appartamento anch'esso al quarto piano, ma nella città natale della famiglia Tabarcea, a Singerei, non molto lontano da dove mi trovavo io ora. Nadia era quella più adatta ad accudire la bisnonna e in cambio, forse, avrebbe ricevuto quell'appartamento in eredità. Funzionava cosi.

Lei però aveva un ragazzo. Si conoscevano da poco, ma avevano ceduto alla passione. Questo comportò una gravidanza. Indesiderata o no, questa gravidanza l'aveva nascosta più che aveva potuto. I problemi erano tanti ovviamente, il primo era che non erano sposati, il secondo era che qualcuno doveva accudire la bisnonna e il terzo era che non sapeva se era pronta per una cosa del genere. Un giorno dopo l'altro però la pancia cresceva e le forze iniziavano a diminuire. Doveva portare di peso la nonna almeno tre volte al giorno al gabinetto. Farle il bagno almeno una volta a settimana e non dimenticare le medicine ad ogni pasto. Pulire la casa e fare compere erano gli ultimi dei problemi, almeno aveva un po' di tempo per respirare.

Nadia era ed è tutt'ora una persona di chiesa. Nessuno si spiega come abbia fatto a cedere alla tentazione di quel ragazzo. Andava spesso a messa e pregava prima di addormentarsi. Nonostante gli sforzi che aveva fatto, la gravidanza di cinque mesi si interruppe con un aborto spontaneo. Il raschiamento aveva danneggiato l'organo femminile e la sua pace interiore. Nadia era cambiata. La bisnonna era morta e aveva portato con sè anche il bambino, che forse non era destinato a questa vita. Inutile dire che Nadia non aveva ereditato l'appartamento che le spettava di diritto.

Inconsapevole però che, dieci anni dopo, avrebbe conosciuto l'amore della sua vita e lo avrebbe sposato. Lo avrebbe amato e insieme avrebbero lottato per avere una famiglia. I figli arriveranno, ma dopo anni e anni di trattamenti e cure mediche, dopo inseminazioni e aborti spontanei. Dopo ricoveri in ospedale e diabete, pressione alta e bassa. Insomma, una vita di sofferenze e sacrifici, ma alla fine arriveranno due bambini bellissimi. Un maschio ed una femmina. Nectarie ed Anastasia. I bambini più belli del mondo.

Lei ora però non lo sa. Ha tra le braccia Emmy e la guarda con rammarico, pensando forse a come sarebbe potuto essere avere il proprio neonato tra le braccia. Il figlio che aveva voluto vedere anche da morto. Aveva deciso di dargli un nome e degna sepoltura. Dopotutto era carne e sangue del suo sangue.

Si vedeva la forma degli occhi e aveva le labbra carnose, le manine minuscole. Raccontava una sera in lacrime tra le braccia di Giulia e lei, da brava ascoltatrice come si rivelerà anche per me nel futuro, l'aveva sostenuta e le aveva detto che passerà anche questo dolore. Col tempo sarebbe diventato sopportabile. Mi unisco al gruppo di persone sul balcone soleggiato e sorseggio un tè caldo preparatomi da Giulia. Nadia rimane con noi per un periodo necessario alla sua ripresa. Da pochi mesi le era caduto il mondo addosso e non aveva altro conforto se non quello delle sue sorelle.

Di mia madre non c'è traccia, ma non mi domando dove sia perché ho già la risposta. So bene che è questo il periodo in cui lei inizia a sentirsi libera e donna. So per certo che entro Natale succederanno molte cose. È solo questione di mesi. Giulia mi informa che da ora in poi abiteranno nel monolocale vicino a noi, ma io questo lo sapevo già. Come sapevo che lei aveva già fatto le valigie ed era pronta al suo nuovo inizio. Non aveva certo paura ad andare in Italia. Sentiva che era la cosa giusta da fare. Invece, era la cosa peggiore che potesse fare. Purtroppo ai loro occhi io sono solo una bambina che non capisce ancora i sacrifici degli adulti.

Decido di lasciarli a continuare il loro pomeriggio e vado nell'appartamento di fianco, a casa mia. Apro la porta con la mia chiave e sento subito la campana a vento posizionata meticolosamente da mia madre all'entrata. So bene lo scopo di quel suono. Appena si varca la soglia, la campana avverte che qualcuno è entrato, dando il tempo necessario a chiunque di smettere di fare qualsiasi cosa stesse facendo per non essere beccato in flagrante. La porta della camera da letto dei miei è socchiusa.

99 TᕼIᑎGᔕ I - ᖇITOᖇᑎO ᗩᒪᒪE OᖇIGIᑎIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora