Capitolo 28

160 13 5
                                    

Nestesia pov's

Appena il campanello suona mi alzo di scatto in piedi e corro in camera a prendere le scarpe, intento mia madre apre la porta di casa, rivelando Gus stranamente elegante, indossa uno smoking semplice, la cosa che rende il tutto più nelle sue corde resta la cravatta, puntualmente rosa.
Saluta mia madre con una stretta di mano, si scambiano due chiacchere di cortesia fino all'arrivo di mio padre, Il primo gli porge la mano, essa viene però rifiutata e sostituita da una pacca sulla spalla destra, di natura decisamente più confidenziale.

P: tutto apposto

G: non c'è male, lei?

P: anche noi, solita routine

N: ci sono

Prendo per mano peep, inaspettatamente lui mi avvicina a se e mi stampa un bacio sulle labbra, lo guardo sorridendo, mi fa anche fare una piroetta e completa il tutto con un "bellissima".
Sorrido.
Mia madre si sta a dir poco sciogliendo, sembra lusingata da questa serie di gesti; a volte vorrei entrare nella sua testa per capire cosa pensa, è assurdo quanto sia complicata.

P: vi lasciamo andare, buona serata

N: ciao

Do un bacio sulla guancia ad entrambi i miei genitori poi esco fuori dalla porta, intanto Gus si trattiene per dirgli qualcosa, loro annuiscono per poi sorridere, non do troppo peso a questo gesto, poi lui esce fuori aprendomi la portiera della macchina.

G: credo che tuo padre mi ami

N: non montarti la testa

G: non lo farò, tranquilla

Accende la macchina e nel giro di pochi minuti siamo già sull'autostrada.

N: quindi, dove mi porti

G: sorpresa

Passa quasi un ora, fino a quando siamo finalmente arrivati in questo ipotetico posto, da sul mare, sembra un castello, mi ricorda quello visitato in italia molti anni fa, visconteo, se non mi sbaglio.
Appena entro rimango scioccata, i lampadari sono in pieno stile antico, adornati con delle candele, la cera cola da ognuna, è uno spettacolo bellissimo, i tavoli sono rotondi, sopra hanno grandi tovaglie bianche che scivolano fino a terra, sopra ognuna ci sono bicchieri, posate, piatti e tovaglioli di stoffa, adornati da un velo di pizzo cucito ad i lati.
Ci sono anche grandi teche, ognuna contiene centinaia di calici, ognuna di diverso tipo.
Un cameriere ci raggiunge, ci chiede gentilmente se abbiamo prenotato, Gus annuisce così poco dopo veniamo accompagnati ad un tavolo.

N: è bellissimo qui

G: so che preferisci i posti antichi a quelli moderni

N: beh si, grazie

G: di cosa? mi sembra il minimo

N: qui non puoi sfuggire

G: ops

N: il tatuaggio?

G: dopo, abbiamo tempo

N: mi dici cosa dannazione ti sei tatuato peró

G: no

Mi fa la linguaccia.
Io questo un giorno lo ammazzo.

N: allora sei tanto carino

G: -

N: ma giuro che un giorno ti ammazzo

G: mi vedo già sui giornali

N: pensi solo a quello?

G: la fama non ha confini baby

N: ti prego non chiamarmi così

G: adesso lo faccio tutta la sera per dispetto

N: certo che sei stronzo eh

G: vaffanculo ma con il cuore, ti voglio bene

N: io ti-

In quel momento il cameriere viene al nostro tavolo, prende le ordinazioni, poi se ne va.

G: che stavamo dicendo

N: mi avevi mandata-

G: massi dai lo sai che scherzo

Mi bacia la guancia, ancora non mi spiego come siamo passati dal mandarci a dimostrarci affetto ma va bene così, non ci si può sempre spiegare tutto.
Questa forse è una cosa che ultimamente ho capito stando con Gus, lui prende tutto bene, sono che anche se dovesse crollare un edificio lui sarebbe lí, confortando le persone che un tempo lo abitavano.
Ovviamente io sono il contrario, mi definirei quasi la negatività fatta a persona ma questo è un altro discorso.
Passiamo il resto del tempo a chiacchierare, mangiando la cena, inutile dire che è ottima, anche se non ho standard troppo alti sul cibo qui mi aspettavo qualcosa di veramente buono e beh, così è stato.
Una volta pagato il conto auguriamo una buona serata, getto un ultimo sguardo al lampadario ed usciamo dal ristorante.

G: posso portarti in un posto?

N: ho sonno, se non stiamo troppo è ok

G: tranquilla

Mi rilasso sul sedile accarezzando il braccio di peep, quando mi rendo conto che è passato un po' di tempo butto uno sguardo all'orologio, sono ormai le 00:32, ne ho ufficialmente perso la cognizione.

N: quanto manca?

G: non molto, tranquilla

Gus pov's

Fermo la macchina e mi rendo conto che Nestesia si è addormentata, le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, così posso vedere tutto il suo viso, percorro con un dito la mascella e lascio un bacio sulla guancia.
Esco dalla macchina, apro il baule, prendo i due teli e la coperta che mi ero portato, scendo in spiaggia e li stendo.
Prendo Nestesia in braccio e la porto fino al telo, stendendola sopra, il suo respiro diventa leggermente irregolare, in cuor mio, spero non si svegli.
Mi sdraio anche io, posiziono la coperta sopra di noi, abbraccio Nestesia.
Mi addormento così, cullato dalle onde del mare e dal respiro della ragazza che amo.

𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐑𝐈𝐆𝐇𝐓𝐒𝐈𝐃𝐄 | 𝐋𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐄𝐏Where stories live. Discover now