Capitolo 17

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Nestesia pov's

//1 settimana dopo

Quella mattina, al liceo, entrai con beatrix, ci dirigemmo nelle nostre classi e seguimmo le lezioni, per quanto fosse possibile, insomma, avevo ancora in testa quel bel faccino di Gus, quella mattina mi era venuto a prendere, era vestito in modo assurdo, un pantalone rosa ed un maglioncino giallo, nemmeno mi esprimevo più per tutti i colori che si metteva addosso, adesso era lui a dirmi di variare un po' dal mio amato nero, con scarsi risultati ovviamente, gli avevo detto diverse volte che sembrava mia madre, lui se ne fregava e non demordeva.
All'uscita vidi la sua solita macchina, andavo ancora a braccetto con beatrix, gli sguardi di Chantal ovviamente non mancavano.

B: va che stasera Amanda Truss, di quarta b, da una festa, ho sentito dire che abita in una villa tipo enorme, io vado con Alexandra Weller, tu vieni?

N: mi pare ovvio, ma dimmi un po', chi è questa alexandra?

B: mah, un amica

N: mi stai forse rimpiazzando?

B: ovvio, come potrei fare il contrario

N: alle 4 a casa mia, ci prepariamo insieme

Non le do nemmeno il tempo di replicare che corro da Gus, lui mi abbraccia, mi lascia un bacio sulla fronte, pianta gli occhi sulle mie labbra, mi prende il viso tra le mani e mi bacia di nuovo, con più passione e anche più a lungo, appena si stacca si lecca avidamente le labbra e torna a guardarmi

N: ciao anche a te

G: posso baciarti ancora?

mi fa gli occhi dolci, io scuoto la testa e faccio il giro, salendo in macchina.

G: ed adesso?

N: cazzo calma gli ormoni

G: uffa

N: magari dopo

Gli do un bacio sulla guancia, sono stronza, si.

G: e questo cosa significa?

N: stai a pranzo?

G: non ho molta fame a dirti la verità

N: compagnia?

G: ci sto

Arriviamo a casa mia e metto a bollire l'acqua necessaria per un discreto piatto di pasta, appena viene tutto pronto mi siedo al tavolo con Gus che mi prende la mano.

N: sicuro di non voler nulla?

G: si si, mangerò a casa qualcosa dopo

N: va bene

Qualcosa mi diceva che stesse mentendo, tuttavia decisi di non indagare, finii di mangiare in silenzio con il suo sguardo che bruciava sul mio corpo, sparecchiai il tavolo, lavai le stoviglie ed infine presi il telefono, ricordandomi della festa.

N: gus, stasera danno una festa, vieni con me?

G: c'è l'erba?

N: non lo so, perchè?

G: perchè si, voglio almeno una buona ragione

N: non lo so

G: ci penso

N: eddai

G: va bene hai vinto

Andai in camera, lui mi seguii, appena notò che mi stavo cambiando per stare più comoda fece spuntare un sorrisetto malizioso.

N: finito di scoparmi con gli occhi?

G: forse

Si avvicina ed inizia a farmi il solletico, facendomi cadere sul letto

N: dai basta

La smette e si limita e sdraiarsi di fianco a me, standomi praticamente attaccato, questi sono i momenti che preferisco, quando siamo solo noi due, a guardarci negli occhi, in silenzio.
Lo bacio di nuovo, si stende sopra di me come essere più comodo, gli sposto una ciocca di capelli da davanti agli occhi per vederli meglio, poi riprendo il bacio.
Appena sento la sua mano calda che alza il lembo della mia maglia e va a toccare la pelle rabbrividisco.

G: mi piace quando rabbrividisci, specie se sono io la causa

Non replico, mi lascio trasportare da quei baci e da quella mano ferma sul mio fianco scoperto; in quel momento sento di voler toccare il suo petto e di ammirarne i tatuaggi che ho sempre visto in foto.
Appena gli alzo leggermente il maglioncino giallo sento la sua mano che mi blocca.

G: io-, non posso, scusa

N: tranquillo, io non volevo essere invadente, mi sono fatta prendere troppo dalla situazione e, e, mi spiace

G: non sei tu, non hai sbagliato, non puoi vedermi così però

N: così come Gus?

Sul suo volto si dipinge un espressione sconfortata, è come se fosse triste.

N: Gus, cosa non va?

G: io, io, sono un disastro, scusa

N: Gus, non lo sei

G: non lo so, nestesia, non lo so

In quel momento faccio due più due e realizzo: ha problemi alimentari.

Ecco perchè non mangiava mai e mi diceva che lo avrebbe fatto a casa.

Ecco perchè mi sembrava si sforzasse quel giorno.

N: da quanto non mangi

G: giorni, non lo so

N: posso vedere?

Diventa improvvisamente pensieroso, dopo pochi secondi che sembrano un eternità annuisce.
Gli alzo il maglioncino, appena entro in contatto con la sua pelle rabbrividisco, di nuovo.
E' gelida.
Glielo sfilo e lo appoggio sul comodino.
Faccio scorrere la mano su tutto il petto, gli si vedono le costole e sembra quasi non ci sia pelle, nonostante questo, è ancora bellissimo.

G: non ti faccio schifo

N: perchè dovresti?

G: non ho quasi pelle addosso, eppure mi trovi bello, come fai?

Riprendo a baciarlo sempre più intensamente mentre le mie mani vagano prima sulla schiena e poi sul petto, tra un bacio e l'altro gli sussurro parole che in cuor mio spero lo confortino.

𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐑𝐈𝐆𝐇𝐓𝐒𝐈𝐃𝐄 | 𝐋𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐄𝐏Where stories live. Discover now